Roma, 23 ottobre – Riflettori accesi alla Leopolda di Firenze su una criticità ormai diventata strutturale per la sanità italiana, arrivando a diventare un problema molto serio per l’accesso alle terapie anche nella maggior parte dei Paesi avanzati, compreso il nostro. Parliamo, ovviamente, del fenomeno delle carenze e indisponibilità dei farmaci, al centro dei lavori del workshop organizzato ieri a Firenze, nell’ambito dei lavori del 10° Forum Leopolda Salute, con la partecipazione di rappresentanti delle centrali d’acquisto regionali, dell’associazione degli economi e provveditori sanitari e delle imprese.
“Abbiamo costi di produzione sempre più alti; gare per le forniture ospedaliere sempre più deserte per il criterio del massimo ribasso che erode i prezzi e non lascia margini alle imprese e una scarsità sempre più frequente di medicinali super-utilizzati in corsia” ha detto intervenendo ai lavori il vicepresidente di Egualia, Massimiliano Rocchi (nella foto), elencando i principali ingredienti della “tempesta perfetta” alla base del fenomeno carenze. “Per affrontare questo problema serve un cambio di passo del procurement pubblico, introducendo per i farmaci di sintesi chimica fuori brevetto la regola dell’accordo quadro con più fornitori, con quote predeterminate. Una soluzione equa, che garantisce concorrenza e riduce il fenomeno delle carenze».
“I dati del 10° Rapporto dell’Osservatorio Egualia-Nomisma sull’industria dei farmaci equivalenti 2025, presentato pochi giorni fa” ha continuato Rocchi “testimoniano che le gare ospedaliere stanno evolvendo a scapito delle gare aperte, privilegiando la procedura di affidamento diretto, più ‘agile’ e ‘flessibile’, ma con minor garanzia di trasparenza e concorrenza. Viceversa per garantire la continuità delle forniture ospedaliere è necessario rivedere modelli di gara, criteri di aggiudicazione e condizioni di partecipazione, valorizzando anche aspetti industriali, di qualità, di resilienza della catena produttiva”.
“La proposta da tempo avanzata da Egualia” ha poi ricordato il vicepresidente della sigla che rappresenta le aziende produttrici di farmaci accessibili “in armonia con le proposte della Commissione europea contenute nel Critical Medicines Act prevede che quando sul mercato vi siano più di tre medicinali contenenti lo stesso principio attivo, dosaggio e via di somministrazione le centrali regionali d’acquisto regionali siano tenute a operare tramite accordi quadro prevedendo la suddivisione del fabbisogno afferente al lotto unico tra i primi tre farmaci in graduatoria classificati secondo il criterio del minor prezzo o dell’offerta economicamente più vantaggiosa con quote predeterminate al 55%, 30% e 15%».
“Sarebbe una soluzione davvero innovativa, in piena armonia con il codice appalti” ha sostenuto Rocchi “perché garantirebbe sia la continuità delle forniture contro il rischio di carenze derivanti dalle gare con un solo vincitore, sia la libertà prescrittiva del medico, perché mette a disposizione più opzioni terapeutiche per il trattamento dei pazienti, il tutto in una cornice unica nazionale per tutte le centrali di acquisto. Ma soprattutto” ha concluso il vicepresidente di Egualia “sarebbe una misura ‘virtuosa’, che può legittimamente essere inserita nella Legge di bilancio perché è una misura di sistema che può essere adottata senza impatto sulla spesa pubblica”.