Roma, 30 giugno – In quella che – per tutto o quasi – o sembra essere l’era dell’abbondanza, manca qualcosa di molto prezioso: il tempo. Che non è mai abbastanza, tanto da far sentire gli italiani nella spiacevole condizione di vivere appunto in una “carestia di tempo”. Lo rileva il rapporto Il tempo e il cibo realizzato dal Censis per Camst, il colosso italiano dei servizi di ristorazione collettiva, ristorazione commerciale e delle mense.
Dalla ricerca dell’istituto fondato da Giuseppe De Rita, che esplora il legame tra accelerazione digitale, qualità della vita e pratiche alimentari, emerge che per gli italiani di tempo non ce n’è mai abbastanza, soprattutto per le attività quotidiane basilari come mangiare. Il che è paradossale, in un’epoca in cui l’attenzione che si riserva al cibo ha raggiunto livelli impensabili, come è stato diffusamente illustrato nel corso dell’evento Il tempo e il cibo. Food Obsession tra rappresentazione dei media e comportamenti di consumo tenutosi a Bologna il 27 giugno scorso in occasione dell’80° anniversario di Camst.
Alcuni dati emersi dall’indagine Censis-Camst, presentata da Massimiliano Valerii e Sara Lena, rispettivamente consigliere delegato e ricercatrice del Censis: il 62,2% degli intervistati dichiara di non riuscire a completare le attività quotidiane, mentre l’83,7% prova ansia per questo motivo. “La tecnologia, pur moltiplicando le possibilità, ha intasato le giornate, erodendo spazi personali e momenti di benessere” spiega l’istituto di ricerca. La risposta più efficace a questa situazione, per gli stessi intervistati, sarebbe quella di rallentare: è quanto desiderano il 70,2% degli italiani. E – in questo desiderio di tempi più distesi – il cibo sembra giocare un ruolo fondamentale: il 95,3% degli italiani considera importante il tempo trascorso a tavola in compagnia, l’87,9% vorrebbe poterne avere di più. Inoltre, il 69,3% desidera più tempo per cucinare e il 69,2% per fare la spesa in modo più consapevole.
Ma un contoè ciò che si desidera, un altro la realtà: nella quotidianità, il tempo medio dedicato ai pasti nei giorni feriali è di appena 60 minuti complessivi (28 per il pranzo, 32 per la cena).
Nel weekend si arriva a 75 minuti, ma la distanza tra desiderio e realtà resta ampia. Anche il tempo medio dedicato a cucinare è contenuto: 32 minuti nei feriali, 39 nei festivi. Eppure il cibo è una vera ossessione: 14 milioni di italiani seguono programmi culinari e l’84,2% cerca contenuti sul tema online, ma nella vita reale il tempo a esso dedicato è spesso sacrificato.
La ricerca, poi, si incrocia con il core business di Camst. Tra gli occupati, il 97% effettua una pausa pranzo, ma solo il 3,3% riesce a dedicargli più di un’ora. La media è di 24 minuti. Eppure, l’86,7% la considera un momento importante per il proprio benessere e l’87,7% ritiene che una pausa pranzo di qualità migliori anche la produttività.
“Per celebrare i nostri primi 80 anni abbiamo voluto approfondire il rapporto tra gli italiani e il tempo dedicato al cibo. Il tempo, per noi che ci occupiamo di servizi, è ciò che si può trasformare in valore per sé e per gli altri ed è necessario guardare costantemente alle trasformazioni sociali e cercare di capire come garantire al meglio tempo di qualità a chi si affida a noi, con il nostro cibo, il nostro personale e le nostre strutture” osserva il presidente di Camst Group, Francesco Malaguti. “In particolare, nei contesti di lavoro, emerge chiaramente che una pausa di qualità è importante per il benessere delle persone, con ricadute rilevanti anche sulla produttività delle organizzazioni”.