Roma, 27 ottobre – La Conferenza Stato-Regioni ha approvato i nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea), le prestazioni che la sanità pubblica è obbligata a fornire gratuitamente su scala nazionale. L’obiettivo dichiarato del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che aggiorna quello precedente del 12 gennaio 2017, è eliminare prestazioni obsolete, migliorare l’appropriatezza clinica e organizzativa e promuovere una maggiore razionalizzazione delle prescrizioni, con benefici anche sul fronte dei costi per il Servizio sanitario nazionale.
In particolare, spiega in una nota ufficiale la stessa Conferenza, le Regioni si sono espresse favorevolmente sul Dpcm con impatto economico che prevede, a titolo esemplificativo, l’inserimento di:
♦ due nuove prestazioni relative alla terapia psico-educazionale per disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, sia per sedute individuali sia collettive;
♦ tre nuove malattie croniche esenti dalla partecipazione del paziente al costo delle prestazioni, con l’indicazione della durata minima dell’attestato di esenzione: sindrome fibromialgica, idrosadenite cronica suppurativa e malattia polmonare da micobatteri non tubercolari;
♦ prestazioni specialistiche per il controllo della gravidanza fisiologica.
Parere favorevole delle Regioni anche sul secondo provvedimento, il decreto del Ministro della Salute “isorisorse” (ovvero a neutralità finanziaria, senza ulteriori aggarvi di spesa) che aggiorna, tra gli altri:
- gli elenchi delle malattie rare che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni correlate alla malattia;
- le prestazioni di assistenza termale;
- i Diagnosis related group (Drg) per i ricoveri in regime di degenza ordinaria ad alto rischio di non appropriatezza.
La Conferenza della Regioni, inoltre, ha ricordato la necessità di garantire un’interlocuzione diretta e continuativa con la Commissione Lea del Ministero della Salute anche al fine di poter condividere tematiche e quesiti relativi all’aggiornamento e all’inserimento di altre prestazioni, ancora non previste.
Condivisa, infine, l’osservazione relativa ai tempi di entrata in vigore dei due provvedimenti, che le Regioni chiedono siano portati a un termine non inferiore ai 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, in modo da consentire anche l’adeguamento di tutti i sistemi centrali e regionali.
Viene inserito anche un programma di screening e di sorveglianza delle persone a rischio eredo-familiare per tumore della mammella e ovaio e si amplia la lista delle patologie da ricercare alla nascita attraverso lo screening neonatale , programma di prevenzione che serve a individuare alla nascita malattie rare per le quali oggi esistono dei trattamenti che consentono di evitare danni o salvare la vita stessa dei bambini.
Sarà possibile effettuarlo anche per: Atrofia muscolare spinale (Sma); Immunodeficienze combinate gravi (Scid); Deficit di adenosina deaminasi (Ada-Scid) e deficit di purina nucleoside fosforilasi (Pnp-Scid); Iperplasia surrenalica congenita da deficit della 21-Idrossilasi; Mucopolisaccaridosi tipo 1 (Mps I); Adrenoleucodistrofia legata all’X (X-Ald);
Malattia di Fabry; Malattia di Gaucher – Deficit di glucocerebrosidasi: Malattie di Pompe (Glicogenosi tipo 2).
“Dopo otto anni aggiorniamo i Livelli essenziali di assistenza, aumentando il numero di prestazioni che il servizio sanitario nazionale mette a disposizione di tutti i cittadini” è il commento soddisfatto del ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto). “L’intesa in Conferenza Stato-Regioni è un passo in avanti verso la conclusione dell’iter dei provvedimenti, che ora passano all’esame delle Commissioni parlamentari” conclude il titolare della Salute, dicendosi “convinto che le Commissioni parlamentari opereranno con la necessaria rapidità per concludere tempestivamente gli ultimi passaggi e arrivare presto al traguardo finale”.


