Roma, 14 novembre – Si terrà il 2 dicembre a Roma (nella Sala Cristallo dell’Hotel Nazionale, Piazza Montecitorio 131, alle 10.30) l’evento finale del progetto indipendente Indagine civica sull’aderenza terapeutica: un piano d’azione comune promosso da Cittadinanzattiva.
Nel corso del convegno, momento conclusivo di un percorso di ascolto e analisi che ha coinvolto cittadini, pazienti, caregiver e professionisti sanitari per comprendere le esperienze reali di aderenza alle terapie, saranno presentati i risultati dell’iniziativa, che oltre a costituire un contributo prezioso per conoscere e comprendere meglio la gestione delle terapie, permetteranno di approfondire le difficoltà quotidiane che soprattutto le persone con patologie croniche e fragilità incontrano nella corretta adesione alle cure per la presenza di comorbilità che spesso comporta l’assunzione di molti farmaci. Un aspetto particolarmente critico da gestire e che è spesso d’ostacolo alla corretta assunzione delle medicine, con inevitabili conseguenze sull’efficacia dei trattamenti. Una questione che, peraltro, non si ferma ai malati, ma coinvolge anche i familiari, i caregiver, gli infermieri, i medici prescrittori e naturalmente “i dottori del farmaco”, i farmacisti.
Che il problema sia terribilmente serio e concreto, del resto, lo comprovano i numeri: secondo le stime dell’Aifa, la scarsa aderenza alle terapie costa al Ssn circa 2 miliardi di euro l’anno: migliorare anche solo del 15%, dunque, potrebbe ridurre i costi assistenziali di 300 milioni, senza considerare quelli sociali, derivanti ad esempio dalla perdita di giornate lavorative e dai maggiori carichi assistenziali sulle famiglie. I dati del Rapporto Osmed 2023 registravano situazioni preoccupanti sull’aderenza alla terapie nei malati diabetici e in quelli con Bpco, con percentuali intorno al 20% o poco più di pazienti correttamente “aderenti” alla cura. Numeri appena più confortanti (ma sempre insufficienti) si registravano anche nei pazienti in cura con farmaci antipertensivi (53%), anticoagulanti (52%) e antiaggreganti (62%).
Comprensibile e opportuna, dunque, la scelta di Cittadinanzattiva di voler conoscere e capire meglio le difficoltà e individuare soluzioni efficaci, promuovendo la diffusione di un’apposita indagine civica per raccogliere l’esperienza di tutti i soggetti coinvolti, dai pazienti ai caregiver fino ai già ricordati professionisti sanitari, in particolare quelli del territorio (mmg, pls, farmacisti di comunità e ospedalieri, infermieri).
L’obiettivo finale è l’acquisizione di informazioni utili per formulare istanze indirizzate alle istituzioni per migliorare le politiche sanitarie sull’aderenza terapeutica, lavorando in particolare in direzione dell’individuazione di un indicatore specifico in grado di misurarla, da integrare nel Nuovo sistema di garanzia (Nsg) per il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea).


