Roma, 16 giugno – Il nucleo della questione corre sul filo della parola “discriminazione”, quella che subirebbero i farmacisti titolari e collaboratori di parafarmacia rispetto ai farmacisti che lavorano in farmacia. Stesso titolo e stessa professione, ma diverso trattamento da parte le istituzioni (più volte tirate per la giacchetta al riguardo) anche su questioni essenziali. Come, ad esempio, la partecipazione a un pubblico concorso per l’assegnazione di sedi farmaceutiche. Dove accade – da ultimo nel bando indetto dalla Regione Puglia il 14 aprile 2025 – che non venga previsto alcun riconoscimento, in termini di assegnazione di punteggio, dell’attività esercitata da un farmacista in parafarmacia, al contrario di quel che accade a chi ha lavorato in farmacia.
E sì che proprio in Puglia qualche settimana fa, aderendo alle legittime sollecitazioni dei molt
i iscritti all’Ordine dei farmacisti che esercitano la professione in parafarmacia, era stato lo stesso presidente dell’Ordine interprovinciale di Bari-Andria-Barletta, Luigi D’Ambrosio Lettieri (nella foto), a segnalare alla Fofi la necessità di valutare iniziative finalizzate all’aggiornamento dei titoli relativi all’esercizio professionale di cui all’art. 5 del Dpcm n. 298/1994, che “dovrebbero essere integrati con l’attività svolta dal farmacista titolare o collaboratore di esercizio di parafarmacia, con l’assegnazione di un punteggio”.
La questione, ovviamente, non è di oggi: in più occasioni le sigle nazionali dei farmacisti delle parafarmacie avevano invocato in passato un incontro con il ministero della Salute per porre all’attenzione del governo la inaccettabile situazione di disparità. Ma tutte le istanze almeno fino a oggi, sono rimaste orfane di attenzioni e riscontri.
Da qui la decisione di Unaftisp, l’Unione nazionale farmacisti titolari di sola parafarmacia, di partire lancia in resta contro il bando indetto dalla Regione Puglia per il concorso pubblico regionale, per titoli ed esami, per il conferimento delle sedi farmaceutiche disponibili per il privato esercizio nella Regione Puglia.
“È inconcepibile che a vent’anni dalla legislazione che ha novellato la distribuzione dei farmaci e che ha previsto, altresì, la presenza obbligatoria, con funzioni di ‘responsab
ile’ di almeno un farmacista per tutto l’orario di apertura delle parafarmacie” afferma il presidente di Unaftisp Enrico Cancellotti (nella foto) “non si sia ancora messo mani a una adeguata riforma e rimodulazione delle funzioni professionali e degli ambiti di attività del farmacista come per esempio l’esercizio della professione in parafarmacia, abilitazione a servizi di vaccinazione e altri ancora”.
E proprio lamentando il mancato riconoscimento, tra i criteri di valutazione riportati dal bando ai fini dell’assegnazione delle sedi farmaceutiche vacanti, del punteggio per il servizio svolto dai farmacisti titolari e collaboratori di parafarmacia, Unaftisp ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo della Puglia, sezione di Bari. Ricorso subito sottoscritto da molti farmacisti pugliesi appartenenti a Unaftisp, Federfardis e Movimento nazionale liberi farmacisti/Culpi.
A entrare nel dettaglio dell’azione avviata da Unaftisp sono gli avvocati che assistono l’associazione, Antonio Ermenegildo Renna e Angelo Vantaggiato, entrambi del foro di Lecce. Il mancato riconoscimento dell’attività dei farmacisti di parafarmacia nel novero dei criteri di valutazione per il calcolo del punteggio professionale ai fini dell’assegnazione delle nuovi sedi farmaceutiche, per i due legali, “determina una grave disparità di trattamento e una evidente violazione dei principi costituzionali in materia di accesso ai concorsi e dei principi di uguaglianza”. E ciò tanto più se si considera, affermano gli avvocati, “che quel bando prevede addirittura il riconoscimento del servizio e l’assegnazione di un punteggio al direttore di deposito o di magazzino di medicinali o di officine di produzione di cosmetici o di collaboratore ad altro titolo di industria farmaceutica ma non al farmacista, iscritto all’albo, che esplichi la sua professione come titolare e/o collaboratore di parafarmacia”.
La parola, ora, passa ai giudici amministrativi del Lazio.


