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venerdì 13 Giugno 2025
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Def, la spesa sanitaria 2016 sale a 113 miliardi, ma è in calo sul Pil

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Roma, 21 settembre – 111, 02 nel 2015, 113,37 miliardi nel 2016,  115,50 nel 2017,  117,70 nel 2018 e 120. miliardi nel 2019. 094. Sono le stime della spesa sanitaria contenute nella Nota di Aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def) 2015, approvata dal Governo e trasmessa  al Parlamento venerdì scorso. il documento, come si preoccupa di sottolineare il comunicato stampa ufficiale diramato dal Consiglio dei Ministri,  rivede al rialzo, per la prima volta dal 2010,  le stime di crescita del prodotto interno lordo: in aumento dello 0,9% nel 2015 e dell’1,6% nel 2016 (rispettivamente contro lo 0,7% e 1,4% stimato ad aprile).
“Per il 2016 è confermato l’inizio della traiettoria di riduzione del rapporto debito pubblico/Pil, per la prima volta dopo 8 anni di crescita” si legge nella nota di Palazzo Chigi. “Rispetto al quadro tendenziale (che si definisce a legislazione vigente) il rapporto deficit/PIL programmatico mostra una traiettoria in discesa più graduale perché il governo intende rafforzare la crescita al fine di accelerare l’aumento dell’occupazione e per evitare che l’indebolimento dell’economia internazionale abbia conseguenze sul nostro Paese”, osservando poi che  “la maggiore gradualità del consolidamento di bilancio è consentita dai trattati europei, come specificato dalla Commissione europea con la propria comunicazione sulla flessibilità del 13 gennaio scorso. Il  Governo utilizzerà al meglio sia la clausola per le riforme sia la clausola per gli investimenti.”
Per la sanità, le stime di spesa dal 2015 al 2019  ipotizzano un aumento di circa il 2% per ciascuno degli anni in esame. Aumento che, però, tale non è se lo si considera in relazione al Pil e al suo tanto atteso miglioramento: la Nota di aggiornamento al Def indica infatti una diminuzione (a legislazione vigente) dell’incidenza della spesa per la salute sul prodotto interno lordo: dal 6,8% del 2015 (uno dei più bassi in Europa), passerà infatti al 6,5% del 2019, con un decremento dello 0,3%.
La nota di aggiornamento del Def non contiene alcuna specifica, esplicita previsione di nuove misure per contenere la spesa sanitaria.  Sarebbe però incauto trarne fin d’ora la conclusione che la sanità non subirà nuovi tagli  (come non si stanca di sostenere la titolare del dicastero Beatrice Lorenzin): non è infatti escluso che la Legge di stabilità 2016  per  raggiungere il punto di equilibrio tra gli obiettivi di bilancio enunciati nel Def e le annunciate e più volte ribadite promesse del governo di abbattere il carico fiscale, possa prevedere misure in questa direzione. A temere che siò possa accadere, come è noro e come attestano le roventi polemiche dei giorni scorsi (culminate nell’annuncio di una moblitazione generale da parte della classe medica) sono in moltissimi, e la nota di aggiornamento al Def non basta davvero a  scongiurare il rischio.
Sia la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2015 (PDF) sia la Relazione al Parlamento (PDF) sono rese disponbili in calce al comunicato stampa diramato sabato mattina dal MEF per annunciarne l’approvazione.

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