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mercoledì 15 Ottobre 2025
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Report Oms, è allarme rosso: inefficaci più di 4 antibiotici su 10, resistente 1 infezione su 6

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Roma, 14 ottobre –  L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha reso disponibile ieri sul suo sito istituzionale il documento Global antibiotic resistance surveillance report 2025. Che non porta le buone nuove attese dalla sforzo che, negli ultimi anni, è stato avviato nel mondo per contrastare il fenomeno della resistenza agli antimicrobici, ormai diventata un’emergenza sanitaria globale. Negli ospedali di tutto il mondo, infatti, le infezioni resistenti agli antibiotici risultano in aumento: una su sei, tra quelle confermate in laboratorio nel 2023, si è rivelata tale e, tra il 2018 e il 2023, quasi la metà degli antibiotici (oltre il 40%) ha perso efficacia contro comuni infezioni del sangue, intestinali, delle vie urinarie e a trasmissione sessuale.

Si tratta di dati allarmanti, soprattutto se si considera l’attendibilità del report, che ha analizzato più di 23 milioni di infezioni batteriche provenienti da 104 Paesi.

Inefficaci 4 antibiotici su dieci, la minaccia                                                    maggiore sono i batteri Gram-negativi

Il rapporto – un’insostituibile analisi a livello mondiale della prevalenza e delle tendenze della resistenza agli antibiotici –  ha valutato, per la prima volta, la prevalenza della resistenza in 22 antibiotici utilizzati per trattare infezioni comuni, legate a otto patogeni batterici: Acinetobacter spp.Escherichia coliKlebsiella pneumoniaeNeisseria gonorrhoeaeSalmonella spp. non tifoidiShigella spp.Staphylococcus aureus e Streptococcus pneumoniae.
I batteri Gram-negativi rappresentano la minaccia maggiore, alimentata in particolare da E. coli e K. Pneumoniae, i principali batteri resistenti identificati nelle infezioni del flusso sanguigno, che sono tra le più gravi, spesso associate a sepsi, insufficienza d’organo e morte.
Oltre il 40% dei ceppi di E. coli e più del 55% di K. pneumoniae a livello mondiale risultano già adesso resistenti alle cefalosporine di terza generazione, trattamento di prima scelta per queste infezioni; in Africa la resistenza supera addirittura il 70%.
Anche altri antibiotici salvavita – tra cui carbapenemi e fluorochinoloni – stanno perdendo efficacia contro E.coliK.pneumoniae, Salmonella Acinetobacter. La resistenza ai carbapenemi, un tempo rara, è pericolosamente in aumento, riducendo le opzioni terapeutiche e costringendo all’uso di antibiotici di ultima istanza, spesso costosi, difficili da reperire e non disponibili nei paesi a basso e medio reddito .

La situazione in Italia: nel 2023 registrate 54mila infezioni                                   del sangue, E. coli e Klebsiella tra i patogeni più diffusi 

I dati del rapporto Oms parlano chiaro: con 53.987 infezioni del flusso sanguigno segnalate nel 2023, l’Italia mantiene la sua poco invidiabile posizione di  essere uno dei Paesi europei con il più alto numero assoluto di casi di batteriemia. Un dato che da un lato testimoia l’esistenza di una rete di sorveglianza microbiologica capillare e funzionante, ma dall’altro rivela che il Paese sopporta un carico di infezioni ospedaliere e resistenze antimicrobiche ancora troppo elevato. Secondo il report, quasi la metà delle infezioni (46%) è attribuibile a Escherichia coli e un ulteriore 21,9% a Klebsiella pneumoniae. Il conto è presto fatto: insieme, i due batteri Gram-negativi  sono responsabili di più dei due terzi dei casi totali, confermando la loro predominanza anche in ambito ospedaliero. Seguono Staphylococcus aureus con il 24,8% dei casi, Acinetobacter spp. con 4,9%, Streptococcus pneumoniae con 2,1% e Salmonella spp. con appena lo 0,2% delle infezioni, una delle percentuali più basse in Europa.

Rispetto agli altri Paesi analizzati, ed è tutt’altro che una novità, l’Italia si colloca purtroppo sopra la media globale per numero assoluto di infezioni (53.987, come già ricordato, su una popolazione di 59 milioni di abitanti), con valori paragonabili soltanto a quelli della Svezia (21.978, ma su 10,5 milioni di abitanti).

Le infezioni da Klebsiella pneumoniae ed E. coli in Italia sono in linea con la media continentale, mentre la quota di Staphylococcus aureus è tra le più alte d’Europa, segno della persistente circolazione di ceppi resistenti come l’Mrsa (lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina). Al contrario, Salmonella e S. pneumoniae risultano meno diffusi, indicando un buon livello di prevenzione per queste infezioni.
La sola buona notizia che emerge dqai dati relativi all’Italia è la solidità e la tenuta del nostro sistema di monitoraggio, ma per il resto il peso dei Gram-negativi, la diffusione di S. aureus e l’elevato numero di casi complessivi rivelano come il nostro Paese sia ancora esposto a un rischio clinico rilevante, che richiedeo politiche di stewardship antibiotica e prevenzione delle infezioni sempre più integrate.

L’allarme Oms: l’Amr supera i progressi della medicina                                           e  minaccia la salute delle famiglie in tutto il mondo                    

I medici che avvertono che il numero di decessi causati dalla resistenza ai farmaci crescerà rapidamente negli anni a venire. Soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito e in quelli con sistemi sanitari più deboli. Ad esempio nelle regioni del Sud-Est asiatico e del Mediterraneo orientale, un’infezione su tre è risultata resistente; nella regione africana una su cinque.

“La resistenza antimicrobica sta superando i progressi della medicina moderna, minacciando la salute delle famiglie in tutto il mondo” è il preoccupato commento di Tedros Adhanom Ghebreyesus (nella foto), direttore generale dell’Oms. “Man mano che i Paesi rafforzano i propri sistemi di sorveglianza sull’Amr, dobbiamo usare gli antibiotici in modo responsabile e garantire a tutti l’accesso ai medicinali appropriati, a diagnosi di qualità e ai vaccini. Il nostro futuro dipende anche dal rafforzamento dei sistemi di prevenzione, diagnosi e cura delle infezioni e dall’innovazione di antibiotici di nuova generazione e test molecolari rapidi al punto di cura”.

La partecipazione dei Paesi al sistema di sorveglianza Glass è aumentata di oltre quattro volte, passando da 25 nel 2016 a 104 nel 2023. Tuttavia, il 48% dei Paesi non ha trasmesso dati all’Oms nel 2023 e circa la metà di quelli che lo hanno fatto non disponeva ancora di sistemi in grado di generare dati affidabili. In molti casi, i Paesi con le maggiori difficoltà sono anche quelli privi della capacità di monitorare efficacemente la propria situazione in materia di resistenza antimicrobica.

L’Oms invita tutti i Paesi a fornire dati al Glass entro il 2030, ad ampliare gli interventi coordinati in tutti i livelli dell’assistenza sanitaria e ad aggiornare le linee guida terapeutiche e le liste dei farmaci essenziali in base ai modelli locali di resistenza.

In calce all’articolo, per chi fosse interessato ad approfondirne i contenuti, il link per accedere al pdf del rapporto.

 

Oms – Global antibiotic resistance surveillance report 2025

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