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lunedì 20 Ottobre 2025
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Trattative tra F2i (CDP) e Dr Max, passano di mano i 51 punti vendita di Farmacie Italiane

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Roma, 20 ottobre – La notizia, partita dalle testate di informazioni finanziarie (segnatamente da MilanoFinanza), è ormai di pubblico dominio all’interno della filiera farmaceutica: il fondo F2i sarebbe in trattative avanzate per la vendita di una partecipazione del 72,6% della catena Farmacie Italiane al gruppo ceco Dr Max.

Giusto per ricordare i protagonisti di questa vicenda: F2i, società di gestione del risparmio italiana, è il principale gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali, con più di 8 miliardi di euro di asset in gestione, costituita nel 2007 da investitori istituzionali come Cassa Depositi e Prestiti e la partecipazione di fondazioni bancarie, casse previdenziali e importanti istituti di credito come Intesa Sanpaolo e UniCredit. Dopo il via libera all’ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie, con la legge n.124/2017, F2i investì alla fine del 2018 nel settore del farmaco, acquistando per 70 milioni di euro le 12 farmacie e 14 parafarmacie della società FarmaCrimi, primo passo della costituzione di Farmacie Italiane, poi arrivata fino a 51 punti vendita con ricavi nel 2024 per 250 milioni di euro  (260 con il canale online).  

Dr Max è una catena di farmacie appartenente anch’essa a un fondo di investimento (Penta Investments), radicata in Europa centrale (600 farmacie in Romania e poco meno di 1500 in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Serbia. Ma nel novembre 2023 la società (che nel suo Dna ha lo sviluppo delle farmacie online) ha fatto acquisti anche in Italia, comprando Neo Apotek, catena di 130 farmacie italiane e portando così a 210 le farmacie possedute nel nostro Paese.

Numero che ovviamente potrebbe ora fare  un considerevole balzo in avanti se andasse in porto l’operazione con F2i: le trattative, secondo le informazioni diffuse fin qui, girano intorno a una valutazione complessiva di 300 milioni di euro. L’advisor di Dr Max, nell’operazione, sarebbe proprio UniCredit, tra i fondatori di F2i e uno dei suoi principali investitori, con il 9,99% di quote e un suo rappresentante nel consiglio di amministrazione.

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