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mercoledì 29 Ottobre 2025
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Curia, Farmaci, no a uso logo bio Ue su tisana medicinale vegetale senza ok dell’autorità

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Roma, 30 giugno – La Corte di giustizia dell’Unione europea, pronunciandosi su una causa avviata dai giudici tedeschi, ha sancito in una sentenza che una tisana medicinale qualificata come medicinale vegetale tradizionale non può, in linea di principio, essere commercializzata con il logo bio. La situazione può essere diversa qualora tale dicitura sull’imballaggio sia stata approvata dall’autorità competente a causa dell’effetto benefico della produzione biologica sulle caratteristiche terapeutiche del medicinale.

La questione è sorta a seguito dell’iniziativa di un’impresa tedesca, la Salus, che commercializza medicinali a base di erbe, tra i quali una tisana medicinale alla salvia. L’imballaggio del medicinale reca il logo ufficiale di produzione biologica dell’Unione europea, che Salus intende utilizzare anche per commercializzare altre tisane medicinali. Intento che però ha incontrato l’opposizione dell’impresa concorrente Twardy, che – ritenendo che il diritto dell’Unione osti all’uso del logo bio sull’imballaggio di un medicinale – ha chiesto ai giudici tedeschi di vietare alla Salus di commercializzare tisane medicinali a base di piante il cui imballaggio contenga indicazioni relative all’origine biologica di tali piante. Il giudice tedesco investito della causa ha chiesto alla Corte di giustizia Ue di pronunciarsi a riguardo.

Nella sua sentenza, la Corte lussemburghese spiega che “tisane medicinali” come quelle in oggetto, “che devono essere considerate medicinali vegetali tradizionali, non possono essere commercializzate, in linea di principio, con il logo bio. Infatti, in quanto medicinali, rientrano esclusivamente nell’ambito di applicazione delle norme dell’Unione europea sui medicinali e non in quelle relative alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici”.

“È vero che sull’imballaggio di medicinali possono figurare talune informazioni facoltative, a condizione che siano utili per il paziente e non presentino carattere promozionale” riconoscono i giudici della Curia. “Tuttavia, informazioni relative alla produzione biologicadelle sostanze attive di medicinali vegetali tradizionali non soddisfano tale condizione. Infatti, poiché detti medicinali possono essere acquistati senza prescrizione medica, tali informazioni possono direttamente sfociare in una decisione di acquisto da parte del paziente, senza che abbiano necessariamente un valore sanitario”.

“Ciò premesso – precisa la Corte Ue – l’autorità competente può, nell’ambito di una procedura di autorizzazione all’immissione in commercio, constatare che sostanze attive aventi proprietà curative o profilattiche derivanti da una produzione di agricoltura biologica hanno un effetto benefico sulle caratteristiche terapeutiche di un medicinale. In tal caso” conclude la sentenza “l’autorità può approvare tale indicazione sull’imballaggio del medicinale”.

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