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giovedì 23 Ottobre 2025
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Giubileo dei malati e della sanità, a San Pietro anche una delegazione dell’Ordine di Roma

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Roma, 8 aprile – Il Giubileo degli Ammalati e della Sanità celebrato a Roma lo scorso fine settimana, il 5 e 6 aprile, ha riunito in Piazza San Pietro in un clima di intensa partecipazione e profonda spiritualità migliaia di pazienti persone ammalate, professionisti e operatori sanitari, volontari del soccorso e dell’assistenza e fedeli provenienti da tutta Italia e dall’estero. Tutti  spinti dal desiderio di vivere e condividere un momento di comunione, preghiera, speranza e riflessione sulla condizione di fragilità comune a tutti gli esseri umani, che le malattie e le condizioni di difficoltà rendono manifesta ed evidente.

La due giorni giubilare ha preso il via sabato 5 aprile con il pellegrinaggio alla Porta Santa, accessibile dalle 8 alle 17. Ma i partecipanti hanno avuto anche la possibilità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione nelle chiese giubilari, gesto che ha assunto un significato particolarmente profondo per coloro che ogni giorno affrontano la sofferenza e per chi li assiste, ma anche per quel “popolo della salute” che prende in carico la loro cura.

Il pomeriggio, dalle 16 alle 18.30, è stato dedicato al Dialogo con la città, iniziativa che ha animato alcune piazze di Roma con attività culturali, artistiche e spirituali. Concerti, testimonianze, performance e momenti di riflessione hanno coinvolto cittadini e pellegrini, offrendo un’occasione di incontro tra la dimensione del servizio e quella della fede.

Domenica 6 aprile, il Giubileo degli Ammalati e della Sanità ha raggiunto il suo culmine nella solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Rino Fisichella (nella foto), pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. La celebrazione eucaristica, iniziata alle 10.30 in una gremita Piazza San Pietro, ha rappresentato un intenso momento di comunione, che ha lasciato un segno tangibile di vicinanza, consolazione e forza, grazie anche alla potente omelia del Santo Padre Francesco letta dallo stesso mons. Fisichella: è proprio nei momenti di maggiore debolezza che Dio semina una speranza nuova. A significare che la sofferenza non è una condanna, ma può diventare luogo sacro di umanità, redenzione, rinascita.

Al Giubileo ha preso parte, insieme a molti farmacisti che hanno voluto essere presenti, anche una delegazione del Consiglio dell’Ordine dei Farmacisti di Roma e provincia, con il presidente Giuseppe Guaglianone (nella foto con il ministro della Salute Orazio Schillaci, che non ha ovviamente voluto mancare l’importante appuntamento giubilare dedicato alla salute). 

Una presenza, quella della delegazione dell’Ordine romano, che ha voluto essere – al di là del personale rapporto con la fede di ciascuno – una testimonianza della profonda consapevolezza del significato dell’assistenza e della cura di chi è malato, attività che è in sé sacra, a prescindere da ogni credo religioso, perché vocata e votata alla cura del bene più prezioso, la vita. E coloro che curano e assistono, prendendosi cura – in forme diverse – di altri esseri umani malati e fragili finiscono inevitabilmente, solo per essere lì con la loro umanità, una presenza confortante e una sorgente di speranza. “Angeli” in sembianze umane, in altre parole, che non hanno bisogno di ali per “volare” accanto a chi ha bisogno di assistenza e cura.

La presenza della delegazione dell’Ordine romano a Piazza San Pietro ha voluto ricordare proprio questo: che tra quegli “angeli senza ali” ci sono anche i farmacisti, vicini ogni giorno a coloro che soffrono con la loro vicinanza, la loro capacità di ascolto e  la loro attenzione partecipe, responsabile e compassionevole.

“Oggi più che mai, essere farmacisti significa esserci davvero, essere presenza silenziosa, ma essenziale, nel letto dell’infermità, nell’ascolto, nella parola giusta, nel consiglio dato con competenza e umanità” ha detto Guaglianone commentando le due giornate giubilari dedicate ai malati e al popolo della sanità. Per poi concludere, da credente, con un invito: “A chi è malato, a chi soffre, a chi cura: camminiamo insieme. Come un popolo nuovo, che rinasce ogni giorno, nella luce della fiducia e nella forza della misericordia”.

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