Roma, 15 settembre – Dopo il fortissimo giro di vite deciso da Governo USA e Fda la scorsa settimana, con l’annuncio di “ampie riforme per limitare la pubblicità farmaceutica ingannevole rivolta direttamente al consumatore”, le aziende farmaceutiche d’oltre Oceano associate a Pharma, la Pharmaceutical research and manufacturers of America, omologo statunitense della nostra Farmindustria, scendono in campo per dire la loro.
“La pubblicità Dtc (diretta al consumatore) fornisce ai pazienti informazioni importanti, basate sui fatti, utili e accessibili sulle potenziali opzioni di trattamento. Le aziende associate alla Phrma sono impegnate per una pubblicità responsabile e accurata che aiuti gli americani a prendere decisioni consapevoli sulla propria assistenza sanitaria, consultandosi con il proprio medico” puntualizza la sigla delle aziende farmaceutiche americane in una nota in cui il presidente e Ceo dell’associazione,
Stephen J. Ubl (nella foto a destra), commentava le raccomandazioni emerse dall’iniziativa Make Our Children Healthy Again Strategy.
Proprio subito dopo la presentazione di questo rapporto (nel quale tra l’altro c’era un appello al governo per intensificare l’applicazione delle leggi sulla pubblicità dei farmaci da prescrizione, dando priorità a quelle definite “violazioni gravi che dimostrano un danno”, Donald Trump ha annunciato la firma di un memorandum per il segretario della Salute e dei Servizi umani Robert Kennedy Jr (insieme al presidente nella foto del titolo) e per il commissario della Fda Marty
Makary (nelle foto a lato) su “come affrontare le pubblicità dirette al consumatore fuorvianti”. Queste pubblicità dei farmaci da prescrizione, si legge nel documento, “possono fuorviare il pubblico sui rischi e sui benefici, incoraggiare l’assunzione di farmaci anziché modificare lo stile di vita, interferire in modo inappropriato nel rapporto medico-paziente e favorire farmaci costosi rispetto ai generici più economici”.
“La mia amministrazione – conclude Trump nell’atto – garantirà che l’attuale quadro normativo sulla pubblicità dei farmaci fornisca ai consumatori americani informazioni eque, equilibrate e complete”.
In altre parole, secondo quanto riporta il New York Times, si indirizza l’amministrazione Usa al ripristino di una policy di decenni fa che limiterà drasticamente la pubblicità di farmaci da prescrizione in Tv.
La decisione riflette una delle massime priorità del segretario della Salute Kennedy Jr, che ha ripetutamente chiesto il divieto della pubblicità dei farmaci in televisione. L’amministrazione ha dichiarato di voler tornare “allo status quo pre-1997”, evidenzia l’autorevole quotidiano americano. Cioè alla situazione com’era prima dell’allentamento delle regole operato in quell’anno dalla Fda per timore che la restrizione violasse il Primo Emendamento. Da allora gli inserzionisti farmaceutici hanno potuto riassumere brevemente i rischi di un prodotto per poter essere inseriti in uno spot televisivo di 30 secondi.
Nella nota diffusa nelle scorse ore dalla Fda – in cui si annunciava l’invio di migliaia di lettere alle aziende farmaceutiche per la rimozione delle pubblicità ingannevoli e di un centinaio di lettere di diffida alle aziende che pubblicano queste pubblicità ingannevoli – si affronta anche un altro capitolo, quello dei social e delle promozioni non dichiarate degli influencer, segnalando una nuova area di interesse per l’agenzia.
“Anche gli americani vivono in una nuova era dei social media” si legge nella nota. “La crescente dipendenza dai canali digitali e social, inclusa la promozione non dichiarata di influencer a pagamento, ha reso meno netti i confini tra contenuti editoriali e pubblicità farmaceutica, rendendo sempre più difficile per i pazienti distinguere tra informazioni basate sull’evidenza e materiale promozionale”.


