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venerdì 24 Ottobre 2025
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Farmaci e spese veterinari, da Stato-Regioni ok all’aiuto agli over 65 anche nel 2025

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Roma, 1 aprile – Confermate anche per l’anno in corso le misure a sostegno dei proprietari di animali di affezione con Isee inferiore ai 16.215 euro ed età superiore ai 65 anni, utilizzando le risorse del fondo specifico istituito con la Legge di bilancio 2024 proprio allo scopo di garantire le cure degli animali domestici anche ai cittadini meno abbienti.

La Conferenza Stato-Regioni, nella sua ultima seduta del 27 marzo scorso, ha infatti dato il placet allo schema di decreto attuativo che definisce i requisiti per accedere ai fondi per sostenere gli anziani proprietari di animali da compagnia per l’acquisto di farmaci veterinari e per le visite dal medico veterinario.

La cura della salute degli animali da compagnia, nel nostro Paese, vale più di 1,1 miliardi di euro (dato 2023, che segna un incremento dell’11% rispetto al 2022) ed è totale carico dei proprietari, che possono beneficiare soltanto della possibilità di portare in detrazione nella dichiarazione ai fini Irpef, come previsto dal Testo unico delle imposte sui redditi, le spese sostenute per gli animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva. Come accade per le spese mediche, l’agevolazione si applica solo oltre la cifra di 129,11 euro e fino al limite di 550 euro fino per un valore massimo di sconto pari a circa 80 euro. In particolare quando il costo per la cura di cani, gatti o altri animali risulta inferiore a 129,11 euro nonsi ha diritto alla detrazione. Quando si supera il valore di 129,11 euro restando nel limite dei 550 euro, la detrazione al 19 per cento si dovrà calcolare sulla quota che eccede la franchigia (la differenza tra le spese sostenute e 129,11 euro).

A questa agevolazione si è appunto aggiunta dallo scorso anno l’attivazione di un contributo specifico per gli over 65 (subito inevitabilmente definito “bonus animali domestici”), ovvero un rimborso sulle spese veterinarie assegnato in base all’Isee, che diventerà operativo anche per l’anno in corso non appena il ministro della Salute, incassato il via libera della Conferenza Stato-Regioni, emanerà il decreto attuativo.

Le risorse disponibili per il 2025 (così come per il 2026), grazie al finanziamento triennale disposto dalla Legge di bilancio 2024, ammontano a 237.500 euro (l’anno scorso erano state pari a 250mila).

A esprimere particolare soddisfazione per il semaforo verde della Stato-Regioni al Fondo di sostegno per le spese per la cura dei pet è il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (nella foto),  che definisce “un atto di sensibilità, civiltà e grande attenzione del Governo verso le categorie più deboli” che traggono giovamento dalla compagnia di animali domestici. Il sottosegretario, a conferma dell’attenzione dell’esecutivo sul tema, ricorda il provvedimento a sua firma del settembre 2024 per favorire la donazione e la distribuzione gratuita di medicinali veterinari per la cura degli animali d’affezione, “sempre in favore di soggetti over65 e in situazione economica svantaggiata. Questi interventi”  conclude Gemmato  “rappresentano un sostegno concreto per le persone più fragili, contribuendo al benessere degli animali da compagnia e rafforzando il legame tra salute pubblica e sanità animale”.

Che il sostegno alle persone anziane proprietarie di animali di compagnia abbia anche ragioni di ordine sanitario ebbe peraltro modo di spiegarlo lo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto), rispondendo ad alcune domande sul tema nel question time alla Camera dei deputati del 29 gennaio scorso. Nell’occasione, il titolare del dicastero spiegò appunto che, “nell’ottica di poter garantire i benefici per la salute che porta l’interazione con gli animali da affezione”, era intenzione del ministero “verificare le possibilità di un futuro rafforzamento delle misure finanziarie in favore dei proprietari di animali non abbienti”. 

Schillaci, in quella circostanza, annunciò anche di voler prendere in considerazione la proposta di istituire la figura del medico veterinario di base convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, ricalcando il modello dei medici di famiglia: “Una figura che dovrebbe consentire a chi non può, soprattutto alle famiglie poco abbienti, di poter avere un veterinario”. Un intendimento certamente lodevole, per il quale non risultano almeno al momento sviluppi concreti, che – peraltro – si annunciano a dir poco problematici, alla luce delle gravi difficoltà attraversate dal nostro Servizio sanitario nazionale sul terreno della disponibilità di adeguate risorse economico-finanziarie.

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