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martedì 14 Ottobre 2025
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Novo Nordisk, la crisi sbarca anche in Italia, sospesa in parte la produzione ad Anagni

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Roma, 14 ottobre – Chi troppo in alto sal, cade sovente precipitevolissimevolmente, recita un vecchio proverbio nostrano che mette in guardia contro la caducità dei successi troppo repentini, spesso portatori di tracolli non meno veloci e vertiginosi dell’ascesa. È un po’ quello che, in qualche modo, è accaduto all’azienda farmaceutica danese Novo Nordisk, che – praticamente nel giro di un anno – è passata dallo status di protagonista indiscussa dei mercati (quello farmaceutico e quello finanziario) a un rapidissimo ridimensionamento dovuto a una violenta contrazione delle vendite globali (meno 8%) e una perdita di oltre 60 miliardi di euro di capitalizzazione in borsa, effetto dell’irruzione sul mercato del più performante antidiabietico-dimagrante di Eli Lilly, che ha relegato in secondo piano Wegovy e gli analoghi del Glp-1 dell’industria danese.

Il risultato è che ora Novo Nordisk, come gia riferito da RIFday il mese scorso, è finita nelle acque tempestose di una pesante crisi, che ha riflessi importanti anche in Italia, Paese sul quale l’azienda danese aveva molto puntato, elevando il suo stabilimento di Anagni  a polo strategico europeo. Proprio quello stabilimento, l’annuncio è di questi giorni,  si trova ora coinvolto in una sospensione di parte della produzione, con potenziali ripercussioni sull’occupazione e sulla continuità industriale.

“Nell’ambito di una rivalutazione complessiva degli investimento globali” si legge infatti in una nota diffusa dall’azienda al termine dell’incontro presso Unindustria Frosinone tra la direzione del sito di Anagni e le organizzazioni sindacali  “una parte dell’attività di espansione del sito di Anagni è stata temporaneamente messa in pausa in attesa di un riallineamento strategico”.

La stessa nota non lesina però rassicurazioni, informando  che “al contempo altri interventi approvati sono in corso di esecuzione. Il sito nei prossimi mesi sarà dotato di due ulteriori unità suite per il riempimento e l’ispezione di siringhe pre-riempite e di relative capacità di confezionamento. Continuano, inoltre, il progetto di installazione di una suite per la produzione di cartucce e il progetto di riattivazione della produzione di riempimento e confezionamento”.

La direzione del sito “ha ribadito quanto già comunicato lo scorso 10 settembre da Novo Nordisk a livello globale, ossia l’avvio un processo di trasformazione volto a semplificare le operazioni e a concentrare le risorse in aree prioritarie. Tale percorso risponde a dinamiche di mercato profondamente mutate a livello mondiale che hanno determinato la revisione delle prospettive di crescita globale”.

L’incontro tra azienda e sindacati si quindi è concluso “con l’intesa a mantenere un dialogo costante con le organizzazioni sindacali e a fornire aggiornamenti regolari sull’evoluzione del contesto e dei progetti in corso. L’obiettivo è affrontare ogni cambiamento in modo tempestivo e costruttivo, mantenendo la sostenibilità di lungo periodo del business come principio guida, anche in una fase sfidante che richiede prudenza e valutazioni attente“.

L’intenzione di Novo Nordisk (che lo scorso settembre aveva annunciato il taglio di 9000 posti di lavoro in Danimarca e nel mondo, l’11,5% dei dipendenti complessivi) sembra essere insomma quella di scongiurare tagli per il polo produttivo italiano, sul quale – assicura l’azienda – “non ci saranno ricadute significative”. Ricordando a proposito dello stabilimento di Anagni che “il sito dal 2019 a oggi ha visto più che raddoppiare la propria forza lavoro”, Novo Nordisk sottolinea alcuni punti chiave:  “Rispetto al piano di riduzione di oltre 9.000 posti di lavoro su scala globale, per lo stabilimento di Anagni, sebbene non è possibile escludere singoli impatti su alcune funzioni di supporto, non ci saranno ricadute significative e, in particolare, non vi sarà necessità di attivare una procedura collettiva”.

E per quanto riguarda la temporanea messa in pausa della linea di produzione del farmaco per l’obesità, l’azienda spiega che è dovuta  “all’adeguamento dei volumi produttivi, dovuto alle mutate condizioni di mercato”,  ma che la sospensione è temporanea e “verrà gestita senza impatti sul personale a contratto indeterminato, ma solo facendo leva su una parte dei contratti temporanei in scadenza a breve, per adattare l’organizzazione alle dinamiche del mercato, in linea con una prassi già adottata dall’azienda in passato, sia in fasi di crescita sia in contesti complessi”. 

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