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domenica 15 Giugno 2025
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Stabilità, su specializzandi accolto dal Governo odg di D’Ambrosio e Mandelli

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Roma, 6 novembre – Superare le disparità contrattuali oggi esistenti, promuovendo il riconoscimento ai laureati dell’area sanitaria degli stessi trattamenti oggi riservati ai soli specializzandi laureati in medicina. Questo, in sintesi, l’impegno assunto dal Governo con l’accoglimento, in sede di esame della Legge di stabilità 2016 in 12a Commissione Senato, dell’ordine del giorno G/2111/8/12 proposto dai senatori Luigi D’Ambrosio Lettieri (Conservatori e riformisti) e Andrea Mandelli (Forza italia).
L’ordine del giorno impegna appunto il Governo a “promuovere l’effettivo riconoscimento ai laureati inclusi nel decreto del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca di concerto con il Ministro della Salute del 4 febbraio 2015 prot. n. 68 applicando il trattamento contrattuale di formazione specialistica di cui all’articolo 37 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni”.
Quella della sperequazione dei trattamenti degli specializzandi è una questione che si trascina da anni: già nel novembre dello scorso anno, solo per fare un esempio, gli stessi D’Ambrosio e Mandelli presentarono una circostanziata interrogazione sull’argomento ai titolari di Miur, Mef e Salute, e – anche sulla spinta degli interventi del mondo accademico, degli ordini professionali e delle società scientifiche – il Governo aveva già accolto in precedenza analoghi ordini del giorno di impegno sulla problematica degli specializzandi “non medici”. Problematica che, però, è rimasta irrisolta, almeno fin qui. Tanto da indurre D’Ambrosio Lettieri e Mandelli a tornare alla carica, con il documento accolto dall’esecutivo. I due senatori evidenziano come la Legge di stabilità 2016, al comma 5 dell’art. 17, “reca uno stanziamento aggiuntivo pari a 57 milioni di euro per il 2016, 86 milioni per il 2017, 126 milioni per il 2018, 70 milioni per il 2019 e 90 milioni annui a decorrere dal 2020, per la formazione specialistica dei medici, al fine di aumentare il numero dei relativi contratti. La normativa attualmente in vigore prevede l’applicazione di un ordinamento didattico unico valido sia per i laureati in medicina che per gli altri laureati dell’area sanitaria, ma emergono diverse disparità di trattamento contrattuale tra le due categorie di soggetti.:

“Una sperequazione incomprensibile” osservano Mandelli e D’Ambrosio Lettieri in una nota diffusa per dare notizia della loro inziativa ” che deve trovare finalmente una soluzione”.

Le scuole di specializzazione “non mediche” e il destino degli specializzandi erano state anche uno dei focus del congresso Sifo celebrato il mese scorso a Catania. In quell’occasione (cfr. RIFday Mattinale del 26 ottobre ) per la prima volta all’interno di Sifo è stato eletto un rappresentante nazionale degli specializzandi, nella persona di Roberto Langella, con il compito di raccogliere a livello centrale le istanze degli studenti delle diverse scuole di specializzazione.

Assumendo l’incarico, Langella, già da tempo impegnato all’interno del Cisas (il Coordinamento degli specializzandi di area sanitaria), oltre alla questione della sperequazione di trattamento ha sollevato quella, ancora più grave, del blocco dei bandi per l’accesso alle scuole di specializzazione in farmacia ospedaliera, che dura dal 2013. “Se prima circa 150 colleghi ogni anno riuscivano a intraprendere il percorso di specializzazione” afferma Langella al riguardo “oggi a causa del blocco dei bandi il numero è in drastica riduzione: di questo passo, i farmacisti ospedalieri rischiamo l’estinzione. Ecco perché uno dei nostri primi obiettivi è quello di ottenere la riapertura delle scuole. Senza basi scientifiche di grande solidità, che non possono prescindere da percorsi di specializzazione, la professione è destinata a scomparire, ed è l’ultima cosa che vogliamo permettere. È fondamentale, dunque, riaprire le scuole e permettere ai colleghi di specializzarsi.”

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