Roma, 24 novembre – Magari il livello non è così marcato e preoccupante come lascerebbe intendere l’alert lanciato dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ma non v’è dubbio che anche in Italia nella settimana dal 10 al 16 novembre si è registrata una lieve crescita l’incidenza di casi stimati di infezioni respiratorie acute in Italia, che hanno raggiunto i 7,91 casi per 1.000 assistiti, in leggero aumento rispetto ai 7,64 della settimana precedente, In numeri assoluti, si tratta di 446.483 nuovi casi di infezione, che portano a un totale di circa 2.185.451 a partire dall’inizio della stagione.
I dati arrivano dall’ultimo bollettino della sorveglianza RespiVirNet, pubblicato venerdì scorso, 21 novembre, che riferisce – più in dettaglio – che l’incidenza più elevata si osserva nella fascia di età 0-4 anni, con circa 25,7 casi per 1.000 assistiti. L’intensità è bassa o al livello basale per tutte le regioni. Il report ha cura di ribadire che il cambiamento nella definizione di caso da Ili (sindromi para-influenzali) ad Ari (infezioni respiratorie acute) rende difficile confrontare l’incidenza settimanale con quella delle stagioni precedenti, così come con le soglie di intensità, calcolate sulla base dei dati relativi alle sindromi simil-influenzali delle ultime stagioni.
Influenza, tasso di positività in aumento
Nella settimana considerata, si registra per influenza, nella comunità, un tasso di positività in aumento rispetto a quanto registrato nella settimana precedente, mentre risulta in diminuzione per il Sars CoV 2. Per quanto riguarda il virus respiratorio sinciziale (Rvs) il tasso di positività rimane basso.
Sono stati segnalati, attraverso il portale RespiVirNet, 1.648 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete. Dalle analisi effettuate l’11,2% sono risultati positivi al virus influenzale (erano il 7,3% la scorsa settimana), quasi tutti di tipo A. Tra i campioni analizzati, il 6,3% sono risultati positivi per SARS-CoV-2, meno dell’1% per VRS e i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori, tra cui il 16,9% Rhinovirus.
Nel flusso ospedaliero, i tassi di positività più elevati sono stati rilevati per i Rhinovirus, seguiti dal Sars CoV 2 e dai virus influenzali. Per Sars CoV 2, i tassi più alti si osservano nella fascia di età over 65. Si ricorda che è stata avviata una campagna di vaccinazione contro Covid 19 così come per l’influenza per le categorie a maggior rischio, incluse tutte le persone sopra 60 anni di età.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei virus influenzali, è stata rilevato un aumento della percentuale di virus A(H3N2) rispetto alla precedente settimana. Mentre, nel flusso ospedaliero è stata rilevata una percentuale simile di virus A(H1N1)pdm09 e A(H3N2). Tuttavia, il numero di test positivi è ancora troppo basso per poter fornire indicazioni sull’andamento della stagione.


