Roma, 19 maggio – Puntare sui presidi sanitari di prossimità e rafforzare l’assistenza domiciliare per creare una rete che parta dal basso e, attraverso la collaborazione di medici di medicina generale, farmacisti e cooperative sociosanitarie, possa dare risposte efficaci ai bisogni dei cittadini pugliesi.
Questa, riferisce l’agenzia Dire, la proposta di Confcooperative presentata ieri a Bari da FederazioneSanità e Federsolidarietà Puglia, nel corso di un convegno significativamente intitolato Cooperazione: welfare in progress.
“Quella di FederazioneSanità – ha spiegato il presidente, Giuseppe Milanese (nella foto) – è una rivoluzione a costo zero: occorre soltanto uno sforzo organizzativo e culturale. La riorganizzazione della sanità e del welfare non è un problema solo di risorse ma di frammentazione del sistema: il 38 per cento dei pazienti ha una patologia cronica e per l’assistenza residenziale abbiamo 224mila posti letto a fronte dei 496mila necessari, per stare nella media europea. In Italia, inoltre, una legione di 830mila badanti va a compensare un’assistenza domiciliare che si attesta su una media annua di sole 22 ore a persona”.
Nel caso della Puglia “l’assistenza domiciliare è ferma al 2 per cento e nell’assistenza intermedia rispetto all’Emilia Romagna c’è un quinto dei posti letto” e si tratta di “un gap che deve essere colmato. Un altro aspetto da ricordare – ha aggiunto Milanese – è la libertà di scelta dei cittadini in ambito sanitario. Il nostro modello di welfare propone, tra l’altro, l’idea del Consorzio di assistenza primaria (Cap), per mettere in rete e coordinare le cooperative di medici e quelle di farmacisti, di operatori sociosanitari e operatori della salute mentale”.
Questo servizio – ha ricordato il presidente di FederazioneSanità – è già operativo nel Lazio, dove sono 72 le farmacie della rete Cap che offrono servizi di assistenza primaria. Il modello è stato successivamente replicato con successo in Abruzzo, Calabria, Campania, Piemonte e Sicilia e sta per nascere in Lombardia. Il progetto pilota del Lazio, avviato nel 2013, è il paradigma dell’iniziativa: un modello di servizio di assistenza primaria, anche presso il domicilio dell’utente, che si propone come punto di riferimento per quei cittadini che hanno bisogno di servizi socio-sanitari in tempi rapidi e a costi accessibili. La sua forza è nella rete, intesa come connessione di servizi diversi, capace di abbracciare esigenze variegate. Il principio su cui si basa il progetto è infatti quello di fornire una cura complessiva, integrata ed efficiente, accedendo alle cure primarie direttamente dalle farmacie aderenti, cosa che garantisce la continuità assistenziale tra l’ospedale e il territorio e la totale presa in carico dell’assistito.
“A Bari il servizio Cap partirà a breve: un progetto pilota da estendere in seguito in tutta la Regione” ha concluso Milanese, chiudendo il convegno al quale, in collegamento telefonico, è intervenuto anche il presidente della Regione Michele Emiliano, ribadendo il suo interesse per il tema della
sanità di prossimità, anche se – nel caso della Puglia – bisogna fare i conti con una Regione “in condizioni di sottocapitalizzazione”. Il governatore, in ogni caso, ha assicurato il suo e impegno per una rete di presidi sanitari di comunità, ospedali inclusi, attraverso una maggiore relazione con il movimento delle cooperative”.


