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martedì 17 Giugno 2025
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Meridiano Sanità: “Spesa sottofinanziata, compromessa la risposta ai bisogni di salute”

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Roma, 11 novembre – La sanità italiana rischia di finire stritolata dalle misure di contenimento della spesa sanitaria pubblica, già sensibilmente inferiore, in termini di incidenza sul Pil, a quella dei principali Paesi europei.

A sostenerlo è il Rapporto Meridiano Sanità, elaborato da The European House-Ambrosetti, presentato ieri a Roma, secondo il quale le politiche degli ultimi anni di riduzione ulteriore della spesa hanno già “compromesso la capacità di risposta ai bisogni di salute”, come i tassi di copertura vaccinale e degli screening preventivi, il consumo di farmaci innovativi e i posti letto per pazienti cronici.

”Le criticità riscontrate – avverte il Rapporto – se non adeguatamente affrontate rischiano di compromettere anche lo stato di salute futuro della popolazione”.

A fronte della performance media dell’Italia nel confronto europeo, inoltre, si registrano forti ”difformità a livello regionale”. Meridiano Sanità sostiene che tornare ad investire in sanità rappresenta un ”indirizzo strategico prioritario per il Paese, in considerazione del fatto che mantenere elevati livelli di salute e qualità della vita delle persone costituisce anche un elemento imprescindibile per lo sviluppo e la crescita economica del Paese”.

Più nello specifico, Meridiano Sanità individua nell’investimento in Prevenzione e in Innovazione i due capisaldi per generare valore per il sistema Paese. Tuttavia, si rileva, ”la spesa in prevenzione è stata pari a 4,9 miliardi di euro nel 2013, valore pari al 4,19% del totale, il che significa, rispetto ad un obiettivo del 5% stabilito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), un sotto-finanziamento di circa 1 miliardo”.
Il Rapporto elabora anche delle proposte, sottolineando come, sul fronte delle risorse economiche, ad esempio, sia ”necessario vincolare il livello minimo di finanziamento del 5% della spesa sanitaria (attualmente è pari al 4,2%) per le attività di prevenzione e istituire un fondo nazionale per le vaccinazioni per salvaguardare la salute del singolo e della collettività”

La ministra della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta alla presentazione del Rapporto Ambrosetti, ha cercato di dare una lettura meno negativa della situazoine, esprimendo l’auspicio che “la spesa sanitaria possa crescere e arrivare intorno al 9% del Pil”. “Finalmente – ha detto la titolare del dicastero – il Pil comincia ad aumentare e questo è importante anche per il sistema sanitario nazionale, che non vive al di fuori di un sistema paese; se non ci sono soldi, non si può rispondere ad una domanda maggiore.
Spero che l’aumento del prodotto interno lordo sia tale da liberare risorse aggiuntive per il Fondo sanitario” ha detto ancora Lorenzin, evidentemente fiduciosa che la prospettiva possa realizzarsi, tant’è – ha annunciato – “per il Fondo del 2017 ci rivedremo a gennaio per stabilirne l’ammontare proprio sulla base dell’andamento della situazione economica”.

Un altro punto fondamentale, ha concluso la ministra ribadendo un concetto sul quale insite da sempre, “è vincolare le risorse sanitarie: ciò che viene risparmiato in sanità deve cioè rimanere alla sanità”.

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