Roma, 13 novembre- Si chiama enlicitide decanoato, è un farmaco sviluppato dalla multinazionale MSD e potrebbe essere una svolta importante nella lotta contro il colesterolo “cattivo”, l’Ldl, sia nei pazienti con rischio cardiovascolare elevato sia in quelli con ipercolesterolemia familiare eterozigote, almeno secondo i primi risultati dello studio di fase 3 presentato in occasione dell’American Heart Association 2025 di New Orleans.
Il nuovo candidato contro l’ipercolesterolemia, annunciato con entusiasmo dal presidente dei Merck Research Laboratories Dean Y. Li, agisce in modo simile agli anticorpi monoclonali, ma può essere assunto con un dosaggio semplice e veloce: basta una sola pillola orale da assumere ogni gior
no. “Se approvato” afferma Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di MSD Italia (nella foto) “questo innovativo trattamento rappresenterebbe una svolta significativa nel panorama delle terapie per le malattie cardiovascolari, migliorando non solo i risultati clinici, ma anche semplificando la vita di chi ne è affetto”.
Gli studi CORALreef HeFH e CORALreef AddOn – riporta una nota dell’azienda – hanno raggiunto con successo gli obiettivi primari e tutti i principali obiettivi secondari, mostrando per enlicitide riduzioni maggiori statisticamente significative e clinicamente rilevanti del colesterolo Ldl-C rispetto al placebo (CORALreef HeFH) e rispetto ad altre terapie orali non statiniche (CORALreef AddOn). Non ci sono state differenze clinicamente significative nell’incidenza di eventi avversi ed eventi avversi gravi in entrambi gli studi. I risultati dei 3 studi di fase 3 del programma di sviluppo clinico CORALreef saranno presentati in un futuro congresso scientifico.
Il farmaco mira a colmare bisogni terapeutici ancora insoddisfatti nell’ambito dell’aterosclerosi, una delle maggiori cause che si celano dietro la silenziosa epidemia cardiovascolare. “Enlicitide ha mostrato riduzioni statisticamente significative e clinicam
ente rilevanti del colesterolo Ldl con un profilo di sicurezza paragonabile al placebo” spiega Gaetano De Ferrari (nella foto), ordinario di Cardiologia dell’Università di Torino e direttore della Cardiologia nella Aou Citta della Salute e della Scienza dell’ospedale Le Molinette “evidenziando il potenziale rivoluzionario del primo inibitore del Pcsk9 orale. Nonostante la disponibilità di terapie ipolipemizzanti come le statine e gli inibitori Pcsk9 iniettivi, la maggioranza dei pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica non riesce a ridurre il livello di colesterolo Ldl alla soglia ideale per la propria condizione di rischio”.
Pasquale Perrone Filardi, presidente della Sic, la Società italiana di cardiologia, ricorda che gli eventi cardiovascolari “in Italia raggiungono una cifra di circa 230-240 mila all’anno, circa 600 al giorno”, tornando a evidenziare come “i livelli elevati di colesterolo rappresentano una causa diretta di infarti e ictus, ma questa consapevolezza non è ancora sufficientemente diffusa. Dobbiamo prevenire la malattia prima che si sviluppi e trattarla nelle fasi più precoci”.
E a proposito di enlicitide, progettato per abbassare i livelli di colesterolo Ldl nel sangue offrendo un’efficacia e una specificità tipiche degli anticorpi monoclonali anti-Pcsk9 in una compressa di facile utilizzo, Perrone Filardi conclude che si tratta di un farmaco che “si aggiungerà agli strumenti della classe medica per ridurre il bisogno medico insoddisfatto della riduzione del colesterolo Ldl, contribuendo a migliorare gli esiti della malattia cardiovascolare aterosclerotica (Ascvd) per milioni di persone nel mondo, modificando l’evoluzione naturale della patologia”.


