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venerdì 24 Ottobre 2025
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Farmacista prescrittore, quasi 800 farmacisti al convegno dell’Ordine di Roma: “Si può fare”

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Roma, 4 marzo – Aggiungere la prescrizione dei farmaci al novero delle competenze e responsabilità professionali del farmacista: è un’ipotesi sostenibile e, soprattutto, perseguibile anche nel nostro Paese, sulla falsariga di altri che  – con percorsi e modalità diverse – si sono mossi già da tempo in questa direzione?

L’Ordine di Roma ha colto l’occasione dell’apertura della stagione formativa 2025, lo scorso 3 marzo, per cominciare a rispondere a questa domanda di importanza cruciale per gli scenari futuri della professione. E lo ha fatto davanti a un compatto muro di iscritti (poco meno di 800 gli iscritti intervenuti alla serata, tenutasi al Teatro Italia di via Bari, nella foto), chiamando a ragionare sul tema – illustrato nelle sue linee generali dal presidente Giuseppe Guaglianone (nella foto), con riferimenti a quanto accade in altri Paesi, in qualche caso da diversi anni  – i responsabili delle Facoltà di Farmacia delle quattro università romane: Mariangela Biava (vicepreside della facoltà di Farmacia e Medicina alla Sapienza), Laura Di Renzo, coordinatrice della facoltà a Tor Vergata, Viviana Trezza, coordinatrice alla facoltà dell’Università Roma Tre e Andrea Urbani, presidente della facoltà di farmacia all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Farmacista prescrittore, una prospettiva che in altri Paesi è già realtà

Nel suo intervento di apertura, Guaglianone (nella foto) ha subito chiarito le ragioni della scelta del tema, molto meno “futuribile” di quanto si possa essere portati a pensare, anche perché in altri Paesi la figura del farmacista prescrittore è di fatto già una realtà: nel Regno Unito, ad esempio, il Paese che dal punto di vista dell’assetto sanitario forse più ci somiglia, dopo le prime sperimentazioni agli inizi degli anni Duemila con il supplementary prescribing e,  qualche anno dopo, con l’independent prescriber (farmacisti prescrittori indipendenti che operavano in ospedali, studi di medicina generale e reti di cure primarie in progetti che non coinvolgevano però i farmacisti di comunità), è stato lanciato nel 2023 il Nhs Community Pharmacy Independent prescribing Pathfinder Programme, che una volta conclusa la sua fase sperimentale (nel 2026) dovrebbe portare a istituzionalizzare la figura del farmacista di comunità prescrittore.

Il tema del farmacista che può prescrivere – sia pure, come è giusto, all’interno di perimetri ben delimitati e codificati – è stato affrontata anche in Francia con la Loi Santè del 2019, introducendo la possibilità per il farmacista, nel quadro di un protocollo di cooperazione definito con il medico curante e le strutture sanitarie e sulla base di un elenco di farmaci definito da un’ordinanza  ministeriale, di  “prescrivere” e dispensare in farmacia alcuni medicinali soggetti a ricetta, previa formazion e osservando l’obbligo di fornire informazioni sistematiche al medico curante.

Ancora, in Canada ai farmacisti è riconosciuto un ruolo più attivo nella gestione delle terapie per malattie croniche, inclusa la prescrizione di farmaci, migliorando la coerenza e la continuità delle cure per i pazienti e in Nuova Zelanda la figura del  farmacista prescrittore è già impiegata con risultati positivi, in particolare, negli ambiti della prevenzione e del trattamento di condizioni a lungo termine come il diabete. In Svizzera dal 2019 il legislatore ha voluto semplificare la gestione di alcuni medicinali soggetti a prescrizione medica compresi nella categoria B, utilizzati per il trattamento di malattie frequenti e con principi attivi verificati e omologati da diversi anni, consentendone la dispensazione senza ricetta ai farmacisti, precisando a quali condizioni e per quali indicazioni. Ed è di questi giorni la notizia che il governo portoghese sta lavorando a modifiche legislative che permetteranno alle farmacie di comunità di prendere in carico alcune patologie di bassa complessità e trattarle direttamente, anche con la prescrizione e successiva dispensazione di farmaci soggetti a ricetta medica.

Indispensabile la stretta collaborazione professionale con i medici: annunciata      al riguardo una “alleanza” operativa tra gli Ordini allargata agli infermieri    

