Roma, 9 novembre – È un dato di fatto che la disciplina normativa delle farmacie ospedaliere e del servizio farmaceutico territoriale, alla luce della straordinaria evoluzione e crescita di ruolo e funzioni negli ultimi due decenni, sia – più ancora che una necessità – una vera e propria urgenza, reiteratamente rappresentata nel tempo dalle stesse sigle di rappresentanza di categoria, a partire da Sinafo, l’Associazione farmacisti e dirigenti sanitari del Ssn. Il motivo è di evidenza palmare: le radici normative del servizio farmaceutico pubblico affondano in un contesto ormai superato, risalente al 1969 e al 1978, e del tutto Finché – a furia di tuonare finisce per piovere – la richiesta di attualizzare le norme in materia di assistenza farmaceutica erogata dal Ssn attraverso le farmacie
ospedaliere e i servizi farmaceutici territoriali delle Asl ha trovato sensibilità e orecchie disposte all’ascolto, quelle del senatore Adriano Paroli (nella foto), che in piena estate, il 30 luglio scorso, ha annunciato un ddl a sua firma, concernente Disposizioni in materia di organizzazione delle attività farmaceutiche pubbliche del Servizio sanitario nazionale,rubricato con il n. AS 1605,che giusto il 4 novembre scorso è stato assegnato alla 10ª Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale di Palazzo Madama.
Opportuna e quanto mai tempestiva, dunque, la conferenza stampa tenutasi in Senato nella sala Nassirya il giorno successivo, 5 novembre, per illustrare i contenuti del provvedimento, alla presenza dello stesso firmatario del disegno di legge, della senatrice Silvia Vono, componente della 10ª Commissione Affari sociali, di Roberta di Turi e Luisa Paese, segretario nazionale e segretario nazionale aggiunto di Sinafo, del presidente dell’Ordine di Roma Giuseppe Guaglianone, in rappresentanza della Fofi, e dello specialista in Diritto sanitario avv. Nicola Gasparro. A moderare i lavori, la scrittrice e conduttrice radiofonica Norma Aleni Caroleo.
L’obiettivo del provvedimento – enunciato con molta chiarezza dal sen. Paroli nella relazione introduttiva al ddl a sua firma – è quello di “rivedere e meglio disciplinare l’organizzazione delle farmacie ospedaliere e del servizio farmaceutico territoriale”, alla luce delle molte problematiche, a tutt’oggi irrisolte, prevalentemente determinate dallo sviluppo esponenziale delle attività, funzioni e responsabilità del servizio farmaceutico pubblico del Ssn. Attività cresciute appunto a dismisura e che fin qui – e questo è un problema che Paroli ha cura di evidenziare nella relazione introduttiva al ddl – hanno trovato regolazione normativa “solo all’interno di circolari e direttive regionali, determinando, a causa del rango regolatorio poco incisivo, una applicazione a macchia di leopardo che produce, di conseguenza, macroscopiche differenze tra una Regione e l’altra”.
Questa inadeguatezza normativa – ha detto Roberta Di
Turi (nella foto) – deve necessariamente trovare una soluzione: “Il ddl n. 1605 risponde alla necessità, più volte rappresentata come Sinafo, di una legge di carattere nazionale in grado di riportare ordine e operare l’indispensabile reconductio ad unum del variegato quadro delle norme di rango inadeguato oggi esistenti” ha detto Di Turi, con il risultato che nelle Regioni si è dato vita a modalità organizzative dei servizi le più diverse, in non pochi casi tali da non permettere il pieno dispiegamento delle reali potenzialità del servizio. Dalla tenace ricerca di interlocuzione e confronto con le istituzioni – favorita anche dall’impegno speso al riguardo dal presidente della Fofi Andrea Mandelli, che Di Turi ha voluto ringraziare nel corso della conferenza stampa – è alla fine scaturito il ddl n.1605 proposto dal senatore Paroli, che – come ha spiegato Luisa Paese – può certamente contribuire “a rendere più incisivi quei meccanismi regolatori che saranno di supporto alla sostenibilità del sistema sanitario nazionale a beneficio dei cittadini utenti”.
“è una significativa rivoluzione culturale e strutturale che riconosce il valore delle farmacie pubbliche come presidio sanitario territoriale, leva di equità e strumento di prossimità, ed è il frutto di un lavoro condiviso con il gruppo al Senato di Forza Italia, ma anche di ascolto, visione e confronto con il presidente della Fofi Mandelli e i vertici di Sinafo, il presidente Console e il segretario nazionale Di Turi, oltre che con associazioni e cittadini utenti del servizio. Si tratta di tassello verso una sanità pubblica più giusta, accessibile e innovativa, l’obiettivo possibile per il quale continuerò a battermi”.
Ai lavori è anche intervenuto in rappresentanza della Fofi il presidente dei farmacisti romani Guaglianone (nella foto), evidenziando come il cuore del ddl Paroli sia “il superamento di una disomogeneità ormai inaccettabile, frutto di norme obsolete e insufficienti a regolare attività e funzioni dei farmacisti dirigente, sia ospedalieri che territoriali, ampliatesi a dismisura coinvolgendo un centinaio di linee di attività censite. Non è più tollerabile che un servizio così cruciale sia regolato da un ‘quadro estremamente variegato’ che crea disparità tra Regioni, penalizzando la salute pubblica”.
Fondamentale, da ultimo, anche l’impulso alla ricerca biomedica e farmaceutica previsto dall’art. 8 del provvedimento, che consolida il farmacista ospedaliero e territoriale come un ricercatore clinico, non solo come un gestore di magazzino.
Un disegno di legge, quello firmato e presentato da Paroli, frutto “virtuoso” di tanti apporti e convergenze, che – questo il messaggio finale emerso dalla conferenza – deve ora essere rapidamente inserito nel calendario dei lavori della Commissione Affari sociali e Sanità di Palazzo Madama e portato avanti, perché si tratta di un provvedimento indispensabile per la sanità italiana.
“Sostenerlo” ha concluso la segretaria generale di Sinafo Di Turi “significa investire in un sistema farmaceutico pubblico più moderno, più sicuro, e finalmente equo su tutto il territorio nazionale”.


