Roma, 24 novembre – I casi di influenza rilevati stanno aumentando insolitamente presto nei Paesi dell’Unione europea/Spazio economico europeo (Ue/See), con un anticipo di 3 o 4 settimane rispetto alle due stagioni più recent”. A lanciare l’allarme è l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che in una valutazione del rischio spiega come “un ceppo influenzale di recente comparsa, il sottoclade K dell’influenza A(H3N2), sta guidando la circolazione” e rivolge l’appello a “vaccinarsi senza indugio”.
“Quest’anno stiamo assistendo a un aumento dei casi di influenza molto prima del solito e questo sign
ifica che il tempo è fondamentale” avverte Edoardo Colzani, responsabile virus respiratori dell’Ecdc (nella foto). “Se avete diritto alla vaccinazione, non aspettate oltre. Vaccinarsi ora è uno dei modi più efficaci per proteggere se stessi e chi ci circonda da gravi malattie quest’inverno”.
L’Ecdc diffonde in una nota alcune raccomandazioni. “Le persone a maggior rischio di malattie gravi dovrebbero vaccinarsi senza indugio. Questi gruppi includono le persone di età superiore ai 65 anni, le donne in gravidanza, le persone con patologie preesistenti e croniche o immunodepresse, le persone che vivono in ambienti chiusi come le strutture di assistenza a lungo termine. Vaccinatevi se siete operatori sanitari o lavorate in una struttura di assistenza a lungo termine” scrive ancora l’agenzia comunitaria, aggiungendo la raccomandazione alle strutture sanitarie e alle strutture di assistenza a lungo termine di “rafforzare i loro piani di preparazione e le misure di prevenzione e controllo delle infezioni, nonché incoraggiare il personale e i visitatori a utilizzare mascherine durante i periodi di maggiore circolazione di virus respiratori”.
Gli altri suggerimenti: “Gli operatori sanitari dovrebbero valutare la somministrazione tempestiva di farmaci antivirali ai pazienti a più alto rischio di malattia grave per ridurre le complicanze; gli operatori sanitari dovrebbero valutare l’utilizzo della profilassi antivirale durante le epidemie in ambienti chiusi, ad esempio nelle strutture di assistenza a lungo termine; i Paesi dovrebbero promuovere una comunicazione chiara e mirata sulla vaccinazione, l’igiene delle mani e le buone pratiche respiratorie per contribuire a ridurre la trasmissione nella comunità”.