Esempi sufficienti ad attestare che nel percorso evolutivo della professione farmaceutica, quella della prescrizione di determinati medicinali “è una prospettiva che non solo è legittimo ma estremamente opportuno considerare e perseguire” ha detto Guaglianone,  anche perché perfettamente coerente con l’obiettivo rafforzare l’accesso alle cure sul territorio, ridurre i tempi di attesa per i pazienti e garantire una maggiore integrazione tra le diverse figure sanitarie, in linea dunque con il quadro di riforme delineate dal Dm 77/2022.  “Il farmacista non è più solo il dispensatore di farmaci, ma un punto di riferimento per la salute pubblica” ha ribadito il presidente dell’Ordine di Roma. “L’introduzione del farmacista prescrittore, dunque, non è un’ipotesi futuristica, ma una realtà importante che vogliamo provare a costruire insieme, con competenza, responsabilità e visione, lavorando a un modello che abbia le sue pietre d’angolo in protocolli ben chiari e pre-definiti in ordine ai farmaci che sarà possibile prescrivere, e per quali patologie. Protocolli la cui definizione, a parer mio, deve necessariamente passare anche attraverso la strettissima collaborazione inter-professionale tra medici e farmacisti, partendo dal real world. Perché è così che si costruisce una sanità di prossimità solida, efficace e sostenibile: lavorando insieme. E noi ci crediamo così tanto da aver già programmato, con i colleghi presidenti dell’Ordine dei Medici e degli Infermieri di Roma, Antonio Magi e Maurizio Zega,  un’iniziativa assolutamente inedita: abbiamo convocato per il prossimo 25 marzo i nostri consigli direttivi che si riuniranno in seduta unica proprio allo scopo di unire le forze per un’azione comune e condivisa a tutela della salute dei cittadini. L’obiettivo” ha precisato Guaglianone “è quella di promuovere una maggiore integrazione e collaborazione tra le tre professioni, per una sanità più efficace e vicina ai bisogni della popolazione, a difesa del diritto di tutti all’accesso alle cure, guardando anche alla necessitò di migliorare  le condizioni di lavoro dei professionisti della salute. Si tratta di una novità assoluta, dalla quale ci attendiamo molto, anche in termini di svolta culturale nelle interrelazioni professionali”.

Le istituzioni: “Farmacie e farmacisti, presidi e professionisti                                  essenziali nella rete di assistenza sanitaria sul territorio”


Nel suo intervento il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (primo a sinistra nella foto; al centro il sindaco Gualtieri, a destra Aurigemma), ha voluto sottolineare il percorso di evoluzione della professione farmaceutica, ribadendo l’impegno del Governo a sostenere il ruolo della farmacia e del farmacista, riconoscendone il valore strategico all’interno della sanità territoriale.  “Durante la pandemia i farmacisti hanno dimostrato quanto siano essenziali nella rete di assistenza sanitaria. Hanno garantito continuità nelle cure, svolto un ruolo chiave nella somministrazione dei vaccini, sostenuto quasi per intero il servizio di tracciatura dei contagi e offerto supporto ai cittadini in un momento di emergenza senza precedenti. Il Governo, con il ministro della Salute Schillaci, continuerà a lavorare affinché questa professione si rafforzi e possa attrarre sempre più giovani. Questo, in perfetta coerenza con la necessità di sviluppare e potenziare l’assistenza sanitaria di prossimità, che non può prescindere da professionisti come i farmacisti e i medici di comunità, che debbono essere messi in condizione di operare collaborando e integrando ruoli, funzioni e competenze, anche insieme agli infermieri.  Ogni innovazione e ipotesi di lavoro che vada in questa direzione, sarà considerata con la massima attenzione”  ha affermato ancora il sottosegretario “per valutare se è in grado di apportare ulteriori vantaggi per i cittadini e migliorare l’assistenza di prossimità in termini di efficacia, efficienza e sostenibilità”. E a proposito della collaborazione e integrazione professionale dei “professionisti della salute”, Gemmato ha espresso (come hanno peraltro fatto Gualtieri e Aurigemma dopo di lui) grande apprezzamento per l’iniziativa degli Ordini professionali di  Medici, Farmacisti e Infermieri di Roma e provincia annunciata da Guaglianone: “L’accelerazione degli Ordini dei professionisti sanitari romani costituisce un esempio virtuoso e indica la giusta strada da prendere: c’è da augurarsi che possa essere seguita anche in altre parti del Paese”.

Significativi (e sulla stessa linea) anche gli interventi degli altri rappresentanti istituzionali: il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri  ha anch’egli ricordato il supporto fornito dalle farmacie durante l’emergenza Covid. “Abbiamo visto quanto il farmacista sia stato un pilastro nel sistema di protezione dei cittadini, garantendo un accesso capillare ai servizi di prevenzione e cura” ha detto il sindaco di Roma Capitale, assicurando che “il Comune di Roma continuerà a sostenere questa professione, favorendo per quanto rientra nel raggio delle sue competenze la sua integrazione con la rete dei servizi sanitari locali”.

Anche il presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, ha voluto evidenziare l’impegno della Regione nel rafforzare la rete delle farmacie dei servizi, con particolare attenzione ai territori più periferici e alle aree interne. Significativa, al riguardo, la recentissima delibera regionale dello scorso 6 febbraio che ha finalmente avviato la sperimentazione della “farmacia dei servizi” anche nel Lazio. “Le farmacie rappresentano un punto di riferimento per le nostre comunità, e sono un vero e proprio presidio sanitario. Svolgono un lavoro prezioso, pensiamo in particolar modo alle aree più interne della nostra Regione” ha detto Aurigemma, esprimendo la sua “massima gratitudine per le attività svolte, in particolare a coloro che oggi festeggiano i 25 anni della professione”. Per il presidente del Consiglio regionale “è fondamentale creare una rete, una giusta integrazione tra categorie, insieme alle istituzioni per cercare di affrontare al meglio le sfide del futuro. Le farmacie svolgono già un ruolo strategico per quanto riguarda la prevenzione, che rappresenta una priorità per il sistema salute. E possono fornire anche un rilevante contributo a supporto della sanità territoriale”.

