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martedì 14 Ottobre 2025
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Influenza, allerta degli esperti: “Colpirà 15-16 milioni di italiani, fondamentale vaccinarsi”

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Roma, 14 ottobre – Le previsioni, alla luce dei dati relativi all’andamento della stagione influenzale nell’emisfero australe, da sempre punto di riferimento per stimare quel che poi succederà nella nostra metà di mondo, non sono davvero delle migliori: l’epidemia di influenza dell’autunno-inverno 2025-26 “potrebbe essere particolarmente intensa”, non troppo diversa per virulenza da quella  dell’emisfero sud, dove “si è appena conclusa una delle stagioni influenzali più difficili degli ultimi anni”.

A confermarlo sono gli esperti di Virusrespiratori.it che monitora anche l’andamento stagionale diSars CoV 2, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e  infezioni respiratorie acute (Ira) per offrire informazioni aggiornate alla popolazione.

“Si tratta sempre di previsioni, ma se lo scenario appena visto in Australia si ripeterà anche in Italia, i casi di influenza potrebbero raggiungere numeri simili se non superiori a quelli dello scorso anno con circa 15-16 milioni di contagi, con rischi soprattutto per i più fragili. I primi virus sono attesi già a ottobre con il picco previsto poi, come ogni anno, tra novembre e dicembre quando si avrà un ulteriore abbassamento delle temperature” afferma Fabrizio Pregliasco (nella foto), virologo e docente di Igiene generale e applicata all’Università di Milano, direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it.

I responsabili di questa diffusione così ampia, spiega l’esperto, saranno due varianti principali, A/H3N2 e B/Victoria che, essendo caratterizzate da una maggiore capacità di eludere le difese immunitarie, possono diffondersi con maggiore facilità. Oltre a queste due varianti, a complicare ulteriormente il quadro ci saranno in circolazione anche il virus respiratorio sinciziale e il Covid-19, diventato ormai endemico.

“A differenza dell’influenza che segue un andamento stagionale preciso, il Covid procede secondo dinamiche indipendenti, alternando fasi di risalita e calo ogni sei mesi circa, senza legarsi a stagioni specifiche. Nel nostro Paese da alcune settimane stiamo infatti già assistendo ad un significativo aumento delle infezioni da Covid che per le categorie a rischio può essere ancora pericoloso” aggiunge Pregliasco.

“Se poi si hanno sintomi influenzali, l’invito è di rimanere a casa, per evitare di contagiare altre persone, continuando a mettere in atto tutte le abitudini legate alla prevenzione che abbiamo imparato in emergenza durante la pandemia da Sars-CoV-2″ interviene Claudio Micheletto, presidente dell’Associazione italiana pneumologi ospedalieri (nella foto), con un esplicito riferimento a uso di mascherine in ambienti chiusi, gel igienizzanti. E per ricordare che l’influenza stagionale non è una malattia banale, come una larga fascia di persone è portata a pensare, Micheletto ricorda che si tratta di un’infezione “che ogni anno può causare tra 5mila e 10mila decessi soprattutto tra le persone fragili, come gli anziani e chi ha patologie croniche”.

A fronte di un autunno-inverno che si preannuncia particolarmente pesante, l’invito degli esperti “è dunque quello di immunizzarsi”. La campagna vaccinale, partita qualche giorno fa per le categorie più a rischio per età, patologia o professione, da ieri 13 ottobre è aperta a tutta la popolazione senza limiti di età e, contestualmente, è anche partita la campagna di immunizzazione anti-Rsv rivolta ai bambini nati dal primo aprile 2025.

“Oggi sono disponibili diverse opzioni vaccinali contro l’influenza già a partire dai 6 mesi di vita. La protezione dei bambini più piccoli non è importante solo per la loro salute individuale, ma svolge anche un ruolo decisivo nel contenere la diffusione del virus all’interno della famiglia e in contesti comunitari ad alta frequentazione come asili e scuola” sottolinea Gianluigi Marseglia (nella foto), professore Ordinario di pediatra all’Università degli Studi di Pavia e componente del board Virusrespiratori.it. “A questo si aggiunge la possibilità di estendere la protezione attraverso la vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale, che rappresenta un’ulteriore misura preventiva fondamentale per ridurre il rischio di forme gravi di infezione e contribuire alla protezione della salute pubblica”.

Un invito, quello a ricorrere alla vaccinazione, particolarmente importante per chi convive con patologie croniche, in particolare modo quelle respiratorie come, ad esempio, asma e Bpco che possono risentire pesantemente delle riacutizzazioni legate all’infezioni virali.

“Il mondo pneumologico ha messo al centro della gestione delle malattie respiratorie croniche la prevenzione delle riacutizzazioni infettive. Queste non sono banali bronchiti, ma episodi critici che determinano ospedalizzazioni, peggioramento dei sintomi e della funzione respiratoria, e aumentano il rischio di mortalità”  spiega al riguardo Micheletto. “Per un paziente con Bpco ogni riacutizzazione è uno scalino verso il basso, per cui la prevenzione diventa fondamentale. Le linee guida internazionali e nazionali di riferimento hanno inseritola vaccinazione anti-influenzale, l’anti-pneumococcica e l’anti-virus respiratorio sinciziale tra gli strumenti fondamentali per la gestione delle malattie respiratorie. La vaccinazione” conclude lo pneumologo “resta la misura più efficace per proteggere sé stessi e i propri cari, soprattutto i più fragili, riducendo il rischio di complicanze gravi”.

“La vaccinazione rappresenta una difesa imprescindibile per proteggere sé stessi e le proprie famiglie” concorda Mario Picozza, presidente di Federasma e Allergie Odv, aggiungendo però che “da sola non basta: occorre anche garantire un’aderenza scrupolosa alle terapie e adottare comportamenti responsabili che possano contribuire a ridurre il peso delle malattie e la pressione sui servizi sanitari”. Per questo, conclude Picozza, ” Federasma e Allergie continuerà a sostenere la diffusione di informazioni corrette, per rendere i pazienti più consapevoli e attivi nella gestione della propria salute”.

 

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