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giovedì 2 Ottobre 2025
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Stada Report, solo 6 italiani su 10 seguono stili di vita sani, fiducia in mmg e farmacisti

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Roma, 2 ottobre – Tra il dire e il fare, si sa, c’è di mezzo il mare. E così un conto è sapere che è importante osservare uno stile di vita salutare, ben altro conto è seguirne quotidianamente i dettami in concreto, mettendo in pratica comportamenti e abitudini di vita equilibrati.

Lo conferma lo Stada Report 2025, che mette nero su bianco gli esiti di una ricerca condotta online da Human8 su oltre 27.000 persone in 22 Paesi, tra i l’Italia, dove sono state interpellati ben 2000 cittadini.  Il rapporto registra appunto il gap tra il sapere cosa è meglio fare e il comportarsi di conseguenza: nel nostro Paese, ad esempio, la quasi totalità delle persone (98% dei rispondenti) è consapevole dell’importanza di seguire un regime di vita salutare, ma soltanto il 60% si comporta e agisce di conseguenza.

Quattro italiani su dieci, infatti,  faticano a trasformare i buoni propositi in azioni, citando come principali ostacoli la mancanza di motivazione (39%), di tempo (36%) e difficoltà economiche (29%). Un ulteriore freno è rappresentato dalla fragilità psicologica: il 30% della popolazione dichiara di affrontare problemi mentali, ma solo l’8% accede a un supporto terapeutico, spesso per motivi economici (58%) o per dubbi sull’efficacia delle cure (19%). Il report conferma in ogni caso la necessità di un approccio integrato alla salute, valorizzando prevenzione, benessere mentale e accesso equo alle cure

Il report registra una crescita di attenzione nei confronti della prevenzione: il 68% degli italiani dichiara di partecipare a programmi di screening, percentuale in crescita significativa rispetto al 2023 (57%), soprattutto tra le donne. Tuttavia un terzo della popolazione (32%) non si sottopone ad alcun controllo medico, a causa di costi elevati (28%), mancanza di informazione (24%) e difficoltà di accesso (20%).

La considerazione del sistema sanitario pubblico spacca letteralmente il Paese in due: soltanto il 48% dei cittadini, poco meno della metà, ha ancora  fiducia nel Servizio sanitario nazionale, una percentuale ben al di sotto della media europea (58%). Per contro, quasi 6 italiani su 10 (58%)  si fidano e si rivolgono regolarmente ai primi professionisti di salute del territorio, i medici di medicina generale e i farmacisti.

I dati rivelano una maggiore apertura, anche nel nostro Paese, nei confronti dell’ingresso e utilizzo della tecnologia in sanità: il 43% degli italiani si dichiara favorevole all’idea di rivolgersi all’Intelligenza artificiale per un consulto medico, attratto soprattutto dalla disponibilità delle prestazioni H24 e per sette giorni su sette (46%), ma anche dalla convenienza in termini di risparmio di tempo (42%).

Tuttavia, se l’Ia sta ridefinendo le potenzialità in ambito sanitario, il fattore umano dell’assistenza rimane una componente fondamentale, un valore che deve essere preservato per il 48% del campione intervistato.

“Sin dal suo inizio, lo Stada Health Report è stato una risorsa fondamentale per comprendere come le persone si rapportano alla propria salute” spiega Luca Vitaloni, associate director di Human8, evidenziando come la ricerca offra una visione chiara delle sfide e delle opportunità in ambito salute e mostri “la necessità di un equilibrio tra tecnologia e interazione personale per favorire la transizione verso modelli innovativi di assistenza” richiesti dalle profonde trasformazioni in atto.

Per Salvatore Butti (nella foto), general manager di Eg Stada Group, il report annuale rappresenta  un momento di fondamentale importanza, perché testimonia il concreto impegno dell’azienda a mantenere alta l’attenzione su una visione integrata della salute, nella convinzione che il benessere fisico e mentale meritino la stessa considerazione e debbano essere affrontati con uguale impegno. “Il Report incarna appieno questo approccio a 360 gradi” afferma Butti “estendendo il suo focus non solo su coloro che convivono con problematiche di salute ma anche sulla popolazione sana e valorizzando il ruolo della prevenzione e dell’equità di accesso alle cure come elementi chiave per un sistema sanitario sostenibile e inclusivo.

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