Roma, 3 novembre – Il Senato ha approvato in prima lettura, con voto di fiducia, il disegno di legge Concorrenza 2025, che mira a rimuovere ostacoli strutturali, a promuovere una maggiore apertura dei mercati, a rafforzare il principio di parità di accesso e a modernizzare la regolazione dei servizi pubblici e strategici. Si tratta di misure che si inseriscono nel processo di riforme richiesto dall’Unione europea nell’ambito del Pnrr per un sistema economico più trasparente, efficiente e competitivo.
Il provvedimento – che passa ora alla Camera per proseguire il suo iter verso la conversione in legge – recepisce le osservazioni della Commissione europea e dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), intervenendo su alcuni settori strategici per la crescita del Paese: servizi pubblici locali, trasporto regionale, sanità e trasferimento tecnologico.
Cosmetici, interventi sulle misure sanzionatorie
Da sottolineare le norme finalizzate a rafforzare le misure che consentono un corretto impiego dei prodotti cosmetici, che intervengono a modificare il decreto legislativo 4 dicembre 2015, n. 204. In caso di impiego difforme rispetto alle indicazioni d’uso, chi utilizza cosmetici in modo pericoloso per la salute potrà essere punito con reclusione da 1 a 5 anni e multa non inferiore a 1.000 euro. In particolare, vengono previste sanzioni per l’utilizzatore professionale che impieghi un cosmetico in maniera difforme rispetto a quanto previsto nella relativa etichettatura, sanzioni delle quali peraltro non appare assicurabile a priori l’effettiva applicabilità,
Novità anche per il regime sanzionatorio per le ipotesi di impiego nei cosmetici di sostanze vietate. Il provvedimento specifica infatti che è sanzionato non solo chi produce cosmetici impiegando sostanze vietate, ma anche chi immette in commercio le medesime sostanze, (Regolamento (CE) 1223/2009).
Un’altra disposizione prevede sanzioni specifiche per l’inserimento nell’etichettatura dei cosmetici di indicazioni biocide ovvero di indicazioni terapeutiche, in quanto queste attività, non pertinenti con la classificazione di cosmetico, sono soggette a regimi autorizzativi ai sensi del Regolamento (UE) 528/2012 in materia di biocidi e del decreto legislativo 219/2006 in materia di medicinali. Per l’entità della sanzione si è fatto riferimento alle sanzioni previste per l’immissione in commercio di biocidi e medicinali non autorizzati.
La norma serve a sanzionare adeguatamente l’inserimento nelle etichette dei cosmetici di indicazioni biocide (ad esempio di disinfezione delle mani, o di insetto-repellenza) o, fattispecie evidentemente ancor più grave, terapeutiche (ad esempio di cura delle ferite o di malattie della pelle), laddove tale inserimento non consenta di classificare i prodotti come biocidi o farmaci non conformi e di sanzionarli con i rispettivi apparati sanzionatori.
Presidi medico chirurgici: possono essere solo prodotti a base di sostanze chimiche
Il ddl stabilisce anche che i prodotti “presidi medico chirurgici” così come regolamentati dal decreto del Presidente della Repubblica n 392/98, possono essere solo prodotti a base di sostanze chimiche, non articoli. Si tratta cioè di una categoria di prodotti da non confondere con i dispositivi medici (come ad esempio le mascherine) che ricadono nel Regolamento Ue 217/745. Questa norma rende coerente la normativa nazionale in materia di presidi medico chirurgici con la normativa europea in materia di biocidi (Regolamento Ue 528/2012) e dispositivi medico-diagnostici in vitro (Regolamento Ue 2017/746).
Sistema di accreditamento e attribuzione dei budget, criteri più trasparenti
In materia di sanità, il ddl interviene anche sul sistema di accreditamento e attribuzione dei budget, introducendo criteri più trasparenti e competitivi per la selezione delle strutture. Tra i parametri indicati figurano la continuità assistenziale e la qualità dei servizi offerti. Le nuove regole mirano a supportare il lavoro del tavolo inter-istituzionale con le Regioni incaricato di definire i requisiti delle gare, in vista della scadenza della proroga fissata a dicembre 2026. L’obiettivo è uniformare le procedure e garantire maggiore concorrenza nel settore sanitario regionale.


