Roma, 16 settembre – “La chiusura del Governo e del maggior partito della coalizione è razionalmente inspiegabile.” Il Movimento nazionale dei liberi farmacisti è tornato ieri a stigmatizzare, in una nota diffusa alla stampa, la posizione della maggioranza governativa, contraria alla liberalizzazione della fascia C, come attesta l’esito dell’esame del ddl Concorrenza in sedere referente da parte delle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, nel corso del quale sono state respinte tutte le proposte emendative volta a estendere anche alle parafarmacie la possibilità di vendere farmaci a totale carico dei cittadini.
L’unica spiegazione possibile del no a una misura che, secondo Mnlf, significa la rinuncia “a 5000 nuovi posti di lavoro, a 600 milioni (fonte Altroconsumo) di risparmio per i cittadini, a 300/3500 nuove aziende, a 700 milioni d’investimento privato” è quella che la sigla dei presieduta da Vincenzo Devito (nella foto) definisce “una verità inconfessabile”, ovvero l’esistenza di un accordo politico/corporativo stretto “sin dall’inizio dell’iter del ddl Concorrenza ( … ) per non toccare in alcun modo le farmacie.”
” Questo accordo è stato in pieno rispettato alla faccia del Parlamento” accusa la nota Mnlf. “In Commissione, il relatore del ddl concorrenza, non riuscendo a motivare diversamente una scelta inspiegabile, arriva ad affermare che quello non è il contesto dove inserire tali riforme“. La nota, al riguardo, si chiede retoricamente “dove si deve dibattere di tali argomenti se non nella legge annuale per la concorrenza quando la stessa Antitrust, la Banca d’Italia, il Fondo monetario internazionale e la Commissione europea avevano esplicitamente indicato di aumentare il livello di competizione nei servizi farmaceutici aprendo alla concorrenza nella distribuzione dei farmaci di fascia C?”
Un’altra annotazione polemica è riservata al responsabile nazionale sanità del Pd, Federico Gelli, che nega che le norme del ddl Concorrenza, così come approvate in Commissione, possano trasformare un monopolio di fatto in oligopolio. “Peccato che sia lo stesso Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi a smentire le parole di Gelli” scrive il Mnlf. “Il documento portato in Consiglio dei Ministri subordinava l’entrata del capitale privato nelle società titolari di farmacie alla liberalizzazione del settore. Il motivo è quasi elementare: se tolgo il limite delle 4 farmacie e faccio entrare il capitale privato senza aprire quel mercato pongo le condizioni per trasformare il monopolio in oligopolio senza alcun vantaggio competitivo per i cittadini/consumatori.”
Ma per i liberi farmacisti le mancate misure sulla fascia C non sono motivate dalla giustificazione, richiamata in Commissione, tra gli altri, dal sottosegretario del Mise Simona Vicari, del precedente provvedimento del Governo Monti finalizzato ad aumentare il numero delle farmacie sul territorio. “Quel progetto è fallito” scrive la nota Mnlf ” e dopo tre anni nessuna nuova farmacia è stata ancora aperta e, se si arriverà alla fine dell’iter concorsuale, al massimo apriranno non più di mille sedi farmaceutiche, molte in aree scarsamente abitate. Meno del 7% delle attuali.”
In chiusura, Mnlf chiede “uno scatto d’orgoglio da parte di quei parlamentari che troppo spesso sono sottoposti a diktat contrari alle proprie convinzioni, uno scatto d’orgoglio che approvi in aula il prossimo 21 settembre la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, non per fare un favore alle parafarmacie, ma perché utile all’interesse pubblico, utile alla crescita del Paese”.