Roma, 11 novembre – I segnali minacciavano una nuova tempesta in arrivo, e la tempesta è puntualmente arrivata: salta di nuovo il tavolo delle trattative tra Federfarma e sindacati per il rinnovo del Ccnl dei dipendenti di farmacia privata e – come quasi sempre accade in ambito sindacale quando gli accordi sono difficili da trovare – le parti in causa si accusano l’un l’altra dell’ennesimo stop ai negoziati.
Federfarma: “Nessun segnale di disponibilità al confronto da parte dei sindacati, inevitabile confermare la sospensione delle trattative”
Per il sindacato dei titolari di farmacia, l’incontro del 9 ottobre che avrebbe dovuto sancire la riprese del confronto tra le parti “non si è potuto tenere perché dalle rappresentanze sindacali dei dipendenti di farmacia, anche in occasione di recenti interlocuzioni informali, non è giunto alcun segnale concreto rispetto alla disponibilità di Federfarma al confronto.
Federfarma si è vista quindi costretta a mantenere ferma la decisione di sospendere l’incontro in questione, anche alla luce della conferma dello sciopero dei dipendenti di farmacia in Sardegna il 15 ottobre, fatto ritenuto particolarmente inopportuno e dannoso per la prosecuzione del confronto, poiché il dialogo tra le parti a livello nazionale era stato
riavviato”.
Per Federfarma, insomma, non avrebbe avuto alcun senso andarsi a sedere a un tavolo con chi ti sta puntando contro la pistola di uno sciopero dicendo che, di lì a qualche giorno premerà il grilletto. Ed è proprio su questo punto che il sindacato dei titolari fonda le sue argomentazioni: “La minaccia di uno sciopero nazionale, prospettata dalle organizzazioni sindacali, non fa altro che porre ulteriori ostacoli al rinnovo del contratto, rimandando ulteriormente l’applicazione di nuove condizioni volte a migliorare gli aspetti economici e il livello della qualità della vita dei dipendenti di farmacia”, sottolinea infatti la sigla delle farmacie private.
Federfarma respinge poi con sdegno l’accusa di ‘sfruttamento’ del lavoro dei collaboratori da parte dei titolari di farmacia, avanzata dai sindacati, precisando che “si tratta di un’affermazione del tutto gratuita e infondata, in quanto le attuali condizioni di lavoro in farmacia sono regolate dal vigente contratto, sottoscritto, ovviamente, anche dai
sindacati”.
L’auspicio finale che “si possa superare l’attuale situazione di stallo e riprendere un confronto sereno e costruttivo” espresso da Federfarma, insomma, alla luce della situazione, sembra purtroppo essere solo una frase di circostanza del tutto priva di contenuti reali.
I sindacati: “Da Federfarma decisione assurda, ora mobilitazione generale e sciopero nazionale”
Del tutto diversa, ovviamente, la canzone che si canta dall’altra parte della barricata: in un comunicato stampa molto articolato, le confederazioni sindacali che rappresentano i 60mila dipendenti delle farmacie provate affermano infatti che se il confronto per il rinnovo del contratto nazionale delle farmacie private non è ripartito, le responsabilità vanno ricercate proprio in casa Federfarma. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs consideravano “molto importante” l’incontro del 9 ottobre poi abortito, “perché avrebbe fatto emergere la volontà delle parti di definire il nuovo contratto nazionale, concordando sugli incrementi salariali e sulla parte normativa con grande attenzione al tema della professionalità”.
A quell’incontro, si legge nel comunicato, i sindacati, hanno “lavorato con grande impegno: abbiamo avviato ed intrattenuto interlocuzioni continue con Federfarma per limitare ogni possibile problema di relazione e di metodo per finalmente tornare ad affrontare nel merito le questioni che stanno a cuore alle farmaciste ed ai farmacisti, alle collaboratrici ed ai collaboratori di farmacia: salario, professionalità, orari di lavoro e formazione”.
Nonostante l’impegno di entrambe le parti a vedersi per iniziare a definire questi punti, però, la sigla dei titolari – accusano i sindacati – “ha deciso di confermare la sospensione della trattativa: una decisione non coerente con le dichiarazioni di Federfarma stessa delle ultime settimane che esprimeva invece una disponibilità al confronto per superare le criticità”.
La decisione di Federfarma di annullare l’incontro del 9 ottobre è una scelta “di una gravità inaudita che mette in discussione tutto il lavoro e l’impegno profuso in questi mesi”, scrivono ancora Filcams, FIsascat e Uiltucs, anche alla luce del fatto che, pur restando le distanze tra le parti ancora notevoli, i 180 euro proposti dalla sigla datoriale a luglio erano stati comunque interpretati “come un segnale per ritornare a lavorare sul rinnovo del contratto”.
La “gravissima scelta” di Federfarma di non incontrare le organizzazioni sindacali dei dipendenti, si legge ancora nel comunicato, è il segno evidente di una “scarsa attenzione per chi lavora in farmacia” e “rimette le lancette dell’orologio indietro di anni: quando i titolari pensavano di poter facilmente sfruttare le dipendenti e i dipendenti”, azzerando così l’idea coltivate a inizio confronto dalle sigle di rappresentanza dei dipendenti della possibile apertura di “una fase nuova, moderna e evoluta delle relazioni sindacali”.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ritengono che l’atteggiamento di Federfarma, definito gravissimo, “debba essere contrastato con ogni mezzo. Da oggi si avvia una nuova fase di mobilitazione che chiamerà tutte le farmaciste e i farmacisti italiani a partecipare alle iniziative di lotta che nei prossimi giorni definiremo e che sfoceranno con la dichiarazione di uno sciopero nazionale. Una mobilitazione – concludono i sindacati dei dipendenti – che farà comprendere al Paese le ragioni di chi lavora in questo settore, ogni giorno più determinante per la sanità di prossimità”.