Roma, 9 dicembre – Il forte aumento dei casi di influenza aviaria A/H5N1 negli uccelli selvatici e nel pollame registrato in autunno in Europa ha indotto l’Ecdc a diffondere l’allerta su una situazione che non può escludere in radice sviluppi anche drammatici per l’intero continente. “L’ampia circolazione tra i volatili aumenta il rischio di esposizione umana ad animali infetti e di successiva trasmissione del virus all’uomo” ammonisce il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che – constatata la diffusione di “epidemie senza precedenti” di aviaria negli uccelli – ha pubblicato una guida con l’obiettivo di “aiutare i Paesi europei a individuare e rispondere a possibili minacce influenzali legate agli animali,pandemie comprese”. Il brusco incremento delle infezioni nei volatili, avverte l’agenzia, evidenzia “la necessità di diagnosi precoce e preparazione”.
“S
ebbene il rischio attuale per la popolazione europea sia basso, l’influenza aviaria rappresenta ancora una grave minaccia per la salute pubblica a causa delle diffuse epidemie tra gli animali in tutta Europa” afferma Edoardo Colzani (nella foto), responsabile del Dipartimento Virus respiratori dell’Ecdc. “Dobbiamo assicurarci che i segnali di allarme precoce non passino inosservati e che le azioni di sanità pubblica siano tempestive, coordinate ed efficaci. Questo documento fornisce ai Paesi un quadro chiaro e adattabile per prepararsi e rispondere alla trasmissione dell’influenza dall’animale all’uomo”.
La guida – spiega l’Ecdc – è stata sviluppata in stretta collaborazione con l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), il Laboratorio europeo di riferimento per l’influenza aviaria ed esperti nazionali. Il documento definisce “scenari di risposta pratici che vanno dalla situazione attuale, in cui non sono stati segnalati casi umani di influenza aviaria nell’Unione europea/Spazio economico europeo (Ue/See), ma i virus circolano ampiamente negli animali, a scenari più gravi con infezioni umane” fino a “una potenziale trasmissione da uomo a uomo che potrebbe portare a una pandemia”. I materiali sono stati pensati per permettere ai Paesi di “integrare le raccomandazioni nei loro piani di preparazione nazionali”, così da poter “agire rapidamente e in modo proporzionato con l’evolversi dei rischi”.
Il documento sviluppato dall’Ecdc insieme alle agenzie prima ricordate include “una serie di misure di sanità pubblica” che vanno “dal rafforzamento della sorveglianza e dei test di laboratorio alla garanzia della disponibilità di dispositivi di protezione individuale e alla comunicazione chiara al pubblico”. Ecdc sottolinea inoltre “l’importanza della sorveglianza genomica, del rafforzamento delle capacità di laboratorio e della condivisione dei dati in tempo reale” e invita a “un approccio One Health”, nella consapevolezza che “la salute umana è strettamente connessa a quella degli animali e dell’ambiente. Una stretta collaborazione tra servizi veterinari, agricoltura e sanità pubblica – precisa l’Ecdc – è essenziale per individuare e contenere tempestivamente le minacce e proteggere le persone in tutta Europa”.
Per Matteo Bassetti, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova (nella foto), l’alert dell’Ecdc non coglie di sorpresa ed era ampiamente previsto. “Il mondo scientifico non ha nessun dubbio che l’aviaria sarà la prossima pandemia, si tratta solo di stabilire quando” ha detto ad Adnkronos Salute l’infettivologo. n”Manca pochissimo e questo virus sarà trasmissibile da uomo a uomo. Il fatto che gli uccelli siano così ‘carichi’ di H5N1 dimostra che il virus si sta sempre di più avvicinando a noi. Per chi è capace di predire ci sarà tempo di organizzarsi, per chi nega ci saranno problemi. Spero l’Italia si adegui a questo alert dell’Ecdc e si organizzi di conseguenza”.


