Roma, 27 novembre – Il colosso farmaceutico svizzero Novartis taglierà 550 posti di lavoro entro fine 2027 nello stabilimento di Stein, nel canton Argovia, dove verrà interrotta la produzione di pillole. Ad annunciarlo è stata la stessa multinazionale svizzera, senza peraltro precisare dove verranno riallocate le produzioni interrotte negli stabilimenti di Stein, dove gli addetti si ridurranno di un terzo, su un totale di circa 1.600 dipendenti.
L’azienda assicura che non sussiste un collegamento fra l’operazione e gli investimenti negli Stati Uniti seguiti all’aggressiva politica sui dazi dell’amministrazione Trump, dichiaratamente finalizzata anche a far trasferire quote di produzione farmaceutica (soprattutto europea) nella federazione nordamericana. Ma un portavoce della multinazionale elvetica, contattato dall’agenzia Awp, ha appunto dichiarato che l’annuncio dei tagli ai posti di lavoro in Svizzera “non è correlato agli investimenti annunciati da Novartis in aprile per espandere la capacità produttiva negli Usa per il mercato americano”.
Dagli States arrivaintanto il via libera alla terapia genica Itvisma (onasemnogene abeparvovec-brve) di Novartis contro l’atrofia muscolare spinale (Sma), indicata per bambini di età superiore ai 2 anni, adolescenti e adulti. Somministrabile in un’unica dose, Itvisma potrebbe consentire ai pazienti di fare a meno di trattamenti cronici.
La Fda americana aveva già autorizzato nel 2019 la commercializzazione di una versione del trattamento destinata ai bambini di età inferiore ai 2 anni. Zolgensma (onasemnogene abeparvovec-xioi) era diventato famoso per essere il farmaco più costoso della storia, con un prezzo ufficiale di 2,125 milioni di dollari.
