Roma, 24 novembre – La domanda che si fanno in molti è quale strada abbia mai imboccato il Paese che, per oltre un secolo, è stato considerato il primo riferimento per il mondo occidentale, saldamente convinto del suo sistema di valori democratici e perennemente impegnato a inseguire e affermare le ragioni del progresso e della crescita avvalendosi anche, se non soprattutto, degli strumenti della ricerca e delle conquiste della scienza.
Un cammino che l’attuale amministrazione americane sembra però voler abbandonare, passando dal mito del progresso lineare (con tutti i suoi limiti) a una hibrys pericolosamente ispirata a pulsioni oscurantiste che sembrerebbero partorite dall’eclisse, – più che dal sonno – della ragione, testimoniata anche dal progressivo smantellamento di presidi democratici e valori fondativi come il free speech (si veda la vera e propria persecuzione delle università non allineate al pensiero della galassia Maga).
L’epifania di questo cambio di direzione è scandita da una serie di fatti che si succedono quotidiana
mente, l’ultimo dei quali è stato accolto con sconcerto non solo negli USA. Sul sito dei Cdc americani sono infatti apparsi in questi giorni alcuni aggiornamenti alle pagine dedicate al tema vaccini e autismo, che evidentemente risentono molto del dichiarato tentativo del segretario di stato alla Salute, Robert Kennedy jr (nella foto) di “normalizzare” (ovviamente conformandola a quella ch’egli ritiene essere la “normalità”), la prestigiosa agenzia, fino a oggi riferimento autorevolissimo per la scienza medica in tutto il mondo. Il ministro voluto da Trump, come si ricorderà, ha condotto una durissima guerra contro i vertici del Cdc, culminata nell’agosto scorso con il licenziamento della direttrice
Susan Monarez (nella foto), colpevole di non volersi piegare al tentativo del ministro (laureato in storia e letteratura americana e dunque – è lecito presumere – non proprio uno specialista in materia medico-scientifica) di imporre una torsione che avrebbe allontanato l’agenzia federale dalle evidenze scientifiche consolidate.
Per comprendere bene di cosa si parla, converrà richiamare alla memoria alcune perle di Kennedy jr, che tutti gli altri membri della famiglia vorrebbero – se solo potessero – privare del cognome che porta: ha presentato negli scorsi anni una petizione per far ritirare dal commercio tutti i vaccini anti-Covid, ha scritto che Anthony Fauci e Bill Gates hanno tramato per prolungare l’emergenza pandemica a beneficio del “cartello dei vaccini”, ha affermato che “il Covid-19 è mirato ad attaccare i caucasici e i neri, le persone più immuni sono gli ebrei ashkenaziti e i cinesi, non sappiamo se sia un attacco deliberato o meno” (parole testuali, che fecero inorridire gli stessi repubblicani). Ed è solo un infinitesimo campionario.
Per effetto delle decisioni di questo ministro – a partire dal già ricordato licenziamento di Monarez (con le dimissioni, per l’effetto domino, di una serie di dirigenti di vertice del Cdc) e dalla sua sostituzione con un nuovo direttore non scienziato che ha avvallato la sostituzione di tutti i 17 membri del comitato consultivo sui vaccini con persone nominate da Kennedy – sulle pagine del sito dell’agenzia, dove per anni, veniva sottolineato che gli studi non mostrano “alcun legame tra la somministrazione di vaccini e l’autismo” e si citavano una serie di ricerche scientifiche al riguardo, tra le quali uno studio del 2013 condotto dagli stessi Cdc, oggi si può leggere che “l’affermazione che i vaccini non causano l’autismo non è basata sull’evidenza, poiché gli studi non hanno escluso la possibilità che i vaccini infantili causino l’autismo”.
Il testo aggiornato è in pratica un’accusa alle autorità sanitarie di aver “ignorato” la ricerca a supporto di un possibile legame tra autismo e vaccini e afferma che il dipartimento della Salute degli Stati Uniti “ha avviato una valutazione completa delle cause dell’autismo”.
Sul sito è comunque rimasta l’intestazione I vaccini non causano l’autismo, anche se confutata dal contenuto principale che ora sostiene – per la gioia della nutrita popolazione no vax degli USA, che sta esaurendo le scorte di champagne – che “non si può escludere” un possibile nesso vaccini-autismo e che “studi che suggeriscono un’associazione sono stati ignorati dalle autorità sanitarie”, senza che a sostegno di queste affermazioni venga portato anche un solo nuovo dato scientifico. E dimenticando anche che per la metodologia scientifica, essendo assai raro il concetto di ‘prova definitiva’, quando le evidenze a sostegno di una tesi sono numerose, solide e convergenti come quelle che escludono nessi tra vaccini e autismo, bastano e avanzano per concludere che quella tesi è vera: ostinarsi a confutarlo, girandoci intorno, è pertanto un’inutile, scorretta e anche anti-scientifica perdita di tempo.
