Roma, 2 novembre – Tredici condanne, la più alta a quattro anni e sei mesi. Due assoluzioni per non aver commesso il fatto e due non luogo a procedere per prescrizione.
Sono le richieste del Pm Enrico Cieri al termine della requisitoria nel dibattimento davanti al collegio del tribunale di Bologna a seguito dell’inchiesta sulla “ricettopoli” orchestrata da un informatore scientifico della casa farmaceutica Italfarmaco, con la complicità di farmacisti e medici anche di primissimo piano degli ospedali bolognesi e romagnoli. Una truffa che, qualche anno (i fatti risalgono al periodo dal 2004 al 2009) procurò un danno di più di un milione di euro alle Asl di Bologna e Ravenna: con ricette fasulle, venivano prescritti costosi farmaci oncologici della Italfarmaco (in particolare confezioni di Longastatina da più di 1300 euro)) a pazienti ignari, in genere malati terminali, e in alcuni addirittura deceduti.
Le indagini del Nas avevano accertato (grazie anche ad elementi acquisiti attraverso intercettazioni) che i medici coinvolti emettevano le ricette senza effettiva necessità terapeutica, in combutta con un informatore scientifico della Italfarmaco, in cambio di costosi regali come viaggi, home theatre, articoli di elettronica, Rolex.. Le fustelle dei farmaci venivano poi apposte sulle ricette fasulle e, attraverso farmacisti compiacenti, spedite per ottenere il rimborso dalle Asl. Secondo gli inquirenti, i farmaci venivano poi rivenduti “in nero”.
L’Italfarmaco, coinvolta nella vicenda, è uscita dal procedimento lo scorso anno, patteggiando 20mila euro di multa e versando 301mila euro a titolo di risarcimento alle parti civili che si sono costituite e cioè la Regione Emilia Romagna e le tre Asl di Bologna, Ravenna e Rimini. Il processo è stato rinviato per la discussione delle difese.