Roma, 3 febbraio – Nel panorama nazionale delle imprese che applicano gli studi di settore, le farmacie del territorio sono tra quelle che più si distinguono per correttezza e sincerità nei confronti del fisco.
É quanto emerge (a riferirlo è un comunicato stampa della Federfarma diffuso ieri) dai dati dell’Agenzia delle Entrate, che ha analizzato quattro anni di dichiarazioni dei redditi delle oltre 200 categorie economiche sottoposte a studio di settore.
I redditi dichiarati dalle farmacie, nel 2014, risultano congrui nell’87% dei casi, a fronte di una media del 66% fatta registrare da tutte le altre categorie. Nello stesso anno i casi di farmacie con dichiarazioni dei redditi incongrue sono il 12%, percentuale che risulta superiore a quella registrata nel 2013 (9,4%) e nel 2012 (8,7%).
L’aumento delle posizioni incongruenti, commentano i commercialisti, si spiegherebbe soprattutto con il fatto che i correttivi anticrisi oggi non entrano in azione con la stessa facilità di un tempo. Gli esperti del settore, nel commentare i dati, sottolineano anche il delinearsi del calo progressivo del valore medio al quale si acquistano le farmacie, che determina un aumento dei costi di impresa, dovuto alla minore incidenza degli ammortamenti.
“L’analisi dell’Agenzia delle Entrate – commenta il presidente di Federfarma Annarosa Racca– dimostra che le farmacie sono imprese trasparenti, come sempre pronte a collaborare con le istituzioni. La diminuzione del valore medio delle farmacie dimostra che anche le farmacie, come tutti, hanno risentito della crisi economica – conclude la presidente dei titolari – ed è solo con grande impegno e sacrificio che continuano ad assicurare sul territorio un’assistenza di elevata qualità e a implementare i servizi offerti ai cittadini”.