Roma, 18 marzo – È un vero e proprio allarme, quello lanciato dal direttore generale dell’Orga
nizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus (nella foto), e va detto che non giunge purtroppo inatteso: i tagli agli aiuti da parte degli Stati Uniti, con la loro uscita dall’Oms decisa da Donald Trump con uno dei suoi primi atti esecutivi, potrebbero costare milioni di vite umane, perché – ha spiegato Ghebreyesus – quasi 24 milioni di persone “rischiano di non poter più accedere ai servizi sanitari essenziali”.
Durante una conferenza stampa a Ginevra, il direttore generale dell’agenzia sanitaria dell’Onu ha stimato che, solamente nella lotta contro l’Aids, il ritiro degli Usa “potrebbe annullare 20 anni di progressi, causando più di 10 milioni di casi aggiuntivi e 3 milioni di morti correlate all’Hiv, il triplo rispetto all’anno scorso”.
Ghebreyesus ha quindi lanciato un appello a riconsiderare la decisione di abbandonare l’Oms e a riconsiderare “il sostegno alla salute globale”. Per rendere chiaro l’impatto del ritiro di Washington, Tedros ha citato come esempio altre malattie come la malaria e la tubercolosi. “Ci sono già gravi interruzioni nella fornitura di diagnostici per la malaria, farmaci e zanzariere trattate con insetticidi a causa di scorte, ritardi nella consegna o mancanza di fondi”, ha spiegato. Negli ultimi vent’anni gli Stati Uniti hanno contribuito a prevenire circa 2,2 miliardi di casi di malaria e 12,7 milioni di morti, ha sottolineato. Secondo le sue stime, “se le interruzioni persistono, potremmo assistere a 15 milioni di casi di malaria in più e a 107.000 decessi” solo nel 2025.


