Roma, 7 ottobre – Casi di Chikungunya (Chikv) in aumento nel 2025 in diversi Paesi, compresi alcuni che non avevano segnalato un numero significativo di contagi negli ultimi anni. Tra il primo gennaio e il 30 settembre di quest’anno sono stati segnalati 445.271 casi sospetti e confermati, con 155 decessi in 40 Paesi, tra infezioni autoctone e importate tramite viaggi. Alcune regioni stanno registrando un aumento significativo rispetto al 2024, sebbene altre stiano attualmente segnalando un numero di casi inferiore. Questa distribuzione non uniforme dei casi rende difficile definire la situazione come un aumento globale. A tracciare il quadro della situazione in un aggiornamento diffuso venerdì scorso, 3 ottobre, è l’Organizzazione mondiale della sanità, aggiungendo che alla luce dei dati sui focolai in corso segnalati, il potenziale di ulteriore diffusione rimane significativo..
La malattia è una di quelle trasmesse attraverso zanzare del genere Aedes, vettori del virus. “Può essere introdotta in nuove aree da viaggiatori infetti e la trasmissione locale può essere stabilita in presenza di zanzare Aedes e di una popolazione suscettibile” avverte l’agenzia Onu per la salute. “Il rischio è aumentato dalla limitata immunità della popolazione in aree prima non colpite, dalle condizioni ambientali favorevoli alla riproduzione dei vettori, dalle lacune nella sorveglianza e nella capacità diagnostica e dall’aumento della mobilità umana e degli scambi commerciali. Rafforzare la sorveglianza delle malattie, potenziare la sorveglianza e il controllo dei vettori e migliorare la preparazione della sanità pubblica sono essenziali per mitigare il rischio di ulteriore trasmissione”.
Prima del 2025, era stata segnalata una trasmissione autoctona attuale o pregressa di virus Chikungunya in 119 Paesi e territori. In un totale di 27 Paesi e territori di 6 regioni Oms si sono stabilite popolazioni competenti di zanzare Aedes aegypti, ma non è stata ancora segnalata trasmissione autoctona di Chikv. Altri Paesi hanno popolazioni di zanzare Aedes albopictus (meglio note nel nostro Paese come zanzara tigre, riconoscibili per le striature bianche su zampe e torace) che possono anch’esse trasmettere Chikungunya e in cui l’efficienza di trasmissione è migliorata per i ceppi con mutazione E1 226V.
“La presenza di questi vettori – evidenzia l’Oms – rappresenta una minaccia continua di introduzione e diffusione della Chikungunya in aree precedentemente non colpite. L’aumento della trasmissione del virus è dovuto a molteplici fattori, tra cui l’espansione geografica delle zanzare Aedes, correlata al trasporto e ai cambiamenti climatici, l’urbanizzazione incontrollata, la cattiva gestione delle risorse idriche e l’indebolimento della sorveglianza e del controllo dei vettori”.
Se in contesti piccoli, come le isole, la dinamica di trasmissione può essere temporaneamente interrotta una volta che una parte della popolazione viene infettata e successivamente immunizzata, in popolazioni più grandi, tuttavia, dove un numero sufficiente di persone rimane immunologicamente suscettibile, la trasmissione può persistere nel tempo, dando luogo a epidemie prolungate.
Queste epidemie spesso rappresentano un onere significativo per i sistemi sanitari a causa del numero di soggetti colpiti, spiega l’Oms. E i Paesi hanno diverse capacità di rilevare e segnalare la Chikungunya e altre malattie trasmesse da vettori, molte epidemie vengono identificate solo retrospettivamente, ostacolando risposte efficaci di sanità pubblica.
“L’individuazione precoce dei casi, in particolare nelle persone a rischio di malattia grave, e l’accesso tempestivo a cure mediche appropriate sono essenziali per ridurre al minimo le complicanze cliniche e la mortalità” conclude l’Oms. “La variazione nella distribuzione dei casi tra le regioni evidenzia l’importanza di investimenti continui nelle capacità di sorveglianza, preparazione e risposta per affrontare le dinamiche regionali in evoluzione. L’Oms continua a invitare tutti i Paesi a rafforzare i propri sistemi sanitari e di laboratorio per consentire una rapida individuazione, una segnalazione tempestiva e una risposta efficace alle epidemie di Chikungunya”.