Roma, 17 febbraio – Con una nota a firma del presidente Mario Melazzini (nella foto) e del direttore generale Luca Pani, l’Aifa ha voluto subito rispondere, accogliendola favorevolmente, alla proposta avanzata dai medici oncologi di procedere a una revisione dell’attuale governance farmaceutica, abbandonando il meccanismo del tetto unico e “spacchettando” invece la spesa in macroaree di cura, secondo criteri oggettivi che consentano di definire meglio i fabbisogni e concorrano così a garantire sostenibilità del sistema e accesso ai medicinali innovativi.
Quello dei massimi rappresentanti dell’agenzia regolatoria nazionale è un vero e proprio endorsement all’ipotesi avanzata dagli oncologi. “Il prossimo incontro del tavolo della farmaceutica”scrivono infatti Melazzini e Pani “potrebbe costituire un’occasione preziosa per approfondire la fattibilità di alcune ipotesi già all’esame del Ministero della Salute e di quello dell’Economia. Aifa ha proposto da tempo la possibilità di svincolare il finanziamento dei farmaci innovativi ad alto costo dal Fondo farmaceutico nazionale e di istituire dei budget specifici per ciascuna area terapeutica, non solo per l’oncologia, affidati al monitoraggio in tempo reale attraverso i Registri Aifa.”
“Come dichiarato ieri dai vertici dell’Associazione italiana Oncologia medica” continua la nota “questa nuova modalità di attribuzione dei budget consentirebbe di distribuire le risorse tenendo conto dell’impatto delle nuove molecole ad alto potenziale di innovazione sulle diverse aree.”
Ma Melazzini e Pani vanno anche oltre, ritenendo che sia giunto il momento “di rivedere anche la metodologia di calcolo del Fondo farmaceutico nazionale basandosi ad esempio sul tasso di crescita annuale composto (Cagr), che tiene conto degli ultimi 5 anni dello storico della spesa farmaceutica alla luce dei risultati veramente ottenuti e disinvestendo dalla rimborsabilità di prodotti che non hanno mantenuto quanto ci si attendeva in termine di efficacia e/o sicurezza. Questi dati andrebbero poi corretti alla luce di un “horizon scanning” che, visto il suo ruolo e l’autorevolezza internazionale raggiunta, l’Aifa potrebbe svolgere per i tre anni successivi.”
“Il 2016 potrebbe realmente diventare un anno di svolta per i pazienti affetti da gravi patologie”concludono Pani e Melazzini “che avranno a disposizione terapie sempre più efficaci.”