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venerdì 24 Ottobre 2025
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Malaria, studio inglese individua farmaco che rende il sangue umano letale per le zanzare

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Roma, 1 aprile –  L’assunzione di un farmaco, il nitisinone, potrebbe rappresentare l’arma definitiva e totale contro le zanzare, che se da noi sono considerate niente di più che un fastidio che disturba il nostro sonno soprattutto nelle notti d’estate, in gran parte del mondo sono tra i più letali vettori di malattie e provocano qualcosa come mezzo milione di morti ogni anno solo a causa della malaria. Da uno studio coordinato da Lee Rafuse Haines (nella foto) del Department of Vector Biology della Liverpool School of Tropical Medicine, con un team di ricercatori della stessa università e della Glasgow University, pubblicato su Science Translational Medicine, è emersa una proprietà del tutto inattesa del farmaco in questione, impiegato per trattare disturbi metabolici rari: trasforma il sangue umano in un veleno mortale per le zanzare.

Il nitisinone è un inibitore enzimatico Hppd approvato dalla Food and Drug Administration statunitense e utilizzato per trattare rari disturbi ereditari umani del percorso della tirosina. Lo studio inglese dimostra che il sangue umano contenente nitisinone a zanzare femmine (sono state utilizzate Anopheles gambiae) risulta letale sia per le zanzare giovani che per quelle vecchie, nonché per i ceppi di Anopheles resistenti agli insetticidi.. I test condotti dalla Liverpool School of Tropical Medicine hanno dimostrato che gli insetti muoiono entro 12 ore dal pasto di sangue contenente anche minime quantità di nitisinone.

A rendere particolarmente interessante il farmaco è la sua persistenza più lunga nel flusso sanguigno rispetto ad altri farmaci (come ad esempio l’ivermectina) che hanno effetti analoghi: la maggiore durata nel circolo ematico aumenta infatti le possibilità che le zanzare entrino in contatto con la sostanza letale. Inoltre, non agisce sul sistema nervoso degli artropodi, potenzialmente riducendo l’impatto su insetti benefici come gli impollinatori. Tutte caratteristiche che giustificano ulteriori indagini sull’inibizione dell’enzima Hppd dell’Anopheles con nitisinone come intervento complementare per il controllo dei vettori e la prevenzione della trasmissione della malaria.

Ovviamente, sarà anche necessario valutare il rischio dello lo sviluppo di resistenze al nitisinone da parte delle zanzare, così come gli effetti a lungo termine sull’ecosistema, temi che  rendono necessari studi approfonditi prima di qualsiasi implementazione sistematica.

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