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giovedì 11 Dicembre 2025
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Ccnl farmacie, Mariani (Filcams): “Dipendenti non più disposti ad accettare scorciatoie”

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Roma, 22 luglio – C’è chi ha molte idee ma confuse e chi, ancora peggio, non solo le ha confuse ma ne ha anche poche.  Poi c’è chi, per sua fortuna, dà sempre l’impressione di
avere il numero di idee che servono e di riuscire a esprimerle con la massima chiarezza. In questa tipologia di persone può certamente essere arruolata Benedetta Mariani (nella foto), responsabile del progetto nazionale Farmacie della Filcams Cgil, come conferma l’intervista rilasciata qualche giorno fa alla newsletter Farmacista33.

Nella quale la sindacalista dà intanto una notizia importante, quella dei tentativi in corso tra le parti trattanti per riprendere i negoziati bruscamente interrotti nello scorso mese di maggio, con l’ipotesi di un nuovo incontro prima della fase estiva, entro la prima settimana di agosto, per scongiurare che alla ripresa di settembre la situazione di muro contro muro possa radicalizzarsi e peggiorare, sfociando in nuove iniziative sindacali “anche più energiche”, come ipotizza Mariani.

Sembra  però di capire che la possibilità, almeno al momento, sia piuttosto remota: tutto dipenderà dall’atteggiamento di Federfarma, e su questo la sindacalista è chiarissima. Se le posizioni  maturate dopo questi due intensi mesi di mobilitazione sindacale, con tanto di sciopero e azioni pubbliche di protesta in numerose città d’Italia, “fossero ancora così distanti dall’accettabilità da non poter rappresentare una base per una proficua riapertura della discussione”, la mobilitazione dei sindacati dei dipendenti non solo continuerà ma con ogni probabilità si inasprirà, anche per sfruttare al meglio la situazione creatasi dopo questi mesi di lotta.

Per Mariani – e si tratta di una realtà che a suo giudizio ha percepito anche Federfarma – “c’è stata una svolta nell’atteggiamento dei farmacisti dipendenti, stavolta decisi a conquistarsi tramite la maggior forza delle rappresentanze sindacali e della visibilità della partecipazione un buon rinnovo di contratto e non più disposti ad accettare scorciatoie”.

Qualcosa di importante è accaduto, insomma, in termini di consapevolezza dei dipendenti rispetto alla necessità di un’azione collettiva organizzata, soprattutto grazie al lavoro condotto già molti mesi prima della scadenza del contratto dai sindacati. Si è trattato di un lungo e intenso percorso di assemblee provinciali aperte a tutti i farmacisti per ascoltarne i bisogni e costruire insieme la piattaforma di richieste, nel corso del quale adesione sindacale e partecipazione attiva sono stati proposti come i soli concreti strumenti per cambiare i rapporti di forza al tavolo negoziale con la controparte e avere più chance di ottenere il riconoscimento del valore del lavoro che si fa in una farmacia di oggi. Un lavoro che è molto cambiato negli ultimi anni sia nella mansioni sia negli orari, ma che fino a oggi non è mai stato adeguatamente riconosciuto a livello contrattuale.

I risultati organizzativi, come la stessa Mariani scriveva già alla fine dello scorso mese di maggio su Cgil Filcams Reds, hanno fatto registrare una crescita di rappresentatività:Questa volta i farmacisti sentono l’urgenza di provare in ogni modo a cambiare le condizioni di una professione che per orari stipendi e mansioni è diventata sempre meno attrattiva, e per costruire questo cambiamento necessario a questo punto della discussione contrattuale solo l’esercizio del conflitto tramite una mobilitazione forte e partecipata può spostare gli equilibri del tavolo” affermava la sindacalista, anticipando di fatto le proteste espresse nelle iniziative decisamente “partecipate” nei mesi di giugno e luglio e percepite in tutta la loro forza anche dai rappresentanti provinciali di Federfarma, testimoni diretti delle iniziative di protesta, quasi sempre concluse da incontri estemporanei con le delegazioni dei sindacati e dei farmacisti collaboratori scesi in piazza (nella foto del titolo, la manifestazione di protesta a Modena). 

Mariani, alla fine della fiera, manda un messaggio molto chiaro: la prosecuzione delle trattative per il Ccnl può cominciare solo da qui, dal fatto che il percorso per costruire un buon rinnovo in questa tornata contrattuale ha prodotto buoni frutti, crescendo in partecipazione e aumentando il numero di collaboratori sempre più coinvolti nella battaglia per affermare i loro interessi. I sindacati sono determinati a tenere il punto e tocca quindi a Federfarma rivedere le proposte ufficialmente presentate (e poi reiterate) nel corso del negoziato, ritenute irricevibili da sindacati e lavoratori e all’origine della rottura delle trattative.

La speranza è che il quadro generale e il senso della partita che si sta giocando (che a giudizio di molti trascende il significato, pur ovviamente importantissimo, dello stesso Ccnl) ora siano più chiari a tutti e le posizioni tra le parti possano riavvicinarsi.

Ma quel che sembra certo – e che di fatto Mariani conferma – è che a fare il passo più lungo per avvicinarsi all’altra parte debba necessariamente essere Federfarma. Potrà e vorrà farlo?

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