
Gullotta: “Migliaia di posti di lavoro immolati sull’altare delle lobby”
Roma, 21 settembre – Ben altro, invece, rispetto a quello di Federfarma, è il rintocco della campana della Fnpi, la Federazione nazionale delle parafarmacie. Il presidente Davide Gullotta, nell’articolo a sua firma pubblicato venerdì scorso da sanità24, spara a zero fin dal suo incipit sul ddl Concorrenza, scrivendo che “se approvato nella versione attuale, questa legislatura decreterà la fine di migliaia di posti di lavoro: quelli di tanti giovani farmacisti italiani che il premier Renzi ha deciso di immolare sull’altare delle lobby e delle grandi multinazionali. È una scelta inspiegabile.”
Il presidente delle parafarmacie si affida ai numeri per “rispondere a quanti – anche in questo governo – negano ogni spinta liberalizzatrice perché metterebbe in crisi il sistema delle farmacie”. Gullotta parte dal mercato del farmaco nel circuito delle farmacie, circa 18 miliardi di euro. “Carte alla mano, il fatturato medio delle 17mila farmacie italiane si aggira sul milione di euro” scrive il presidente Fnpi, sostenendo che di questa cifra resterebbe, al netto dello stipendio e delle tasse, una percentuale tra il 5% all’8%, come confermerebbero “i 100 mila euro l’anno” di reddito medio dichiarato dalle farmacie.
“Affermare dunque che la liberalizzazione della fascia C – che è circa il 13% del mercato totale del farmaco – metterebbe a rischio la tenuta del settore” afferma Gullotta “è un offesa all’intelligenza non solo di una categoria , la nostra, ma a quella di un intero Paese. ”
Gullotta liquida anche l’altro argomento spesso impugnato per sbarrare il passo alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. ovvero la sicurezza dei pazienti. “L’argomento è chiaramente pretestuoso in quanto la tutela della salute del paziente è garantita dal fatto che la vendita debba in ogni caso avvenire alla presenza e con l’assistenza personale e diretta di almeno un farmacista abilitato alla professione e iscritto all’Ordine” ribadisce l’esponente delle parafarmacie. “Il cittadino trova, quindi, nelle parafarmacie la stessa competenza in termini di preparazione e di consigli sulla salute messa a disposizione dalle farmacie.”
Gullotta osserva anche che il ddl così come attualmente formulato, che prevede l’ingresso del capitale in un settore chiuso, ”oltre a non arrecare alcun beneficio alle tasche del cittadino consumatore, porterebbe la perdita di milioni di posti di lavoro con le nostre attività schiacciate dai grandi gruppi e dall’impossibilità di poter competere non potendo dispensare medicinali a pagamento. “
“Non siamo contro i capitali, intendiamoci” chiarisce Gullotta. “La questione è più ampia: se il provvedimento dovesse passare senza le modifiche proposte ci troveremo presto di fronte a una vera e propria emergenza sindacale. Vuol dire, in sintesi, che questo governo così facendo decide coscientemente di buttare giù dalla torre tanti giovani farmacisti laureati e scrivere la parola fine a quel minimo di libertà professionale concessa a seguito della legge Bersani.”
In chiusura, Gullotta lancia un ultimo appello all’assemblea di Montecitorio, affinché in occasione del voto in Aula “agiscano tutelando il futuro di tutti i 90mila farmacisti iscritti all’ordine e non soltanto dei 16mila titolari di farmacia“.