Per giornali come The Guardian, i cambiamenti introdotti sub Kennedy imperio, peraltro scavalcando le usuali e consolidate procedure di revisione interna dell’agenzia, altro non sono che l’ennesima prova della volontà del segretario alla Salute di imporre la propria visione all’interno del Department of Health and Human Services, che sovrintende ai Cdc.
Una ex dirigente di alto livello dell’agenzia, Debra Houry, ha dichiarato ad Associated Press di aver parlato con diversi scienziati dei Cdc e nessuno era al corrente del cambiamento, commentando che “quando gli scienziati vengono esclusi dai processi di revisione, il risultato non può che essere una comunicazione inaccurata e ideologica”.
Ancora più pungente Daniel Jernigan, ex direttore del National Center for Emerging and Zoonotic Infectious Diseases, secondo il quale il ministro ha introdotto un’inedita e molto pericolosa inversione di metodo: “Kennedy sembra passare da decisioni basate sulle evidenze a evidenze costruite sulla base delle decisioni”.
Altri ex dirigenti dei Cdc evidenziano con preoccupazione il danno reputazionale inflitto all’agenzia, affermando che non sarà più possibile fidarsi di ciò che i Cdc pubblicano su determinati argomenti, tra cui la sicurezza dei vaccini. Molto duro anche il commento della Autism Science Foundation, che in un comunicato ha accusato i Cdc di aver distorto la pagina dedicata al tema: “Siamo sconvolti nel vedere che il contenuto della pagina ‘Autismo e Vaccini’ è stato cambiato e distorto, ed è ora pieno di retorica anti-vaccini e vere e proprie falsità”.
Un’altra esponente del mondo medico scientifico, la presidente dell’American Academy of Pediatrics, Susan Kressly, ha chiesto ai Cdc, ente pubblico federale, “di smettere di sprecare risorse pubbliche per amplificare affermazioni false che alimentano dubbi su uno degli strumenti migliori che abbiamo per mantenere i bambini in salute e farli crescere: le vaccinazioni di routine”.
Si tratta di reazioni fresche di giornata, che si aggiungono alle migliaia di altre espresse nel tempo contro le decisioni e le sortite del commander della Salute americana, convinto evidentemente di poter realizzare il suo slogan Make America healty again prescindendo dalla scienza e portando alla “destabilizzazione in un momento critico per la salute pubblica”, come aveva avuto modo di dire il presidente dell’American Medical Association,
, Bobby Mukkamala (nella foto), ricordando i tagli di bilancio e i licenziamenti già subiti dai Cdc nei mesi scorsi.
Dura anche la presa di posizione della Infectious Diseases Society of America, la cui presidente Tina Tan ha parlato di “pericolo chiaro e attuale” per la capacità del Paese di rispondere a epidemie e minacce biologiche.
Insomma, mala tempora currunt, sull’altra sponda dell’Atlantico per la scienza e chi la pratica, e quindi per tutti noi, dal momento che a beneficiare delle conquiste scientifiche è alla fine in qualche modo tutto il mondo. La raffica di ordini esecutivi dell’amministrazione Trump indirizzati alle principali agenzie scientifiche del Paese a inizio anno ha costretto le eccellenze della ricerca USA a interrompere le loro normali operazioni per concentrarsi su mansioni come sospendere i nuovi finanziamenti, rivedere quelli già approvati, ritirare articoli scientifici in fase di pubblicazione, epurare dai paper termini “non graditi” alla linea politica dettata da chi guida il Paese, cancellare pagine web, negare l’accesso a pubblici database di salute, nell’evidente il tentativo di asservire le autorità scientifiche indipendenti alle direttive presidenziali.
Ma, c’è da scommetterci, prima o poi anche nelle file trumpiane ci sarà qualcuno (forse lo stesso Capo Supremo) che comprenderà, volente o nolente, che questa strada è un vicolo cieco, destinato a sbattere contro il muro della perdita di ogni primato in materia tecnico-scientifica, con la inevitabile conseguenza di un Paese che sarà costretto a dire addio alle posizioni di eccellenza conquistate nel mondo.
Chi tifa per gli USA, spera ovviamente che questo momento di resipiscenza arrivi il prima possibile. Ma inevitabilmente ci sarà anche chi, al contrario, si augura che il cupio dissolvi degli States, che sembrano essere tornati alla molto poco commendevole natura violenta e prevaricatrice delle origini, continui ancora per un po’: in fondo farà pur comodo a qualcuno, in particolare dalle parti di Pechino e di Mosca, se nella corsa a occupare la primazia del mondo c’è chi decide di auto-azzopparsi…


