”banner
giovedì 4 Dicembre 2025
”banner

Washington Post: “Vaccinazione universale neonati contro epatite B, USA verso lo stop”

banner

Roma, 5 dicembre – Sarà il tempo a dire dove porteranno le politiche che il segretario alla Salute USA Robert Kennedy jr. sta portando avanti in materia di vaccini, sordo a ogni rilievo critico della comunità medico-scientifica. Che, sgomenta, assiste preoccupata alla volontà del massimo responsabile della salute a stelle e strisce di imporre “il più grande cambiamento di sempre al calendario delle vaccinazioni per l’infanzia”, concertato con i nuovi esperti che egli stesso ha nominato e inserito nell’Advisory Committee on Immunization Practices (Acip), E che – ricorda sempre l’autorevole quotidiano statunitense –  “intendono votare per porre fine alla vaccinazione universale di tutti i neonati con i l’epatite B e per valutare se le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale pediatrico siano alla base dell’aumento di allergie e malattie autoimmuni”. A dichiarato allo stesso giornale è stato il neo-nominato presidente del gruppo, il cardiologo pediatrico Kirk Milhoan (nella foto), segnalatosi in passato per le sue posizioni critiche sulla vaccinazione anti-Covid.

“I nuovi membri del comitato” riferisce il Washington Post “intendono votare giovedì per eliminare la raccomandazione di somministrare a tutti i neonati una dose di vaccino contro l’epatite B entro 24 ore dalla nascita”. Il panel “sta invece valutando un ritardo nella somministrazione della prima dose, con un intervallo” che per Milhoan è “ancora in fase di definizione”.

“Per decenni il calendario vaccinale per i bambini e gli adolescenti ha richiesto la somministrazione dei vaccini a scadenze prestabilite” ricorda ancora il quotidiano statunitense. “Ma Kennedy, fondatore di un gruppo anti-vaccini, ha da tempo collegato l’aumento di malattie croniche, autismo e allergie alimentari negli Usa a quello che chiama ‘esplosione del calendario vaccinale’. Affermazioni che sono state confutate dalle associazioni mediche e da approfondite ricerche sulla sicurezza delle vaccinazioni”.

In particolare, “secondo uno studio del 2023 pubblicato sulla rivista ufficiale del Surgeon General degli Stati Uniti, la dose somministrata alla nascita è stata ritenuta responsabile di una riduzione del 99% delle infezioni nei bambini e negli adolescenti a partire dalla raccomandazione del 1991 dei Cdc, Centers for Disease Control and Prevention e dell’American Academy of Pediatrics”.

“I critici della dose di vaccino anti-epatite B somministrata alla nascita, tra cui Kennedy Jr” continua il Washington Post “sostengono che non è necessario vaccinare tutti i bambini contro il virus, quando la stragrande maggioranza non è a rischio di infezione”. Sulle indicazioni formulate dall’Acip decidono i Cdc, i cui direttori “hanno quasi sempre adottato le raccomandazioni del comitato”, precisa la testata. Gli esperti nominati dal segretario alla Salute, aggiunge, prevedono di avviare discussioni pubbliche sull’impegno del comitato di rivedere il calendario delle vaccinazioni infantili valutando “gli effetti cumulativi sulla salute delle decine di dosi somministrate ai bambini”.

“Stiamo esaminando le possibili cause di alcuni dei cambiamenti a lungo termine che stiamo osservando nei dati sulla popolazione infantile, in particolare fattori come asma, eczema e altre malattie autoimmuni” ha affermato Milhoan in una recentissima intervista. “Quello che stiamo cercando di fare è capire se ci sono fattori di rischio all’interno dei vaccini”. Il panel si sta concentrando soprattutto “sull’uso dell’alluminio come adiuvante, un ingrediente aggiunto ai vaccini per aiutare l’organismo a produrre una risposta immunitaria sufficientemente forte da proteggere la persona dalla malattia”.

“I sali di alluminio – puntualizza il Wp – sono presenti in più di una dozzina di vaccini raccomandati di routine, come quelli contro l’epatite A e B, quelli contro difterite-tetano, Haemophilus influenzae di tipo B, Hpv e i vaccini contro il meningococco B e lo pneumococco”. Per i Cdc “i sali di alluminio sono utilizzati in sicurezza nei vaccini da oltre 70 anni” e i vaccini che li contengono “sono stati associati solo raramente a gravi reazioni locali, secondo la Food and drug administration che testa ampiamente i vaccini con adiuvanti in studi clinici prima di autorizzarli. L’agenzia puntualizza che le fonti più comuni di esposizione all’alluminio sono il cibo e l’acqua potabile”.

Ma nonostante tutte queste evidenze, gli esperti kennedyani tirano avanti pervicacemente, tornando ad avanzare vecchi sospetti già chiariti come se si trattasse di rischi ancora tutti da chiarire. Da qui l’allarme della comunità degli esperti di salute pubblica e medicina americana, che temono che “il comitato si stia muovendo verso la raccomandazione di utilizzare solo vaccini senza adiuvanti a base di alluminio”. Una scelta che, paventano gli addetti ai lavori, “sarebbe costosa e difficile a livello pratico, e potrebbe portare al ritiro di alcuni vaccini dal mercato”.

Tuttavia, “Milhoan ha affermato che il panel non sta chiedendo la rimozione dell’alluminio dai vaccini”. Per ora, ha puntualizzato, “stiamo solo iniziando la discussione”. E negli USA sono in moltissimi a sperare che la discussione duri molto a lungo e alla fine si concluda con un nulla di fatto.

Sull’approccio dell’amministrazione Trump al tema vaccini, pubblichiamo qui, sulla newsletter di oggi, il parere di un autorevole esperto italiano, Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, già direttore generale della Prevenzione sanitaria alMinistero della Salute e dirigente di ricerca dell’Istituto superiore di sanità.

banner
Articoli correlati

i più recenti

I più letti degli ultimi 7 giorni