Roma, 22 dicembre – Per l’annosa questione del costo dei farmaci veterinari, in molti casi notevolmente superiore a quello dei corrispondenti prodotti per uso umano, potrebbe essere arrivato il momento della svolta, grazie alla misura proposta da un emendamento della deputata del Pd Patrizia Prestipino (nella foto a destra) alla legge di bilancio 2021 all’esame della Camera, che in sintesi consentirà al medico veterinario di prescrivere un farmaco equivalente per uso umano che abbia un costo inferiore a quello del medicinale veterinario.
Il ministro della Salute ha dato il suo parere favorevole all’emendamento (per la cronaca, il n. 81.01 alla manovra), che dopo un primo parere negativo che aveva sollevato le ire delle associazioni per la protezione degli animali, è stato riformulato e finalmente approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, con grande soddisfazione della firmataria, che da tre anni combatte la sua battaglia per abbattere i costi dei farmaci veterinari, definiti “una vergogna nazionale. La decisione di oggi” ha commentato Prestipino “è un qualcosa di rivoluzionario, che pone fine a una situazione che non era oltremodo accettabile”.
La misura prevede che il ministro della Salute, sentita l’Agenzia italiana del farmaco, con proprio decreto da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, “fermo restando il principio dell’uso prioritario dei medicinali veterinari per il trattamento delle affezioni delle specie animali e nel rispetto delle disposizioni dell’ordinamento comunitario in materia di medicinali veterinari, tenuto conto, altresì, della natura delle affezioni e del costo delle relative cure, definisce i casi in cui il veterinario può prescrivere per la cura dell’animale, non destinato alla produzione di alimenti, un medicinale per uso umano, a condizione che lo stesso abbia lo stesso principio attivo rispetto al medicinale veterinario previsto per il trattamento dell’affezione“.
Il decreto deve disciplinare anche le modalità con cui l’Aifa può sospendere l’utilizzo dei medicinali a uso umano per il trattamento delle affezioni animali, nel caso occorra prevenire possibili carenze del medicinale per uso umano. Il costo dei medicinali così prescritti resta in ogni caso a carico dell’acquirente a prescindere dal loro regime di classificazione. L’emendamento stabilisce infine che dall’attuazione delle nuove disposizioni non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
L’obiettivo della misura lungamente perseguita dalle sigle animaliste e della quale la deputata Prestipino ha fatto un sorta di missione è in buona sostanza quello di permettere alle famiglie un notevole risparmio nelle cure veterinarie, evitando il rischio di renderle difficili o impossibili con conseguente morte o abbandono. Secondo una ricerca del Censis per l’Amvi presentata a novembre, il 4,2% dei proprietari di animali da compagnia hanno chiesto al proprio medico di famiglia di prescrivere per sé un antibiotico per uso umano e lo hanno poi usato sul proprio animale e l’1,7% acquista illegalmente antibiotici su internet. L’approvazione dell’emendamento aiuterà a ridurre questo “fai da te”.
“Il randagismo è combattuto ogni giorno da chi adotta un animale dai canili e dai gattili e dai gestori dei rifugi” è il commento del presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Massimo Comparotto (foto a sinistra). “Nelle more di qualche amministrazione pubblica che non gestisce a dovere questa piaga sociale, appare davvero iniquo continuare a penalizzare chi adotta un animale o ne ha cura nelle strutture di ricovero o nelle colonie feline. Il legislatore colma una lacuna e, in attesa di un generale abbassamento dei prezzi della sanità animale, consentirà ai veterinari, dopo l’approvazione della legge di bilancio, di prescrivere farmaci equivalenti a uso umano, molto meno onerosi”.