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mercoledì 18 Giugno 2025
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Dossier Openpolis, ai gruppi parlamentari 106 milioni di euro in due anni

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Roma, 3 dicembre – A quanti hanno piena consapevolezza del fatto che, per quanto si possa non essere interessati agli affari della politica, la politica si interesserà sempre e comunque dei nostri affari, non sarà inutile segnalare l’ultima fatica di Openpolis, associazione indipendente ormai diventata un accreditato osservatorio civico della politica che promuove l’accesso alle informazioni pubbliche e quindi la trasparenza e l’open government, grazie soprattutto alle migliaia di accessi quotidiani al suo sito più noto, Open Parlamento.

Si tratta del minidossier “Paga Pantalone” , ovvero un approfondimento sui bilanci dei gruppi parlamentari nella XVII Legislatura, basato sulla documentazione depositata alla Camera e al Senato dagli stessi gruppi.

Le recenti modifiche dei regolamenti parlamentari obbligano infatti i gruppi a rendere pubblici i loro bilanci e si tratta certamente di un primo passo importante e necessario, ma al quale debbono seguirne subito altri, adottando in primo luogo standard di rendicontazione univoci che siano validi per tutti i gruppi in entrambi i rami del Parlamento e che prevedano obbligatoriamente maggiori dettagli nelle voci di spesa.

Il dato di sintesi del minidossier presentato ieri è che Camera e Senato hanno stanziato 106 milioni di euro come contributo ai gruppi nei primi due anni della XVII Legislatura: una cifra considerevole, che – scrive Openpolis – “impone una riflessione senza ipocrisie sul finanziamento pubblico ai partiti. Non è terminato con l’abolizione dei rimborsi elettorali, ha semplicemente cambiato forma.”

Tutti i gruppi, sia alla Camera sia al Senato, hanno registrato un avanzo di esercizio. In totale nei primi due anni è stato accantonato più del 16% delle risorse. Considerando entrambi i rami del Parlamento, chi ha messo da parte le cifre maggiori sono stati il Pd (8 milioni di euro) e il M5S (4 milioni di euro).

I gruppi destinano mediamente più del 70% delle proprie risorse per il personale . In totale nel 2014 oltre 560 persone hanno lavorato come dipendenti o collaboratori. Numeri importanti, se si considera che non includono i consulenti e gli assistenti dei parlamentari.

Le norme definiscono come le risorse, il personale e la comunicazione dei gruppi parlamentari debbano essere impegnate esclusivamente per le attività istituzionali. Quindi non per le attività politiche che invece sono di competenza del partito, di cui i gruppi sono emanazione. Separare nettamente le due cose non è sempre facile e i controlli al riguardo, osserva Openpolis, “sono inesistenti.”

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