”banner
martedì 14 Ottobre 2025
”banner

Fimmg, focus sui vaccini: la mancata copertura vaccinale costa 610 milioni l’anno

banner

Roma, 14 ottobre – Le campagne di vaccinazione hanno ovviamente un costo, ma non si considera mai abbastanza il fatto che le mancate immunizzazioni costano infinitamente di più. In termini di impatto economico, il mancato raggiungimento delle coperture vaccinali – guardando soltanto ai costi indiretti – cioè quelli legati alla spesa sociale, al carico sui caregiver, all’impatto fiscale e alla perdita di gettito – pesa secondo le stime per circa 610 milioni di euro l’anno per le aree vaccinali relative a papillomavirus, influenza, pneumococco, Herpes zoster, meningococco e Covid.

“Una cifra che si potrebbe ridurre inizialmente a 225 milioni, fino ad arrivare a 48 milioni nel momento in cui si raggiungessero le coperture raccomandate, minime o ottimali” ha spiegato Eugenio Di Brino (nella foto), ricercatore Altems dell’università Cattolica del Sacro Cuore, intervenuto all’83° Congresso nazionale Fimmg, durante la tavola rotonda dedicata al tema Sfida della prevenzione vaccinale: coniugare efficacia, efficienza, innovazione ed equità.

Di Brino ha precisato che “si tratta di costi sociali che la collettività sostiene e che, quindi, rappresentano possibili risparmi. La nostra spesa sociale per queste coperture vaccinali si attesta a circa 3 miliardi e 117 milioni di euro, cifra che potremmo più che dimezzare raggiungendo i livelli minimi raccomandati, o addirittura ridurre a 245 milioni di euro se arrivassimo alle coperture ottimali”. Il mancato raggiungimento delle coperture vaccinali comporta anche, secondo l’analisi, “una perdita stimata di Pil pari a circa 11 miliardi di euro, valore che potrebbe scendere a circa 4 miliardi, o addirittura sotto il miliardo, con l’aumento delle coperture”.

Maria Adelaide Bottaro (Farmindustria) ha ricordato che “ogni euro investito nelle vaccinazioni per l’adulto genera un ritorno pari a 19 euro, considerando i benefici socioeconomici complessivi. Oggi, grazie all’impegno costante nella ricerca e sviluppo delle aziende farmaceutiche, abbiamo vaccini in grado di proteggere da oltre 20 patologie” ha aggiunto la rappresentante delle aziende del farmaco, mentre “da un’indagine di Vaccines Europe, l’associazione europea che raggruppa le aziende produttrici di vaccini, sono emersi 98 candidati vaccini in sviluppo”. La ricerca, ha ancora precisato Bottaro, “punta sia all’identificazione di nuovi strumenti preventivi – per malattie che ancora non dispongono di un vaccino (42% dei casi) – sia al miglioramento di quelli già esistenti. Dei vaccini attualmente in sviluppo, l’81% è destinato agli adulti, il 77% riguarda virus e il 22% batteri. In particolare, 14 candidati sono specificamente dedicati a patogeni pericolosi identificati dall’Oms”.

Nel suo intervento, Valeria Fava  di Cittadinanzattiva (nella foto ) ha richiamato l’attenzione sull’importanza dell’informazione e della fiducia nell’immunizzazione, minacciata da correnti di pensiero no vax che – per quanto prive di fondamento scientifico – riescono ad attecchire in alcune fasce dell’opinione pubblica. “L’efficacia è strettamente legata alla fiducia. Il ruolo dei medici di medicina generale è anche quello di ritagliarsi uno spazio di ascolto e dialogo per spiegare al cittadino i benefici della vaccinazione” ha affermato Fava. “Parlare anche dei dati economici può essere utile: il cittadino può comprendere che il proprio gesto ha un valore non solo individuale, ma collettivo”. La rappresentante di Cittadinzattiva ha poi sottolineato che “l’efficienza del sistema vaccinale non dipende solo dall’efficacia del vaccino, ma anche dall’organizzazione: serve rendere il percorso di prevenzione più snello, integrato e omogeneo, su misura per i cittadini”.

In chiusura Tommasa Maio, responsabile nazionale dell’Area vaccini della Fimmg (nella foto), ha ribadito come sia “fondamentale riconoscere il valore dell’attività svolta dal medico di famiglia, che rappresenta la prima garanzia di equità nell’accesso e di appropriatezza della vaccinazione rispetto alle esigenze di salute di ogni persona. Oggi manca un aggiornamentodel calendario vaccinale e si registra una disomogeneità di comportamenti tra le Regioni. Sono stati compiuti passi avanti, ma è tempo di proseguire: gli indicatori devono includere anche quelli relativi alla vaccinazione degli adulti”. 

banner
Articoli correlati

i più recenti

I più letti degli ultimi 7 giorni