Roma, 1 dicembre – La minaccia per la salute globale rappresentata dalla crescente resistenza microbica (Amr) fa accogliere con grande attenzione, interesse e speranza ogni notizia di novità positive utili a contrastare l’avanzata dei cosiddetti super-batteri, Una
arriva in questi giorni dalla Swansea University del Regno Unito, dove un team di ricerca guidato da Sumati Bhatia (nella foto), docente nel dipartimento di Chimica nell’ateneo gallese, ha condotto uno studio su un nanogel eteromultivalente: una particella flessibile realizzata reticolando polimeri e aggiungendo residui di zucchero (galattosio e fucosio) insieme a peptidi antimicrobici.
Questi zuccheri si legano a proteine specifiche sulla superficie batterica, guidando il nanogel con precisione verso il suo bersaglio. Una volta lì, i peptidi distruggono la membrana batterica, portando a una morte batterica rapida e selettiva, senza danneggiare le cellule sane circostanti. Test avanzati condotti utilizzando citometria a flusso, microscopia elettronica a scansione e microscopia confocale hanno rivelato che oltre il 99,99% dell’aeruginosa libera è stato ucciso. Oltre il 99,9% dell’aeruginosa rivestita da biofilm – il resistente strato protettivo formato dai batteri – è stato inattivato entro 12 ore.
Il nanogel ha anche mostrato forti effetti antibatterici contro altre importanti minacce, tra cui Escherichia coli e Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa). Questa tecnologia offre una strategia promettente e versatile per affrontare le infezioni legate al biofilm e le infezioni multifarmaco-resistenti, due delle sfide più persistenti della medicina moderna.
“Guidare questa ricerca, insieme ai nostri partner internazionali, è stato incredibilmente gratificante” ha dichiarato Bathia, autrice principale e supervisore dello studio. “Apre una nuova direzione per l’utilizzo di sistemi polimerici a base di glicani come strategia terapeutica contro i batteri patogeni e potrebbe gettare le basi per una nuova classe di terapie antibatteriche contro le infezioni batteriche contagiose”.
La scoperta del team gallese è il risultato di una collaborazione con la Freie Universität Berlin, che apporta un contributo di competenze in glicochimica, scienze dei polimeri e nanotecnologie. La promettente ricerca condotta a Swansea da Bathia e collaboratori potrà continuare grazie al supporto finanziario della German Science Foundation,


