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mercoledì 12 Febbraio 2025
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Omceo Roma: “Legge anti-violenze in sanità non basta, vanno eliminate le disfunzioni Ssn”

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Roma, 14 gennaio – Dal punto dista della sicurezza dei professionisti sanitari, socio-sanitari e dei loro ausiliari, non si può davvero dire che il 2025 – almeno a Roma – sia cominciato nel migliore dei modi. Nei primi giorni dell’anno, infatti, si sono registrate nuove aggressioni a danno di medici e infermieri, segno evidente che la legge approvata lo scorso mese di novembre in via definitiva dalla Camera dei deputati per contrastare la violenza contro il personale sanitario (che prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali agli operatori e per il reato di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria) ha evidentemente bisogno ancora di tempo per produrre i suoi effetti, anche in termini di deterrenza.

Il presidente dell’Ordine di Medici di Roma. Antonio Magi (nella foto) non fa fatica a riconoscere che  “è ancora troppo presto per sapere se  le misure daranno risultati”, ma non può fare a meno di manifestare le sue preoccupazione per una situazione-sicurezza che in questi primi scorci di anno nuovo non registra davvero discontinuità rispetto al 2024. “Se il buongiorno si vede dal mattino, si dovrebbe dire che le nuove misure non sono sufficienti” commenta amaro il presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma, con esplicito riferimento alle  sulle nuove aggressioni subite da professionisti della salute capitolini nei primi giorni dell’anno.

A giudizio di Magi ci sono ancora molte lacune da colmare:  “Sicuramente, oltre all’arresto, il procedimento di querela d’ufficio da parte delle Asl e delle aziende ospedaliere contro chi compie atti di violenza nei confronti degli operatori sanitari. Senza dimenticare, poi, la tutela legale per i medici e gli infermieri che sono stati aggrediti”  afferma il presidente Omceo di Roma, che poi invita a riflettere sul cambiamento che sta interessando la società. “Quello di oggi è un momento in cui molte persone hanno grandi problemi di salute mentale” spiega Magi. “Si tratta di persone che, pur avendo una grave labilità mentale, girano per strada senza trovare adeguato sostegno. In loro scatta una vera e propria rabbia quando c’è qualcosa che non funziona”.

Va bene la legge, quindi, ma “la soluzione non è solamente mettere deterrenti per chi compie atti di violenza contro gli operatori sanitari, ma evitare che vi siano disfunzioni del Servizio sanitario nazionale, come le liste d’attesa o la burocrazia”  sostiene il presidente provinciale dei medici. ”

“Invece di affidarsi a sistemi come lo smartwatch, che avvisa in caso di aggressione subita dall’operatore sanitario” conclude Magi “dobbiamo eliminare i motivi di inefficienza che un cittadino trova nel Servizio sanitario nazionale. Dobbiamo eliminare molta burocrazia, creare un importante sistema di comunicazione, far funzionare i servizi e poter contare su un numero di personale sanitario adeguato alle necessità dei cittadini: se non facciamo questo assisteremo sempre di più ad atti di violenza”.

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