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sabato 25 Ottobre 2025
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Numbers 2025, la gestione della farmacia letta con la chiave della multi-generazionalità

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Roma, 9 ottobre – Dopo il conto economico della farmacia (2023)  e l’organizzazione del lavoro (2024), temi delle due precedenti edizioni, l’edizione 2025 di Numbers, l’innovativo progetto di formazione in ambito gestionale ideato da iFarma con il patrocinio di Federfarma e la collaborazione del suo Centro studi (coordinato da Marco Nocentini Mungai) e con supporto non condizionante di Dompé, punta i riflettori su tematiche capaci di solleticare la curiosità e l’interesse delle nuove generazioni professionali, quelle che guideranno e lavoreranno nelle farmacie che abiteranno il futuro.

Una scelta che ha portato inevitabilmente a coinvolgere nell’organizzazione di Numbers 2025 anche Fenagifar, la federazione dei giovani farmacisti presieduta da Vladimiro Grieco (nella foto), confidando nel contributo che proprio i giovani potranno assicurare al dibattito su temi come il supporto delle nuove tecnologie, l’evoluzione della gestione della farmacia, il rapporto dei titolari con la distribuzione intermedia e quello con l’industria.
Una scelta tematica non solo opportuna ma soprattutto necessaria, quella di Numbers 2025, perché la collaborazione tra generazioni è sempre stata un fattore critico, chiave di successo e progresso se ben declinata ma (nel caso contrario) causa anche di mancata crescita, immobilismo e ritardi evolutivi.

Ma è un toro che bisogna afferrare per le corna:  perché, piaccia o meno, è sempre attuale quel  “Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse!” che cesellò l’umanista e tipografo (editore, si direbbe oggi) francese Henri Estienne nei primi decenni del ‘600, per provare a definire il nodo complicato delle dinamiche intergenerazionali.

Allora – ed era il Secolo d’Oro, ovvero un periodo di irripetibile splendore e meraviglia (si veda soprattutto alla voce “arti figurative”) – si era convinti che i rapporti tra vecchi e giovani non potessero uscire da una sorta di immutabile stato delle cose: ai primi veniva accreditato il possesso di un ricco, prezioso bagaglio di conoscenze ed esperienze, ma per contro si riteneva non avessero più le energie, le motivazioni e l’entusiasmo necessari per sfruttarlo al meglio, mentre i giovani, traboccanti di voglia ed energie, erano ritenuti privi di quanto necessario, in termini di saperi, per impiegarle al meglio. Una sorta di ritratto dell’incompletezza, a veder bene: da una parte la vecchiaia riflessiva, perché ha visto il limite e ne ha fatto esperienza. Dall’altro la giovinezza entusiasta e  creativa perché non conosce ancora le regole e osa senza paura nel tentativo di impararle. Ma forse è proprio questa condizione difettiva, di mancanza, la chiave di volta, e dovremmo rileggerla con altri occhi per coglierne quello che forse è il suo significato più vero e profondo. Perché molto probabilmente se i giovani sapessero già tutto, ripeterebbero il passato senza inventare nulla e se i vecchi avessero ancora forza, forse non avrebbero mai trovato il tempo per fermarsi a comprendere, imparando la profondità di sguardo dell’esperienza.

Se fosse proprio la mancanza, dunque, a spingere avanti noi esseri umani (di qualunque età) mai del tutto pronti, mai del tutto completi? Se fosse proprio questo che ci spinge a continuare a cercare, a desiderare, a vivere? È un’ipotesi che forse non è inutile prendere in considerazione, dal momento che, mutatis mutandis, ancora oggi non siamo  molto lontani da lì e sbaglieremmo se pensassimo di esserlo: anche oggi infatti i più “anziani” (boomers e generazione X, secondo la moderna classificazione) sono ritenuti portatori – peraltro non sempre sani – di capacità di lettura critica della complessità e anche di visione lunga. I giovani, invece, incarnano l’attitudine al cambiamento rapido, sguazzano nella dimensione digitale  e hanno familiarità con il new normal, che poi sarebbe la capacità di gestire l’immediato e immaginare il futuro, ma sono spesso impaludati in paralizzanti fragilità e timori (su tutti, secondo alcune rilevazioni sociometriche, quella di fallire, come attesta anche una recentissima indagine tra gli adolescenti dell’Istituto Toniolo che sarà presentata a giorni).

Insomma, c’è ancora da fare, per “connettere” al meglio e favorire il confronto tra chi è venuto prima con chi è venuto dopo e per costruire, anche in farmacia, le condizioni per cui la  multi-generazionalità diventi una fattore che genera valore, mettendo in dialogo prospettive diverse: memoria e futuro, resilienza e agilità, profondità e sperimentazione.

Se ne è parlato nei giorni scorsi a Roma  in occasione della presentazione di Numbers 2025 (un ampio resoconto dell’evento è disponibile su iPharma a questo link) e dei risultati di Numbers Lab, novità della terza edizione del progetto iPharma che ha messo a confronto boomers e zoomers sulle quattro tematiche fondamentali per il futuro della farmacia, già ricordate prima (impatto delle nuove tecnologie, gestione economica e finanziaria, rapporti con la distribuzione intermedia e con l’industria).

Se ne parlerà ancora a Catania, nella cornice di Pharmaevolution, il prossimo 11 ottobre, in un convegno denso di proposte, a partire dalla lectio magistralis di Giorgio Grasso, dell’Università di Messina, sull’impatto dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie sulle aziende. Ma ci sarà anche un confronto sull’evoluzione del ruolo del titolare di farmacia, che vedrà come discussant Marco Cossolo, presidente di Federfarma, il già ricordato Nocentini Mungai, Giacomo Operti, vicepresidente di Fenagifar e  Davide Polimeni, manager di punta di Dompé.
Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta, dello Studio Guandalini, parleranno di pianificazione e controllo aziendale, soffermandosi su strumenti come i budget gestionali, i bilanci preventivi e la gestione della liquidità. E si parlerà anche delle relazioni della farmacia con segmenti fondamentali della filiera, la distribuzione intermedia, in particolare quella di proprietà dei farmacisti, e dell’evoluzione del rapporto farmacia-industria. A chiudere i lavori (coordinati dal direttore di iPharma Laura Benfenati), sarà Erika Mallarini: la docente della SDA Bocconi illustrerà i dati emersi dal Numbers Lab, ricchi di suggestioni importanti su come, nella gestione della farmacia, sia possibile rendere feconda la multi-generazionalità.

Appuntamento sabato 11 ottobre a Catania, a Catania. Ma per chi non potesse raggiungere la città etnea, iPharma garantirà la diffusione dell’evento in streaming: il link per il collegamento sarà comunicato tra oggi e domani su iFarma Digital.

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