Roma, 30 aprile – Deborah Grayson (nella foto), farmacista e terapista nutrizionale presso il centro oncologico Heartburn Cancer del Regno Unito, un’organizzazione benefica che si occupa di sensibilizzare l’opinione sul cancro dell’esofago, oltre che di supporto ai pazienti, si è guadagnata ieri anche le attenzioni della stampa di informazione italiana per un video dove spiega come l’uso dei nuovi farmaci agonisti del recettore Glp-1 impiegati contro il diabete ma – sopra e prima di tutto – come rimedi contro il sovrappeso e l’obesità, possa essere correlato al rischio di dolorosissimi calcoli biliari.
La farmacista britannica, meglio nota agli utenti di Tik Tok come Godmother of Pharmacology, il nickname con il quale pubblica video che trattano varie problematiche di salute, ha richiamato l’attenzione su farmaci di grande attualità e crescente successo, le incretine e tra queste, in particolare, gli agonisti del recettore del Glp-1, nuova frontiera dei trattamenti per perdere peso.
Sulle possibili Adv, ovvero le reazioni avverse o effetti collaterali indesiderati che dir si voglia, a giudizio di Grayson, si tende però a glissare, anche se sono ben noti alle autorità sanitarie e agli stessi produttori di questi farmaci, che indicano nel bugiardino il rischio, dimostrato in vari studi, che possano appunto insorgere patologie della colecisti e biliari (in particolare calcoli) a seguito dell’uso di farmaci a base di questi farmaci.
“Vedo sempre più pazienti che usano punture dimagranti per perdere peso e che devono farsi togliere la cistifellea” avverte la farmacista in un video di inizio marzo che ha superato le 100.000 visualizzazioni. “Molti professionisti con cui lavoro hanno rivelato negli scorsi 7-15 giorni almeno un paio di pazienti cui hanno dovuto asportare la cistifellea”.
Ci sono comunque categorie più esposte ai calcoli della cistifellea: soprattutto le donne fra 30 e 50 anni, le persone in sovrappeso e/o che hanno una dieta ricca di grassi e colesterolo, chi soffre di malattie tiroidee e chi ha perso peso molto rapidamente. Nello specifico delle punture dimagranti, secondo gli studi il rischio si accresce maggiormente con dosi alte e uso prolungato. La farmacista inglese spiega da parte sua che molte persone aumentano le dosi per accelerare il dimagrimento. Ma non è proprio il caso, soprattutto per il farmaco ormai accreditatosi come il più efficace nel mazzo delle incretine, ovvero Mounjaro, in possesso di un’azione dimagrante più rapida ed efficace rispetto a quella dei concorrenti.
I rischi di infiammazione del pancreas – secondo quanto riferisce l’ampio articolo sul tema pubblicato ieri da Il Fatto quotidiano – sono stati denunciati anche da un altro medico tiktoker, oltre che dalle autorità sanitarie inglesi. Il medico è Ethan Melillo, a giudizio del quale per chi usa i nuovi farmaci dimagranti la pancreatite rappresenta “un effetto collaterale raro ma molto serio”. Secondo gli studi ci sarebbe effettivamente un collegamento tra il tirzepatide e il maggior rischio di pancreatite, ma le evidenze e le motivazioni di questo effetto collaterale sono ancora poco chiare. Una delle ipotesi è che il problema possa essere legato all’aumento ematico di enzimi pancreatici che finirebbe con il ritorcersi contro il pancreas stesso. In ogni caso, Melillo raccomanda ai pazienti di contattarlo subito “se sperimentano un dolore nello stomaco che si irradia alla schiena”.
Nel settembre scorso, il tabloid Daily Mail, ultra-secolare e popolarissimo quotidiano britannico, ha riportato la notizia della morte di un’infermiera scozzese 58enne, Susan McGowan, che aveva fatto due iniezioni a basso dosaggio ed era in seguito deceduta per pancreatite, shock settico e insufficienza multi-organo. Il quotidiano, nel riferire la notizia, precisò che si riteneva fosse “la prima volta che la medicina è stata elencata come concausa su un certificato di morte”.
Tirzepatide e affini sono ormai usati da mezzo milione di persone in tutto il mondo (naturalmeente si tratta della parte più ricca e più in carne del dovuto, ça va sans dir). E bisogna dire che si tratta di farmaci che hanno dimostrato di dare molti benefici: per il solo Ozempic (semaglutide), ad esempio, se ne contano una quarantina circa. Sempre semaglutide, che pure ha mostrato risultati significativi nel controllo degli i zuccheri nel sangue, secondo quanto rilevato dall’American Academy of Ophthalmology ha il suo – diciamo così – lato oscuro: ci sono infatti studi dai quali emerge che può causare alterazioni della vista, tra cui visione offuscata, peggioramento della retinopatia diabetica e degenerazione maculare. La prima problematica rientra dopo pochi mesi, sulle altre gli studi pendono ancora interrogativi e gli studi sono ancora in corso.
Insomma, per “miracolosi” che possano apparire, i farmaci sono farmaci e non possono mai (meglio sottolineare l’avverbio: mai) – essere assunti con leggerezza: una lezione che non bisogna mai stancarsi di ricordare, soprattutto in quei casi – tra i quali rientrano certamente i nuovi dimagranti – in cui le aspettative sono così alte da indurre ad abbassare pericolosamente attenzioni e cautele.