Roma, 1 dicembre – È falso, dice il vocabolario, “tutto ciò che è sostanzialmente non vero”. Sembrerebbe semplice, se non fosse che viviamo in un’epoca dove distinguere vero e falso (in ogni campo) è diventato sempre più difficile, e il fake si presenta non di rado nelle vesti seducenti del vero più vero. Il che è un problema sempre, probabilmente destinato a esasperarsi drammaticamente in futuro, anche sulla spinta di conquiste come l’AI, e qualcosa al riguardo si è già cominciato a vedere. Ma lo diventa ancora di più, se possibile, quando il falso riguarda prodotti come i farmaci. Che sono notoriamente beni esistenziali utilizzati a tutela del bene più sacro e prezioso, la salute e l’integrità biopsichica della persona. Un “mercato” che non conosce crisi, dunque, comprensibilmente diventato terreno di caccia della criminalità, che ha scoperto ormai da tempo che investire in farmaci falsi vendendoli illegalmente è più lucrativo (e alla fine meno rischioso) che trafficare droga. E a favorire il tutto intervengono proprio le nuove tecnologie, in particolare la poc’anzi citata intelligenza artificiale generativa.
A restituire una cruda fotografia di questa inquietante realtà sono i ricercatori di Check Point Software Technologies, azienda leader nella fornitura di soluzioni di sicurezza informatica per aziende e governi in tutto il mondo, che hanno recentemente condotto un’indagine sull’aumento delle truffe farmaceutiche basate sull’intelligenza artificiale, rilevando come i criminali farmaceutici utilizzino l’AI generativa per produrre interi ‘ecosistemi’ contraffatti. Una sorta di mondo duplex fatto di medici fittizi, referti di laboratorio, confezioni, trasformazioni fisiche, recensioni e approvazioni.
Con l’intelligenza artificiale generativa, si passa dalla “semplice” falsificazione del prodotto a quella del contesto autorizzativo
Ne riferisce in un ampio resoconto tecnomedicina.it, sito specializzato nel racconto dell’impatto dello sviluppo degli strumenti tecnologici sul settore medico e sanitario, con particolare riguardo anche agli effetti sull’interrelazione con i pazienti e ai cambiamenti sociali legati all’uso e alla diffusione dei social network e alla gestione dei big data, realtà che stanno modificando strutturalmente il rapporto tra curanti e curati.
Secondo l’indagine di Check Point Software, l’interesse scatenato a livello planetario dai miracle drugs per la perdita di peso (i farmaci Glp-1 come Ozempic, Wegovy e Mounjaro), ha creato qualcosa di molto più pericoloso di una semplice tendenza culturale, ovvero l’occasione perfetta per i criminali informatici di far leva sulla disperazione, la scarsità di questi prodotti sul mercatoe la disinformazione. A scatenare la tempesta perfetta hanno concorso criticità strutturali come le carenze di farmaci, con i produttori che avvertono che i limiti di fornitura si protrarranno fino al 2026: inevitabile la spinta a un’esplosione della domanda e della ricerca di alternative più facili, più veloci o più economiche. Una situazione di vuoto che i gruppi criminali sono stati capaci di “leggere” con straordinaria rapidità, organizzandosi per riempirle quel vuoto praticamente in tempo reale. E, a leggere quanto emerge dall’indagine di Check Point Software, sembrano esserci riusciti.
