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giovedì 20 Novembre 2025
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Fimmg: “Antibiotici, via al deblistering per aumentare l’aderenza e ridurre gli sprechi”

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Roma, 21 novembre – Sul tema dell’ancora eccessivo consumo di antibiotici in Italia (soprattutto nelle Regioni del Sud) rispetto agli altri Paesi europei, confermato dai dati dell’ultimo Rapporto OsMed dell’Aifa, si esprimono anche i medici di medicina generale, intervenendo in occasione della Giornata europea sull’uso consapevole degli antibiotici che apre la Settimana mondiale di consapevolezza sull’antimicrobico resistenza.  Nell’affrontare una questione di cui si parla decisamente molto, i mmg avanzano in primo luogo un’osservazione di metodo: vanno analizzate le ragioni profonde di questo gap e proposte soluzioni per superarlo, altrimenti  si rischia di banalizzare il problema, diventandone parte.

Ad affermarlo è Roberto Venesia (nella foto), segretario Fimmg Piemonte e responsabile dell’Area Farmaco della Federazione italiana medici di medicina generale, commentando i dati rimbalzati nei giorni scorsi in tutto il sistema mediatico: nel 2024 hanno assunto antibiotici 4 italiani su 10, sottolinea la Fimmg e ogni giorno in media almeno 17 italiani su mille (Ddd/1000 abitanti die) assumono una terapia antibiotica. Ma, avverte Venesia, “una disomogeneità nei dati di consumo, regionali o locali, non è automatico sinonimo di inappropriatezza nelle prescrizioni. Una prescrizione medica è sempre appropriata quando è effettuata all’interno delle indicazioni cliniche e nelle indicazioni d’uso e l’appropriatezza è un dato difficile da calcolare”.

Ancor più complesso è individuare le cause profonde della disomogeneità nell’uso degli antibiotici in relazione alle aree geografiche. “Entrano in gioco fattori socioeconomici rilevanti”, evidenzia l’esperto che cita i dati emersi dall’ultimo rapporto di NetMedica secondo i quali una parte considerevole delle prescrizioni di antibiotici è legata a piccola chirurgia, soprattutto in ambito odontoiatrico. “In molte regioni del Mezzogiorno, le famiglie non hanno un adeguato accesso alle cure odontoiatriche e quindi si trovano spesso a dover affrontare i problemi dei mancati controlli nel tempo. Quando arrivano all’odontoiatria pubblica è quasi sempre per un’estrazione”, sottolinea.

Al dato socioeconomico si aggiunge poi una valutazione tecnica che riguarda l’intero territorio nazionale. “Gli antibiotici dovrebbero essere ‘spacchettati’ e venduti in flaconi contenenti il numero di pillole prescritte dal medico per la specifica terapia” sostiene Venesia. “Così si eviterebbe di riempire le case degli italiani di pillole in eccesso che, inevitabilmente, finiscono per indurre alcuni pazienti a un uso improprio”.

Un servizio, quello del deblistering, che le farmacie sono perfettamente in grado di offrire, togliendo le pillole dai blister originali per riconfezionarle nelle dosi necessarie per la terapia secondo la prescrizione medica, che aiuterebbe certamente i pazienti a migliorare l’aderenza terapeutica e a ridurre gli sprechi. E, al riguardo, non sarà inutile ricordare che la I sezione del Consiglio di Stato, in una sentenza dello scorso mese di settembre, ha chiaramente affermato che non c’è alcuna disposizione dell’ordinamento che vieti alle farmacie di offrire ai pazienti il servizio di deblistering, ossia il riconfezionamento personalizzato dei medicinali, purché vengano adottate procedure e misure organizzative in grado di garantire tracciabilità e sicurezza.

Il tema non riguarda solo l’Italia, puntualizza la Fimmg: nel 2019 l’Ue si è posta l’obiettivo di ridurre il consumo di antibiotici del 20% entro il 2030, ma nel periodo dal 2019 al 2023 si è registrato un aumento dell’1%. “La resistenza antimicrobica sta rallentando il raggiungimento di questo obiettivo europeo ed è causata proprio dall’eccessivo consumo di antibiotico” rimarca Venesia, secondo il quale “non resta molto tempo per invertire l’approccio oggi troppo leggero all’uso di questi farmaci. Purtroppo, le previsioni sono al momento drammatiche per i prossimi anni”.

L’antibiotico ha letteralmente rivoluzionato la storia della sanità e proseguendo così rischiamo di perdere questa formidabile scoperta, è il monito dei medici di famiglia. In particolare, secondo il responsabile Area Farmaco della Fimmg, “il valore dell’antibiotico è spesso preso un po’ alla leggera nell’opinione pubblica. Dobbiamo fare il possibile per divulgare l’importanza di consumarlo solo nei casi in cui è veramente utile su consiglio del medico, e di non abusarne” afferma Venesia, che conclude ricordando anche che “la maggior parte dei malanni che prendiamo è causata da virus, su cui gli antibiotici non hanno alcun effetto. I batteri sono microrganismi intelligenti: si adattano al farmaco disperso nell’ambiente, evolvono e diventano resistenti molto in fretta”.

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