Roma, 3 ottobre – Non un semplice intervento normativo, ma la volontà politica di arrivare a una importante riforma strutturale del settore farmaceutico italiano. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto) ha definito il disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 18 settembre, finalizzato appunto a riordinare l’intero corpus normativo italiano sul settore farmaceutico, nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 1° ottobre nella sede del ministero (nella foto del titolo).
“Per troppo tempo abbiamo vissuto con una legislazione frammentata, stratificata, a volte anche contraddittoria; un labirinto normativo che ha rallentato l’accesso ai farmaci, ha complicato i processi autorizzativi e, questo è il punto che mi preme sottolineare, spesso ha penalizzato soprattutto i cittadini” ha detto il ministro nel corso di un incontro con la stampa finalizzato a illustrare in dettaglio il provvedimento. Il Testo unico nasce proprio “dalla chiara volontà di superare questa complessità, per costruire un quadro normativo più semplice, più chiaro, più moderno, più efficiente. Un quadro che garantisca equità nell’accesso alle cure, sostenibilità economica del sistema, valorizzazione dell’eccellenza anche scientifica italiana”.
L’avvio della riforma – al quale ha molto contribuito il grande lavoro svolto dal sottosegretario Marcello Gemmato, che Schillaci ha voluto ringraziare – è del tutto coerente con “il percorso preciso del Governo” nei mille giorni trascorsi dal suo insediamento. Un percorso, ha detto il ministro, su cui “continuiamo a lavorare per una sanità più forte, più vicina ai territori, più capace di rispondere ai bisogni reali delle persone”.
Oltre ad aver “investito risorse e, soprattutto, introdotto riforme”, ha proseguito Schillaci, “stiamo portando avanti una battaglia intensa rispetto alla disorganizzazione, alle liste d’attesa, dove vediamo trend positivi che però ancora non sono soddisfacenti. Ci guida la voglia chiara di proteggere il Servizio sanitario nazionale, di valorizzare le risorse umane di chi lavora nel Ssn e nel solo interesse dei cittadini che devono avere, lo ripeto, un accesso equo alle cure”.
“Il Testo unico si inserisce proprio in questa logica” ha quindi concluso il ministro. “Il mio invito è quello di proseguire nella digitalizzazione dei processi, nell’interoperabilità completa delle banche dei dati sanitari, in una revisione seria e trasparente dei meccanismi di spesa”.