In Italia, Regno Unito, Spagna, Francia, e Germania, ad esempio, sono stati individuati diversi esempi di usurpazione dell’identità di istituzioni sanitarie nazionali, che testimoniano le nuove e molto più raffinate strategie della criminalità farmaceutica, che non si limita più a vendere prodotti Glp 1 contraffatti, ma ormai clona l’identità delle organizzazioni (come ad esempio le autorità regolatorie nazionali) su cui milioni di persone fanno affidamento per la sicurezza medica e la fiducia pubblica. Lo fanno con precisione, attenzione linguistica, stimoli emotivi specifici tarati sulle differenze culturali, utilizzando sistemi di AI generativa in grado di produrre varianti illimitate della stessa menzogna. Non si tratta più solo di medicinali contraffatti, ma di medicinali contraffatti forti del benestare di un’autorità contraffatta. Il falso che si presenta più vero del vero al quale si è fatto cenno in premessa, insomma,
In Italia, si legge nella sintesi di tecnomedicina.it, i criminali adottano un approccio ibrido, in parte clinico e in parte naturale. Le campagne imitano lo stile visivo dell’Aifa, promuovendo al contempo formule a base di erbe, presentate come “delicate” o “non invasive”. Il messaggio fa leva sull’affinità culturale con la fitoterapia e la medicina naturale, ma lo maschera sotto al cappello della supervisione farmaceutica ufficiale.
Il fenomeno è particolarmente allarmante perché realizzato in modo estremamente sofisticato: i criminali non si limitano a tradurre gli annunci, ma li ricostruiscono da zero per adattarli al contesto culturale, linguistico e normativo di ciascun Paese. Il National health service è un punto di riferimento particolarmente potente nel Regno Unito; la Germania associa la sicurezza agli standard di produzione; l’Italia risponde a una combinazione di medicina naturale e linguaggio clinico; il marchio Aemps (l’autorità regolatoria nazionale spagnola) è largamente riconosciuto nella penisola iberica, mentre in Francia si punta sui farmacisti, figure professionali autorevoli sul territorio che godono di ampio credito e fiducia tra i cittadini.
L’AI generativa rende questo livello di localizzazione estremamente semplice. Una singola campagna può essere reinventata in pochi minuti per un altro Paese: nuovi nomi, nuove uniformi, nuovi simbol
i, nuove testimonianze.
“Stiamo assistendo alla fase successiva del crimine informatico basato sull’intelligenza artificiale” afferma Cristiano Voschion (nella foto), country manager per l’Italia di Check Point Software Technologies. “I gruppi criminali sono ora in grado di generare interi ecosistemi fraudolenti, siti web, recensioni, marchi e approvazioni normative, su una scala che solo un anno fa era impossibile immaginare. Le organizzazioni e le istituzioni pubbliche hanno bisogno di una sicurezza basata sulla prevenzione che sia in grado di identificare i contenuti sintetici, rilevare le usurpazioni di marchio e bloccare i domini malevoli prima che raggiungano i cittadini”.
Come viene falsificato un intero ecosistema di legittimità con l’uso deliberato e improprio delle identità di organismi sanitari pubblici
Il punto di partenza di quasi tutte le truffe è visuale. I criminali hanno compreso, inoltre, che le immagini di confronto, come le foto che mostrano il “prima” e il “dopo”, sono tra i formati più persuasivi nella categoria della perdita di peso. E l’intelligenza artificiale ha reso tutto questo facilmente riproducibile.
Queste immagini – spiega Check Point Software Technologies – non sono di pazienti reali, ma sono create combinando fotografie d’archivio, rimodellamento sintetico del corpo e manipolazione assistita dall’intelligenza artificiale. La pelle, l’illuminazione, le proporzioni del corpo, tutto è stato generato per imitare un percorso plausibile, spesso mostrando una donna tra i 40 e i 50 anni, la fascia demografica attualmente più interessate ai farmaci Glp 1 in Europa. L’effetto è esattamente quello che vogliono i criminali: creare identificazione, aspirazione e urgenza.
Le immagini non sono comunque l’unica esca. Una volta che un utente clicca, finisce in un mondo che sembra completamente medico, completamente approvato e completamente plausibile, perché l’intelligenza artificiale rende semplicissimo creare: medici; farmacisti; storie di successo dei pazienti; diagrammi scientifici; timbri dei medici di base; certificati “rilasciati” dalle autorità di regolamentazione europee; interi blog medici che si fingono giornalismo sanitario; pagine di checkout che imitano gli standard dell’e-commerce. In buona sostanza, i criminali non si limitano più a falsificare un prodotto, ma falsificano un intero ecosistema di legittimità.