Farmacista prescrittore, quali ricadute sul versante                                             della formazione professionale, gli interventi dei presidi

Tornando al main theme della serata, sono risultati di grande interesse e stimolo gli interventi dei quattro responsabili delle Facoltà di Farmacia degli atenei, i già ricordati Biava, Di Renzo, Trezza e Urbani. Tutti hanno espresso una valutazione sostanzialmente favorevole in ordine alla prospettiva del farmacista prescrittore, evidenziando la necessità  – punto sul quale si è voluto soffermare in particolare Urbani – di “mettere a terra” un progetto che guardi con particolare attenzione alla definizione di protocolli sostenibili anche sul piano scientifico e clinico. Il perimetro della prescrizione del farmacista, a giudizio dei docenti, deve essere perfettamente definito e delimitato, anche per consentire di predisporre i programmi specifici di formazione necessarie per sostenere con i necessari saperi e competenza l’eventuale nuova prerogativa professionale.

Anche a proposito di quest’ultimo, fondamentale aspetto, i quattro docenti hanno espresso posizioni sostanzialmente unanimi: la formazione specifica del farmacista prescrittore dovrà avvenire in appositi corsi post-laurea istituiti in collaborazione da Università e Ordine professionale e, ovviamente, profilati per rispondere alle specifiche necessità formative richieste dalla nuova e delicata funzione.

Gli altri interventi

Ai lavori hanno portato un saluto anche il generale di brigata Marco Pecci, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Roma,  e il vicequestore Mario Spaziani, che hanno entrambi sottolineato l’importanza strategica della figura del farmacista nel tessuto sociale e sanitario del Paese, non solo come professionista della salute, ma anche come punto di riferimento per la sicurezza e la tutela dei cittadini. Inevitabilmente, Pecci e Spaziani hanno fatto cenno anche alle problematiche della sicurezza di farmacie e farmacisti, particolarmente esposti agli attacchi della criminalità predatoria. Una criticità che, da tempo, Carabinieri e Polizia combattono implementando le attenzioni su questi obiettivi sensibili, ma agendo anche sul terreno della prevenzione, anche attraverso una stretta collaborazione con gli stessi farmacisti, attraverso programmi di incontri mirati organizzati con la collaborazione della Commissione Sicurezza dell’Ordine professionale e di Federfarma Roma in diverse zone della città e della provincia, finalizzati al rafforzamento del know how dei professionisti in materia di misure, dotazioni e comportamenti di sicurezza.

Il programma di formazione avviato dalla nuova gestione dell’Ordine:                   in primo piano le competenze in ambito clinico, digitale e gestionale

Trattandosi della serata inaugurale del nuovo ciclo di aggiornamento dell’Ordine, è stato ovviamente illustrato il programma delle lezioni, tutte centrate su temi e contenuti che mirano a rafforzare le competenze dei farmacisti in ambito clinico, digitale e gestionale. Tra i punti chiave: il ruolo del farmacista prescrittore, tema del quale si è già ampiamente riferito;  il Fascicolo sanitario elettronico, per una gestione più efficace delle terapie e una maggiore collaborazione con gli altri professionisti sanitari;  la “farmacia dei servizi”, con approfondimenti sul percorso di evoluzione della farmacia in un piccolo hub sanitario polifunzionale sul territorio, rivolto in particolare al  monitoraggio e alla gestione delle terapie croniche; la digitalizzazione della professione, con l’utilizzo di strumenti innovativi come le terapie digitali (digital therapeutics) e l’intelligenza artificiale applicata alla gestione del farmaco.

La celebrazione dei colleghi giunti alle “nozze d’argento” con la professione

A chiudere in bellezza la serata è stato il momento dedicato ai farmacisti che hanno raggiunto i 25 anni di carriera, un tributo alla dedizione e all’impegno di chi ha contribuito alla crescita della professione. “Questa è la dimostrazione che la nostra professione si costruisce con passione, sacrificio e un senso profondo di responsabilità nei confronti dei cittadini” ha detto Guaglianone al momento del conferimento delle medaglie celebrative. “Oggi più che mai, dobbiamo guardare avanti con una visione inclusiva, condivisa e orientata all’innovazione. E l’Ordine, che è la casa di tutti, luogo di confronto, crescita e progettazione per il futuro della nostra professione, sarà sempre in prima fila, a fianco dei colleghi, a rimboccarsi le maniche e il cervello, per scrutare l’orizzonte sul quale costruire un sistema sanitario più efficiente, sicuro e accessibile, in cui il farmacista possa operare al meglio, realizzandosi professionalmente e ricavando i giusti riconoscimenti e gratificazioni”. 

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