Roma, 24 giugno – La Commissione europea ha deciso di escludere le aziende cinesi dagli acquisti governativi nell’Ue di dispositivi medici per un importo superiore a 5 milioni di euro, in risposta alla chiusura della Cina nei confronti degli apparecchi medicali prodotti nell’Ue nei suoi appalti pubblici. La decisione segue le conclusioni della prima indagine condotta nell’ambito dello Strumento per gli appalti internazionali (Ipi) e non consente più del 50% di input provenienti dalla Cina per le offerte aggiudicate nell’Unione.
La risposta è “proporzionata” agli ostacoli posti dalla Cina, garantendo al contempo la disponibilità di tutti i dispositivi medici necessari per il sistema sanitario dell’Ue. Saranno previste eccezioni, precisa l’esecutivo Ue, quando non esistono fornitori alternativi. Le misure “sono coerenti con gli obblighi internazionali dell’Ue, anche verso la Wto, poiché l’Unione non ha impegni vincolanti in materia di appalti nei confronti della Cina”.
La decisione “mira a incentivare la Cina a cessare la discriminazione nei confronti delle aziende e dei dispositivi medici prodotti nell’Ue e a trattare le aziende europee con la stessa apertura che l’Ue riserva alle aziende e ai prodotti cinesi”, conclude la Commissione.