Una delle scoperte più inquietanti, secondo la ricerca, è l’uso deliberato e improprio delle identità di organismi sanitari pubblici nazionali. I criminali puntano sulla fiducia che gli europei ripongono nei loro sistemi sanitari, che inevitabilmente finisce per ritorcesi loro contro.
In tutti i Paesi esaminati, i criminali hanno riprodotto loghi, sigilli e timbri normativi, colori e caratteri tipografici identici a quelli istituzionali, divise, ambienti medici e immagini cliniche: tutto il necessario per far apparire vero quello che vero non è. In Italia, ad esempio, sono state diffuse online campagne truffaldine che, per accreditarsi, utilizzavano un finto sigillo di qualità espressamente riferito all’Aifa, per quanto del tutto diverso, per stile grafico, dall’identità visuale dell’agenzia. In alcuni casi, il falso bollino proponeva anche collegamenti ipertestuali a pagine web non meno finte, che imitano il linguaggio dell’Aifa, complete di numeri di “registrazione” e link fasulli a presunti provvedimenti ufficiali.
L’uso non autorizzato e truffaldino di figure note e autorevoli per aumentare le probabilità di fuorviare i consumatori
Le truffe a volte utilizzano in modo truffaldino personaggi pubblici reali. In un video sponsorizzato destinato al Regno Unito, ad esempio, i truffatori sembrano imitare l’aspetto e lo stile di comunicazione di un esperto di nutrizione britannico, molto noto in ragione di un’esposizione mediatica di lunga e una forte credibilità pubblica. Pur con l’accortezza di “sfumare” l’identità del personaggio, l’annuncio è deliberatamente studiato per assomigliare al contenuto originale: un ambiente cucina, un discorso diretto alla telecamera e un tono calmo e autorevole. Chiaro l’obiettivo di far credere agli spettatori che un professionista rispettato stia promuovendo il falso farmaco Glp 1, anche se non c’è alcun legame tra l’esperto e la pubblicità. Una tattica particolarmente pericolosa, perché unisce un video sintetico alla familiarità di un testimonial affidabile e riconoscibile, aumentando notevolmente la probabilità che i consumatori vengano fuorviati.
L’aumento dei prodotti Glp 1 contraffatti mostra come stiano cambiando le truffe online nel 2025. I criminali non si limitano più a rubare password o dati bancari, ma copiano interi prodotti sanitari, completi di confezioni, “recensioni” di medici, farmacie false e persino loghi sanitari nazionali contraffatti. L’intelligenza artificiale ha reso incredibilmente facile per i truffatori rendere questi siti realistici in poco tempo.
Le persone che cercano di perdere peso o migliorare la propria salute stanno diventando bersaglio di pubblicità molto convincenti diffuse via social media. Il logo del Servizio sanitario nazionale o quello del Ministero della Salute possono essere aggiunti a un sito web che opera illegalmente in pochi secondi e per molti consumatori, soprattutto quelli più vulnerabili perché meno informati e consapevoli, diventa quasi impossibile distinguere il vero dal falso e cresce esponenzialmente la possibilità di essere vittime di truffe e raggiri. La contromisura per evitare che questo accada è quella che le autorità sanitarie di tutto il mondo si affannano a ripetere a ogni occasione: cercare di acquistare i farmaci dove si è certi della loro provenienza e sicurezza, e dunque in primis nelle farmacie di comunità sul territorio. E quando ci si rivolge al web, ricordare che nessun farmaco soggetto a prescrizione (come ad esempio i farmaci Glp 1) può essere venduto legalmente online al di fuori dei canali autorizzati: già la loro offerta, dunque, è si per sé sospetta e deve spingere – se davvero si tiene alla propria salute e al proprio portafoglio – di non effettuare alcun acquisto.


