Roma, 4 dicembre – Nell’ambito del Critical Medicines Act proposto dalla Commissione europea, l’Italia “ha sempre richiesto che le funzioni e la composizione del gruppo di coordinamento per i medicinali critici in capo alla Commissione europea fossero distinte da quelle del gruppo direttivo esecutivo per le carenze e la sicurezza dei medicinali dell’Ema, sia per evitare duplicazioni di attività, sia per distinguere prerogative tecniche di salute pubblica da quelle industriali”.
Durante la riunione del Consiglio Epsco parte Salute tenutosi a Bruxelles lo scorso 2 dicembre, co
n all’ordine del giorno l’atto legislativo comunitario sui medicinali critici, il ministro della Salute, Orazio Schillaci (nella foto), che ha guidato la delegazione italiana è tornato a ribadire la posizione del nostro Paese a proposito delle criticità correlate alle carenze di medicinali sul mercato.
Il nostro Paese, ha ricordato il titolare della Salute, “ha manifestato le proprie perplessità circa l’obbligo per gli Stati membri di informare il gruppo di coordinamento dell’intenzione di imporre, o modificare in modo sostanziale, eventuali misure in materia di scorte di emergenza. Avendo tale gruppo una natura prevalentemente industriale, l’obbligo da parte degli Stati membri di tenere scorte di emergenza senza un coordinamento potrebbe, infatti, avere effetti avversi, cioè creare o aggravare carenze”.
Per questo motivo, ha continuato il ministro, “è necessario che questa informativa sia in primo luogo invitata ad Ema, quale soggetto responsabile della tutela di salute pubblica, e poi al gruppo di coordinamento, potendo avere tale informazione rilevanza anche per l’industria. Non si tratta di una mera questione procedurale” ha concluso Schillaci “ma di stabilire e ribadire senza equivoci, nella gestione di queste criticità, la priorità della tutela della salute pubblica rispetto a questioni di natura più industriale“.


